10449 Le proposte di SEL-estero: per una nuova stagione di rappresentanza degli italiani nel mondo

20130201 20:00:00 redazione-IT

[b]NOSTRA INTERVISTA con GUGLIELMO BOZZOLINI, Direttore della Fondazione ECAP, militante sindacale e candidato alla Camera dei Deputati nella lista di SEL – Circoscrizione Estero – Ripartizione Europa[/b]

[i]La campagna elettorale per il voto degli italiani all’estero è entrata nel vivo, ma è dominata dalle campagne personali dei singoli candidati. Tra qualche giorno si vota ma ancora non c’è stato un vero confronto sui contenuti. SEL che negli altri continenti e al Senato si presenta unitariamente insieme al PD e al PSI, alla Camera in Europa si presenta con una propria lista. Perché? Quali sono le differenze di contenuti e di proposte?[/i]

Con il PD ci unisce l’essere parte della medesima coalizione, che abbiamo chiamato Italia Bene Comune, con un chiaro accordo, un programma fondamentale condiviso e lo stesso candidato per la Presidenza del Consiglio, Pier Luigi Bersani. Rimaniamo però due partiti diversi, con identità e idee precise, che si integrano ma non coincidono e che si presentano in tutta Italia ognuno con le proprie liste. Basterebbe questo per rispondere, ma nel contesto degli italiani in Europa ci sono anche differenze significative tra le nostre proposte, nel merito e nel metodo, che riempiono di senso la scelta di una lista SEL.

[i]Cosa vuol dire differenze di metodo?[/i]

Faccio un esempio: a sette anni di distanza dall’introduzione del voto dall’estero e dell’elezione dei nostri rappresentanti è il momento di fare un primo bilancio di questa esperienza.

Non ci sono parole migliori per farlo di quelle dell’On.le Farina, che ha detto che l’ultima legislatura è stata una catastrofe, o di quelle di Eugenio Marino, responsabile Italiani nel Mondo del PD, che in un dibattito su Youdem, ci ha ricordato che in sette anni i 18 parlamentari hanno prodotto una legge sola: la legge Fedi. Un giudizio duro, assolutamente corretto, ma insufficiente: bisogna aggiungere che mai come in questi anni erano stati ridotti gli interventi a favore delle comunità all’estero. Non si può dare di tutto questo la colpa solo al resto del Parlamento, alla mancanza di sensibilità per i nostri problemi, alla crisi economica, ecc.. C’è una responsabilità specifica nel modo con cui i parlamentari eletti dall’estero in questi anni hanno inteso e hanno esercitato il loro ruolo. Ed erano in maggioranza espressione del PD, soprattutto in Europa.

[i]Quali sono i rilievi che portate al modo con cui hanno lavorato i parlamentari eletti nel PD nel 2006 e/o nel 2008? [/i]

Da un lato ha prevalso un’idea lobbistica e corporativa del loro ruolo. Dall’altro hanno dedicato tempo ed energie soprattutto alla ricerca del consenso personale e allo scontro armato tra di loro, rinunciando, o non riuscendo, a intervenire mai nel dibattito politico nazionale, neanche quando, come nel caso dell’immigrazione, sarebbe stato naturale lo facessero. Lo si vede anche in questa campagna. Per alcuni versi hanno ricordato, qualcuno di più, qualcuno di meno, i parlamentari democristiani alla Vito Napoli, tutti solo dediti alle cura del loro collegio e alla mediazione del rapporto tra il cittadino e l’amministrazione.

Questo modo di fare ha avuto conseguenze anche sul modo con cui le nostre comunità talvolta vivono il loro rapporto con la politica italiana. Noi riteniamo che si debba cambiare totalmente stile e rotta! Chiediamo ad esempio ai parlamentari eletti all’estero non di essere lobbisti ma di rappresentare i loro elettori nella politica nazionale, rappresentarne i bisogni, ma anche le idee e i valori.

Non vogliamo che medino favori per questo o quell’ente, questa o quella associazione, pretendiamo che rivendichino i nostri diritti e si impegnino affinché vengano garantiti. Questo vorrebbe dire riuscire a portare anche in Europa il vento di rinnovamento avviatosi in Italia con le primarie.

[i]E le differenze di merito quali sono?[/i]

Su molte questioni importanti , penso ad esempio alla vicenda della promozione della lingua e cultura o al ruolo dei patronati, le posizioni all’interno del PD sono molto differenziate, quindi è più semplice dirti le nostre proposte:

– Innanzitutto devono essere riportate le spese per i servizi per gli italiani all’estero (Scuola, assistenza, rete consolare, informazione, ecc.) ad un livello che ne permetta il funzionamento.

– Il settore della promozione della lingua e cultura deve essere finalmente riorganizzato, normando correttamente il funzionamento del sistema misto introdotto nel 1993 e salvaguardando il ruolo guida del pubblico. È una posizione molto diversa da quella di chi, come una parte del PD, vuole la privatizzazione totale dei corsi di lingua e cultura. La lingua e la cultura sono invece beni comuni che non possono essere privatizzati.

– Bisogna immediatamente far rifunzionare la democrazia, ovvero eleggere i nuovi COMITES e il CGIE, che deve essere l’espressione delle forze sociali. Negli ultimi sette anni sono emigrate cinque centomila persone dall’Italia in Europa, quasi un quarto dei residenti totali. Sono persone spesso impegnatissime che hanno creato e creano nuove reti di relazioni, associazioni e movimenti (basti pensare alle Fabbriche di Nichi). Le nostre comunità cambiano volto e anche gli organismi rappresentativi devono rinnovarsi.

– Deve essere riformata la legge sul voto. Cinque anni dopo i brogli clamorosi del 2008 voteremo ancora con la stessa legge. Contemporaneamente lasceremo escluse dal voto decine di migliaia di persone non iscritte all’AIRE e non si tratta solo degli studenti ERASMUS. Uno dei primi impegni della prossima legislatura deve quindi essere mettere mano ad una riforma seria dei meccanismi di voto, ad esempio istituendo un Registro degli Elettori e delle Elettrici all’Estero, separato dall’AIRE, a cui ci si debba iscrivere.
Se si riguardano le posizioni sostenute in questi anni da alcuni deputati e senatori del PD, emerge subito che nel merito ci sono grosse differenze tra noi.

Personalmente poi sono molto convinto dalla proposta della CGIL di indire una nuova Conferenza degli Italiani nel Mondo. Se organizzata bene potrebbe essere l’occasione per uscire dalla retorica e dare una rappresentazione a quella che voi avete chiamato “Nuova Emigrazione”.

[i]Quindi la tua, o la vostra, è una posizione molto dura verso il PD…[/i]

No, a differenza di altri (penso a Rivoluzione Civile o ai grillini) non faccio un’analisi critica della esperienza di questi anni, per distruggere. Propongo un’analisi critica per costruire diversamente il futuro. Questo vale sia sul piano della politica nazionale che su quello più specifico degli italiani all’estero. Non è questo il momento di sprecare il voto. Al contrario oggi più che mai è il momento di usare il proprio voto per determinare cambiamenti concreti e reali, per incidere effettivamente. Il voto per SEL è da questo punto di vista doppiamente utile.

1° febbraio 2013
[i]FILEF – Nuova EMigrazione / Eminews – (R.R.)[/i]

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INTERVISTA audio di Radio Articolo1 a Guglielmo Bozzolini

[url]http://cambiailmondo.files.wordpress.com/2013/02/4_guglielmo-bozzolini_ok.mp3[/url]

www.filef.info

 

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