11887 PD – PARLAMENTARI ESTERO

20151210 15:45:00 guglielmoz

– FEDI E PORTA (PD): Canone rai e residenti all’estero, ecco i necessari chiarimenti Canone RAI e residenti all’estero: si deve pagare o non si deve pagare?
– Segreteria M Fedi – deputati pd estero: il nostro impegno per la legge di stabilità. Il passaggio della legge di Stabilità alla Camera ci vede impegnati a migliorare ulteriormente gli interventi a favore degli italiani all’estero e le misure di sostegno all’internazionalizzazione, che già hanno ricevuto dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene un primo riscontro positivo
– La Marca: nel ricordo delle vittime di monogah impegno contro tutte le tragedie delle migrazioni e del lavoro.
– La Marca (pd) interroga il governo: dare ai comites nuovi strumenti di comunicazione e creare una filiera informativa per i nuovi migranti.
– La Marca (pd): solidarietà con i patronati che manifestano contro i tagli dei finanziamenti

1 – FEDI E PORTA (PD): Canone rai e residenti all’estero, ecco i necessari chiarimenti
Canone RAI e residenti all’estero: si deve pagare o non si deve pagare? Voci contradditorie, esultanze, dubbi, certezze, smentite, insomma tanta confusione. Gli equivoci prima e le perplessità subito dopo sono iniziati quando il legislatore ha voluto introdurre nella legge di stabilità per il 2016 nuovi e più restrittivi criteri per il pagamento dell’abbonamento. Roma, 3 dicembre 2015
Attualmente è un Regio Decreto del 1938 che disciplina il pagamento del canone Rai.
Il primo comma dell’articolo 1 del vecchio decreto ancora in vigore obbliga chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni al pagamento del canone di abbonamento.
Il comma 2 dello stesso articolo specifica un’ipotesi di presunzione della detenzione o dell’utenza di un apparecchio radioricevente, ravvisandola nella presenza di un impianto aereo (per esempio un’antenna o una parabola) atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l’impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici.
Le nuove norme – ancora in discussione alla Camera dei deputati – alle presunzioni succitate ne aggiungono un’altra: l’esistenza di una utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica. Si tratta – è bene sottolinearlo per sgombrare il campo da equivoci – di una presunzione aggiuntiva e non esclusiva, nel senso che le prime due presunzioni rimangono in vigore. In altre parole rispetto alle norme in vigore non cambia nulla se non il fatto che ora basterà essere titolari di un contratto per la fornitura dell’energia elettrica per diventare soggetti obbligati al pagamento del canone. Inoltre, è specificato che allo scopo di dimostrare che non si rientra nelle presunzioni del comma 1 e comma 2 del decreto (e cioè che non si posseggono né gli apparecchi né gli impianti), a decorrere dall’anno 2016, è necessario presentare, all’Agenzia delle entrate competente per territorio, apposita dichiarazione ai sensi del D.P.R. 445/2000, la cui mendacia comporta gli effetti, anche penali, di cui all’articolo 76 del medesimo decreto (chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia).
Per i residenti all’estero proprietari di una abitazione in Italia rimangono quindi immutati i criteri relativi all’individuazione dei soggetti tenuti al pagamento (e cioè detenzione degli apparecchi radioriceventi oppure di impianti aerei o simili) ma – come ci ha chiarito il Ministero delle Finanze in risposta ad un nostro quesito – se da una parte non è stata introdotta un’esenzione dal pagamento del canone, dall’altra non opera la presunzione relativa al contratto per la fornitura di energia elettrica; ciò appare ragionevole, posto che per le persone residenti all’estero non appare così ovvio che nelle loro abitazioni situate in Italia abbiano un televisore. Resta fermo, secondo il Ministero delle Finanze, che, ai sensi del RDL sopra citato, il canone è comunque dovuto nel caso in cui i residenti all’estero utilizzino un apparecchio televisore nell’abitazione situata in Italia.
Le nuove norme fissano per il 2016 in 100,00 € la misura del canone di abbonamento alle radioaudizioni per uso privato, rispetto a 113,50 € dovuto per il 2015. Gli eventuali maggiori introiti saranno probabilmente destinati all’ampliamento della platea di abbonati esenti dal pagamento del canone, elevando il limite reddituale da 6.713,98 a 8.000 € per gli over 75.

2 – Segreteria M Fedi DEPUTATI PD ESTERO: IL NOSTRO IMPEGNO PER LA LEGGE DI STABILITÀ
Il passaggio della legge di Stabilità alla Camera ci vede impegnati a migliorare ulteriormente gli interventi a favore degli italiani all’estero e le misure di sostegno all’internazionalizzazione, che già hanno ricevuto dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene un primo riscontro positivo. Roma, 3 dicembre 2015
In Commissione Bilancio siamo nella fase di esame degli emendamenti presentati e passati al rigoroso vaglio di ammissibilità. In nome della trasparenza che deve contrassegnare il rapporto con gli elettori, ci sembra doveroso dare una prima informazione sul nostro impegno emendativo, che nell’insieme si è concretizzato nella presentazione di numerosi emendamenti.
Già nella fase di espressione del parere nella Commissione Esteri, il relatore Marco Fedi ha fatto propri alcuni emendamenti (estensione del trattamento fiscale di favore anche ai lavoratori italiani extra UE, maggiore sostegno alla Dante Alighieri, finanziamento per gli adempimenti connessi alla Presidenza italiana del gruppo dei paesi più industrializzati, tutela del patrimonio storico e culturale degli abitanti di Istria, Dalmazia e Fiume e delle minoranze italiane in Croazia e Slovenia), che per questo sono stati approvati dall’intera Commissione e ripresentati dallo stesso relatore.
Come eletti all’estero del Pd, in modo unitario, abbiamo chiesto di migliorare gli interventi previsti nei campi dell’internazionalizzazione, reintegrando il cofinanziamento delle Camere di Commercio italiane all’estero; della promozione della lingua e della cultura, prestando migliore attenzione alle scuole italiane non statali paritarie all’estero e alla possibilità di nomina dei supplenti in posti lasciati vacanti dal personale del contingente; del finanziamento degli istituti di rappresentanza (Comites e CGIE); del rafforzamento dei servizi consolari, destinando a tale scopo una parte dei proventi derivanti dai 300 euro per la domanda di cittadinanza; delle esenzioni per carichi di famiglia anche per i lavoratori operanti in aree extra UE; del rafforzamento degli strumenti di informazione; del mantenimento degli incentivi più favorevoli per il controesodo dei ricercatori italiani all’estero; della tutela del patrimonio pubblico immobiliare all’estero.
Abbiamo posto, inoltre, la questione di un trattamento più equo per gli italiani all’estero per quanto riguarda l’IMU, la TARI e la TASI, nonché di una riduzione del canone RAI alla luce della nuova regolamentazione. Senza tralasciare l’esigenza di un’estensione delle cure sanitarie urgenti ai figli minorenni degli italiani all’estero in visita temporanea in Italia e l’aumento, dovuto, della 14* per i pensionati residenti all’estero.
Assieme a molti colleghi della maggioranza, siamo impegnati con determinazione nell’evitare ulteriori tagli ai Patronati, che all’estero, non meno che in Italia, sono uno strumento indispensabile di servizio e di sostegno sociale per i nostri connazionali.
Dopo il vaglio di ammissibilità, questi emendamenti sono al filtro, ancora più impegnativo, delle compatibilità finanziarie. I risultati già ottenuti sono obiettivamente importanti e l’orientamento trasversale della Commissione Esteri che ha assunto e rilanciato le tematiche fondamentali degli italiani all’estero molto significativo e promettente per il futuro. Ora, come italiani, sappiamo che vi sono priorità ineludibili, quali la sicurezza e il recupero delle disparità territoriali e sociali esistenti, che è giusto abbiano un peso assorbente.
Ad ogni modo, alla luce dei successi conseguiti nel primo passaggio parlamentare della legge di stabilita per gli italiani all’estero, esprimiamo soddisfazione per il primo risultato conseguito in Commissione Affari Esteri e proseguiremo nel nostro impegno nella Commissione Bilancio.
Deputati PD estero: FARINA, FEDI, GARAVINI, LA MARCA, PORTA, TACCONI

3 – Francesca LA MARCA: nel ricordo delle vittime di monogah impegno contro tutte le tragedie delle migrazioni e del lavoro.
Il 6 dicembre saranno trascorsi 108 anni dalla tragedia mineraria di Monongah, dove, secondo le stime ufficiali, perdettero la vita 367 persone, di cui 171 italiani, provenienti da diverse regioni, in particolare dal Molise e dalla Calabria. In realtà furono molti di più perché, per il sistema a cottimo con cui il lavoro veniva retribuito, quasi tutti i lavoratori portavano con sé familiari, spesso in giovane età, e conoscenti, che non erano registrati all’ingresso della miniera. La disgrazia mineraria più grave della storia dell’emigrazione, che per altro si innestava in una catena lunghissima di eventi dello stesso genere susseguitisi sul suolo americano. Roma, 4 dicembre 2015
Alle vittime e alle loro famiglie, che subirono le pesanti conseguenza della scomparsa dei loro uomini, va il nostro pensiero reverente e la nostra preghiera. Il nostro ringraziamento va a coloro che hanno lottato per anni affinché il ricordo, anzi la semplice notizia, della tragedia non fosse cancellata: Padre Everett Francis Briggs, che ha riaperto la questione, l’ex console onorario Joseph D’Andrea, che l’ha riportata in Italia, l’editore Mimmo Porpiglia, che con la sua campagna giornalistica ha indotto le autorità italiane ad assumerla come un fatto rilevante della storia del lavoro italiano nel mondo, l’ex parlamentare Gino Bucchino e l’ex Vice Ministro Franco Danieli che hanno promosso le importanti manifestazioni del centenario dell’evento.
E tuttavia, questo non basta. Le vittime di Monongah e i loro parenti hanno ancora diritto alla nostra solidarietà. Nonostante l’evidenza dei fatti, nessuna responsabilità fu riconosciuta nei tribunali, sicché l’unico aiuto i familiari lo ebbero dal grande movimento di solidarietà che si generò intorno a loro.
Essi, ancora, hanno diritto alla memoria. Chi tra i primi ne ha parlato, ha detto che Monongah è stata “una tragedia dimenticata”. Essa va dunque fatta conoscere di più e meglio e, con l’intera storia dell’emigrazione, italiana, andrebbe inserita organicamente nel circuito formativo perché anche i giovani sappiano da dove veniamo e comprendano che le migrazioni sono un aspetto ineliminabile della nostra vita sociale, anche oggi.
Essi hanno diritto alla nostra riflessione e al nostro impegno etico, civile e politico perché la mobilità, il lavoro e la sicurezza del lavoro restano problemi sempre aperti, che spesso diventano tragedie senza ritorno. Non si possono rispettare le vittime di Monongah, Marcinelle o Mattmark senza impegnarsi per fare in modo che le tragedie del lavoro dovute allo sfruttamento e alla mancanza di sicurezza non abbiano più a verificarsi, in ogni parte del mondo.
Essi hanno diritto al rispetto, che non è quello dell’enfasi delle celebrazioni, ma quello degli atti concreti e quotidiani. In questo senso, ad esempio, il piccolo cimitero dove i resti delle vittime furono sepolte, già oggetto di un intervento di restauro da parte dello Stato italiano nel 2007, va costantemente e dignitosamente custodito per il futuro come un simbolo del sacrificio del lavoro italiano nel mondo

4 – LA MARCA (PD) INTERROGA IL GOVERNO: DARE AI COMITES NUOVI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE E CREARE UNA FILIERA INFORMATIVA PER I NUOVI MIGRANTI roma, 9 dicembre 2015
“Gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero stanno vivendo una fase di transizione che è opportuno assecondare in modo positivo, anche per avvicinarsi concretamente ad una loro organica riforma, che comunque necessita di tempi adeguati. Questo è particolarmente vero per i COMITES, che essendo a contatto con i nostri concittadini ne registrano in chiave diretta le esigenze e gli umori. Un segnale da non trascurare è venuto dalla scarsa partecipazione alla prenotazione e al voto per il loro rinnovo, che ha manifestato distacco e disagio.
Ora che la ricostituzione è avvenuta, sia pure dopo una lunga pausa, è necessario metterli in condizione di reagire attivamente fornendo loro risorse e strumenti adeguati e facendo concreti passi in avanti, capaci di migliorare il loro rapporto con i connazionali. Per questo, su sollecitazione di alcuni presidenti di COMITES del Nord America e assieme agli altri colleghi del PD eletti all’estero, ho presentato ai Ministri degli Esteri e dell’Interno un’interrogazione nella quale chiedo che ai presidenti dei COMITES siano forniti, con formalità richieste dalla tutela della privacy, gli elenchi dei cittadini residenti nelle rispettive circoscrizioni consolari, in modo che i COMITES possano coinvolgerli più diffusamente e direttamente nelle loro campagne informative e nelle loro iniziative.
La transizione, tuttavia, è determinata non solo dai mutamenti che avvengono nel nostro tradizionale insediamento, ma anche dai flussi di nova emigrazione che negli ultimi anni sono cresciuti intensamente. Anche in questo caso, ferma l’esigenza di organizzare una rete di servizi adeguata a sostenere questa inedita situazione, credo sia urgente costruire un sistema informativo mirato per coloro che oggi si dirigono all’estero per ragioni di lavoro. Un sistema idoneo a mettere ciascuno nella condizione di poter contattare nei luoghi di arrivo soggetti istituzionali e associativi capaci di fornire riferimenti in ordine alla prima accoglienza, alle possibilità logistiche, all’iniziale contatto con le autorità e l’amministrazione locali, alle informazioni di lavoro e alle possibilità di inserimento dei figli nel sistema formativo e a quant’altro possa facilitare l’inserimento dei nostri connazionali nelle nuove realtà. Alcuni COMITES, associazioni e Patronati lo stanno già facendo in proprio, ma si tratta di costruire una vera e propria rete completa di informazioni e di facile accesso a distanza.
Nella stessa interrogazione, dunque, ho chiesto al Ministro degli Esteri se non intenda dare disposizioni volte a realizzare una filiera informativa rivolta ai nuovi migranti affinché questi siano messi in condizione di ottenere a distanza e in temi rapidi, consultando i siti istituzionali del Ministero e delle sue strutture decentrate all’estero, nonché i siti dei COMITES e del CGIE, le informazioni più dirette ed utili per far fronte alle numerose e complesse problematiche della fase di insediamento.
Tutti, a livello di ricerche e di responsabilità istituzionali, evochiamo le nuove migrazioni, ma per la verità poco si sta facendo in termini concreti. Partire da cose fattibili e immediate può servire a camminare in avanti e a corrispondere ad alcune delle esigenze più avvertite dai nuovi migranti”.
Francesca La Marca

5 – LA MARCA (PD): SOLIDARIETÀ CON I PATRONATI CHE MANIFESTANO CONTRO I TAGLI DEI FINANZIAMENTI . I Patronati del CEPA hanno manifestato davanti al Parlamento chiedendo che la legge di Stabilità non rinnovi anche per il prossimo anno i tagli già fatti nel 2015, sia pure in misura ridotta rispetto a quella inizialmente prevista. Roma, 10 dicembre 2015
Con la mia presenza tra gli amici dei Patronati, ho cercato di portare la mia solidarietà e di manifestare la mia profonda convinzione che questi istituti di tutela sociale vadano difesi e messi nella condizione di continuare il loro prezioso lavoro.
Nel breve intervento che mi è stato richiesto come parlamentare, ho portato ancora una volta la mia testimonianza di italiana con doppia cittadinanza residente all’estero sulla funzione di sostegno sociale che essi hanno assolto a beneficio delle nostre comunità. I miei stessi familiari avrebbero avuto grandi difficoltà a vedere riconosciuti i loro diritti se non avessero potuto varcare la soglia di un patronato e ricevere l’aiuto di cui avevano bisogno.
La presenza dei Patronati si è posta come una vera e propria attività di segretariato sociale e oggi essa è diventata tanto più necessaria quanto più estesa e incisiva è stata la contrazione della rete dei servizi assicurati dalle strutture diplomatico-consolari. Questa esigenza si rafforza a seguito dei flussi di nuova emigrazione che comportano evidenti necessità di informazione e di supporto.
Con i molti colleghi che condividono queste posizioni, cercheremo di far valere queste idee, con la speranza che possano trovare ascolto adeguato da parte di chi deve costruire un sistema di compatibilità sempre difficile in un provvedimento complesso come la legge di Stabilità

 

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