11882 AMNESTY CONDANNA L’AUSTRALIA PER I RESPINGIMENTI DI MIGRANTI

20151207 12:53:00 redazione-IT

ADELAIDE/Sydney – "Funzionari del governo australiano che hanno segretamente pagato trafficanti di persone per riportare i passeggeri di un barcone in Indonesia, lo scorso maggio, hanno commesso un reato transnazionale e mess a rischio decine di vite, secondo un’indagine di Amnesty International". La denuncia, pressocchè ignorata dalla stampa italiana, ci giunge attraverso le pagine del mensile della Filef diretto ad Adelaide da Frank Barbaro, "Nuovo Paese". a firmare l’articolo, che riportiamo di seguito, è Claudio Marcello, co-presidente della Filef di Sydney.
"Nel rapporto "Australia’s abuse of asylum seekers at sea", l’organizzazione umanitaria chiede una commissione d’inchiesta sull’episodio e ulteriori indagini di un possibile secondo caso di respingimento "a pagamento" il 25 luglio.

I 65 passeggeri e sei membri dell’equipaggio dewl barcone diretto in Nuova Zelanda hanno dichiarato di essere stati intercettati lo scorso maggio da una nave della marina australiana in acque internazionali. E, secondo indagini della polizia indonesiana, i funzionari australiani hanno pagato all’equipaggio oltre 30mila dollari australiani (circa 20mila euro) per fare ritorno al porto di partenza.
"In materia di trattamento di chi chiede asilo, l’Australia sta diventando uno Stato fuorilegge", dichiara in un comunicato stampa Amnesty, che ha pubblicato un annuncio in prima pagina su alcuni quotidiani australiani. Il rapporto accusa i funzionari australiani di aver rinchiuso i richiedenti asilo, fra cui una donna incinta, due bambini e un bebè, in celle della nave australiana per circa una settiana. Ad alcuni di loro sarebbero state negate cure mediche o accesso alle proprie medicine.
Il rapporto contraddice inoltre le affermazioni della task force australiana, secondo cui l’operazione era intesa a salvare vite in seguito a una richiesta di soccorso. "L’equipaggio e i richiedenti asilo, interrogati separatamente, hanno dichiarato coerentemente che la barca non era in difficoltà quando è stata intercettata… Nelle circostanze descritte da loro, è notevole che non vi sia stata perdita di vite e che nessuno sia rimasto ferito", dichiara il documento.
Il ministro dell’Immigrazione Peter Dutton ha ripetuto che la barca è stata soccorsa perchè era in difficoltà e che il governo ha già respinto le asserzioni dell’organizzazione. "Suggerire altrimenit, come ha fatto Amnesty, significa insultare le nostre forze di difesa e di controllo dei confini", ha detto".

 

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