10218 LA STORIA DELLA NUOVA LEGGE AD PERSONAM.

20121021 00:48:00 guglielmoz

1 – “L’ELENCO DI QUELLO CHE MANCA È INFINITO”, Davigo
2 – “Mi hanno asfaltato” Non è bastata nemmeno una sentenza della Corte europea a convincere il governo della necessità di un intervento sui tempi della prescrizione. Giachetti
3 – INCANDIDABILITÀ, SPECCHIO PER LE ALLODOLE – DOPO LA bella prova di sé che hanno dato governo e Parlamento con il ddl anticorruzione, adesso sembra si vogliano occupare della incandidabilità: i condannati non potranno fare gli onorevoli (ma va?).di Bruno Tinti
4 – Sconto per Berlusconi, penati e p4 e la chiamano anticorruzione. Il ddl passa con la fiducia al senato. Severino: il falso in bilancio è fuori tema di Caterina Perniconi

1 – Davigo: “L’ELENCO DI QUELLO CHE MANCA È INFINITO” di Beatrice Borromeo Altro che brodino, come il Financial Times ha definito la legge anticorruzione. Per Piercamillo Davigo, consigliere della Corte di Cassazione, “se uno è rigoroso, fa le cose diversamente”. A partire da un certo regalino che il magistrato di Mani Pulite proprio non si spiega. Dottor Davigo, cosa la stupisce di più di questa legge? Direi il fatto che hanno dimezzato le pene previste nel caso di concussione per induzione. Perché l’hanno fatto? L’Ocse chiedeva da tempo all’Italia di punire il privato che paga il pubblico ufficiale, cioè il concussore, e questa legge lo prevede. Non basta? No, perché così si aggira soltanto l’obbligo di punire chi dà denaro al funzionario pubblico, traendone vantaggi. Il concusso alla fine la fa franca. Viene punito, ma la pena è ridotta. E le norme favorevoli sono retroattive. Con il risultato che molti processi in Cassazione verranno annullati. Meglio eliminare la retroattività? No, meglio non ridurre le pene! Quanto ci manca per essere conformi alle richieste dell’Europa? Non so cosa fosse ottenibile, ma di certo l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei. Se solo ci fosse la volontà, basterebbe procedere in modo molto più semplice, copiando le convenzioni internazionali. Così saremmo conformi di sicuro. Cosa cambia per quanto riguarda il traffico di influenze, cioè quando i potenti si mettono d’accordo per darsi un aiuto (illecito) reciproco? In questo caso il vero problema è che la pena edittale prevista per questo reato (cioè la reclusione a tre anni) non consente le intercettazioni telefoniche. Ma come pensano di scovare questi reati? Li scopriremo solo se ce li verranno a raccontare. Almeno, però, hanno aumentato i termini per la prescrizione da 7 anni e mezzo a 11 per i reati di corruzione, concussione per induzione e traffico di influenze. Basterà per terminare in tempo i processi? C’è un equivoco di fondo. Non sono i termini di prescrizione a essere necessariamente troppo brevi, il problema è che in Italia la prescrizione comincia a decorrere non dalla scoperta del reato, ma da quando il reato è stato commesso. E di solito non si becca il criminale in flagrante. È ridicolo: in altri paesi, una volta che il processo comincia, i termini per la prescrizione non decorrono più. Poi c’è un’altra questione. Quale? Da noi ci sono 35 mila fattispecie di reati penali, e invece di ridurle, questa legge le ha ulteriormente aumentate. Rendiamoci conto che anche se abolissimo il 90 per cento dei reati, ne resterebbero ancora migliaia. Forse però andrebbe introdotto il reato di autoriciclaggio. Oggi quelli che, ricevute le mazzette, usano i soldi per acquisti e investimenti, non vengono puniti. Il ministro Severino ha detto che non voleva ritardare i tempi del disegno di legge, che se ne occuperà a parte. Forse ha ragione. Però noto che l’autoriciclaggio è stato inserito nella lista dei reati persino in Vaticano… Hanno anche evitato di reintrodurre il falso in bilancio, cancellato dal governo Berlusconi. Lasciamo stare, l’elenco di quello che manca è infinito. Cosa pensa invece dell’incandidabilità? I condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni dovranno mollare la poltrona. Già. Peccato che oltre il 90 per cento delle condanne, anche quelle per concussione, tra rito abbreviato e attenuanti generiche vanno pesantemente sotto i due anni. E poi basta che uno patteggi per evitare la condanna. E quindi l’incandidabilità.

2 – GIACHETTI: “MI HANNO ASFALTATO” NON È BASTATA NEMMENO UNA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA A CONVINCERE IL GOVERNO DELLA NECESSITÀ DI UN INTERVENTO SUI TEMPI DELLA PRESCRIZIONE. Dal Lussemburgo e da Strasburgo arrivano continue sollecitazioni a cambiare le regole perché il giudizio sulla condizione italiana è “assolutamente negativo”. Ma con il ddl anticorruzione non cambia niente, anzi. “LA FATIDICA legge sulla corruzione che doveva essere la grande risposta del Paese su questi temi è ben al di sotto delle aspettative minime che si dovevano avere” ha dichiarato ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, “non affronta i nodi che riguardano il lavoro, a partire dal falso in bilancio che è notoriamente lo strumento primo attraverso cui si esercitano la corruzione, le tangenti e le infiltrazioni”. Una legge che scontenta tutti, o quasi: “Ho perso, mi hanno asfaltato” ha dichiarato ieri in una conferenza stampa il deputato democratico Roberto Giachetti, autore dell’emendamento sulla regolamentazione dei magistrati fuori ruolo. “Hanno fatto ‘ ammuina ’ e cambiato le regole per peggiorarle. Dei circa 10 mila magistrati gli intoccabili sono 300. Gli altri 9700 non sono particolarmente toccati dalla vicenda e probabilmente la pensano esattamente come me”. Ma di certo Giachetti non ci rinuncia: “La legge tornerà alla Camera e io proseguirò la mia battaglia, ma so già che non otterrò nulla, al massimo potrò raccontarla ai miei nipoti”. C. Pe.

3 – INCANDIDABILITÀ, SPECCHIO PER LE ALLODOLE di Bruno Tinti – DOPO LA bella prova di sé che hanno dato governo e Parlamento con il ddl anticorruzione, adesso sembra si vogliano occupare della incandidabilità: i condannati non potranno fare gli onorevoli (ma va?).
Ammesso che questa cosa veda mai la luce, si tratterà di uno specchietto per le allodole, come la legge anticorruzione. 1 – L’incandidabilità scatterebbe a seguito di una sentenza di condanna definitiva a pena maggiore di 2 anni di reclusione (ma si parla anche di 3). 2 – Omicidio, rapina e traffico di droga in genere sono sanzionati con pene superiori. Ma è difficile che i parlamentari commettano reati di questo tipo: hanno altri mezzi più sicuri per arricchirsi. Comunque, è vero, l’onorevole che ammazza la moglie non potrà più frequentare il Parlamento. 3 – I reati tipici di questa gente, come ognuno (e anche il governo) sa benissimo, sono concussione, corruzione, traffico di influenze, voto di scambio, falso in bilancio, frode fiscale, abuso in atti d’ufficio. 4 – A eccezione della concussione con violenza o minaccia (che non si verifica mai) tutti gli altri reati sono a prescrizione garantita. Bisogna arrivare a sentenza definitiva entro 10 anni e 8 mesi per la concussione per induzione ed entro 7 anni e mezzo per gli altri reati. Siccome le indagini, per questo genere di delitti, cominciano a distanza di qualche anno dal fatto (in media 3 o 4) gli anni che restano non sono sufficienti per celebrare i processi in Tribunale, Appello e Cassazione. Quindi la sentenza definitiva sarà: “Reato estinto per prescrizione”. Cioè che l’imputato ha commesso il reato ma non può essere condannato. Sicché niente sentenza definitiva di condanna e niente incandidabilità. 5 – Per il traffico di influenze e il voto di scambio non si possono fare le intercettazioni telefoniche. Senza di queste le indagini non partono nemmeno. I trafficanti sono uniti da un patto ferreo: nessuno denuncia l’altro perché andrebbe in prigione pure lui. Ne consegue che i processi che potrebbero portare a condanne definitive non si faranno. Niente incandidabilità. 6 – Il falso in bilancio non esiste più. Anzi esiste ma di fatto non è perseguibile; lo sanno anche i sassi. Quindi niente incandidabilità. 7 – Perché sussistano traffico di influenze, voto di scambio e abuso d’ufficio occorre che il premio dato o promesso al delinquente sia denaro o altro vantaggio patrimoniale. Insomma, soldi. Ma è ovvio che in questi casi di soldi non ne circolano. Il premio consiste nel fatto che oggi io aiuto te e domani tu aiuti me. Sono tutti “a disposizione”. Niente soldi, niente reato; niente reato, niente incandidabilità. 8 – Se, hai visto mai, a condanna definitiva si dovesse arrivare (si dice che le vie del Signore sono infinite, peccato che non sia vero) c’è sempre Santo (per restare in tema) patteggiamento. Ma non si patteggia a più di due anni perchè altrimenti niente sospensione condizionale, cioè galera immediata. Quindi niente incandidabilità. Ma quando la smetteranno di prenderci per… il fondo dei pantaloni?

4 – SCONTO PER BERLUSCONI, PENATI E P4 E LA CHIAMANO ANTICORRUZIONE. IL DDL PASSA CON LA FIDUCIA AL SENATO. SEVERINO: IL FALSO IN BILANCIO È FUORI TEMA di Caterina Perniconi
Sulla volta che sovrasta l’aula del Senato sono affrescate le personificazioni della Giustizia, del Diritto, della Fortezza e della Concordia. Ogni tanto ieri il Guardasigilli Paola Severino alzava gli occhi e le osservava. Forse pensando che la sua legge anticorruzione avrebbe dovuto avere a che fare più con i primi tre che con la quarta. E invece, per assecondare la pace tra i membri di una “strana” maggioranza bipartisan, a vincere è stata l’ultima. Quando si è issata in piedi per esprimere il parere del governo dopo un’ora e mezzo di dibattito, il ministro ha chiesto conto ai parlamentari delle mancanze di questa legge: “Anch’io appartenevo ad una categoria di grilli parlanti, ogni legge che usciva la mia critica era pronta, era forte. Ma bisogna passare qui dentro per capire la fatica che c’è dietro ogni provvedimento, la necessità di conquistarsi la fiducia di tutti su ciò che si propone”. Una fiducia raggiunta solo dopo riduttivi compromessi. Il provvedimento che dovrebbe aiutare lo Stato a recuperare 60 miliardi l’anno introduce maggiore trasparenza, impedisce ai condannati per mafia di ricevere appalti pubblici e crea l’Authority anticorruzione. Ma non ripristina il falso in bilancio, non accorcia i tempi dei processi né allunga quelli della prescrizione (men che meno abolisce la ex Cirielli). Tutti i temi su cui il Pdl ha alzato le barricate . Inoltre depenalizza il reato di concussione per induzione, offrendo un “aiutino” ai processi di Filippo Penati (aree Falck) e Silvio Berlusconi (caso Ruby). Lo stesso reato ha a che fare anche con i casi P4 (Papa), sanità pugliese (Tarantini), nomine Asl (Tedesco).

“SO PERFETTAMENTE che il falso in bilancio, l’auto riciclaggio e il tema della prescrizione rappresentano mondi che stanno intorno alla corruzione e che ne condizionano le possibilità di scoperta e di punizione” ha dichiarato la Severino, “sono le premesse della corruzione: il falso in bilancio serve per nutrire di denaro nero la corruzione; l’auto-riciclaggio rappresenta la parte postuma, ciò che si fa con il denaro” .Ma“i reati satellite non devono diventare la tomba del ddl” ha chiarito. In realtà sono strumenti fondamentali ai quali gli inquirenti non potranno ricorrere nonostante l’Europa ci chieda di adeguarci dagli anni ’90. “La riforma dei reati societari ci deve essere – ha continuato il ministro –ma non nel provvedimento sulla corruzione, perché lo affollerebbe”. Non lo affollano invece le numerose clausole sui magistrati fuori ruolo. La regolamentazione chiesta dalla Camera con l’emendamento del deputato Pd Roberto Giachetti è stata stravolta. Il 2,6% dei togati che hanno un alto incarico nelle amministrazioni potranno usufruire di speciali eccezioni per preservare il loro ruolo. Alla fine della sua arringa Severino ha chiesto la fiducia, che è stata votata dopo sei ore. Per lei solo il tempo di un pranzo veloce, di cambiarsi una delle sette camicie sudate per trovare un accordo tra i partiti e di nuovo in aula. Ma di fronte ha trovato una platea scarsa. C’erano solo 12 senatori del Pdl. A sinistra banchi più popolati ma nessuno pareva scontento . Tranne l’IdV, che ha votato contro la legge “per l’impossibilità di modificarla” e Giovanardi, secondo cui “i fenomeni di corruttela aumenteranno con l’introduzione di funzionari ad hoc in ogni comune che dovranno controllare persino gli amici e i parenti”.

IL CALCOLO È FINITO con 228 favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti, una delle fiducie più basse registrate da questo governo che, come ha detto Mario Monti, “ci ha messo la faccia”. Ora dovrà fare i conti con un nuovo rinvio del provvedimento alla Camera. Nonostante gli auspici a “fare presto” non c’è da sottovalutare il parere del Csm richiesto dalla Severino sulla legge, atteso per la prossima settimana . Difficile che l’organo di autogoverno della magistratura non faccia rilievi su un provvedimento imperfetto. E come faranno a quel punto i deputati a non recepirli? Solo dopo l’approvazione definitiva scatterà l’impegno del governo a scrivere la delega sull’incandidabilità dei condannati in Parlamento. Un altro compromesso con la politica: la norma prevede infatti che non potranno partecipare alle elezioni i condannati in via definitiva a una pena oltre i due anni per i reati contro la pubblica amministrazione, a tre negli altri casi. Peccato che l’87% dei corrotti ne patteggia meno di due e può andare dritto a premere un bottone sotto la volta di Palazzo Madama, ringraziando la Dea Concordia.

5 – L’ANALISI I BUCHI NERI DEI TECNICI INTERCETTAZIONI “VIETATE” PER TRAFFICO DI INFLUENZE E VOTO DI SCAMBIO di Bruno Tinti
Lo sanno tutti cosa è una corruzione. Una persona avvicina un pubblico ufficiale e gli chiede qualcosa: un appalto, un posto di lavoro, chiudere gli occhi su qualcosa di illecito; e gli promette soldi oppure qualsiasi altra cosa gli serva: una donna, un viaggio fantastico, una raccomandazione. Forse qualcuno non sa cosa è una concussione per induzione. Ma non è difficile. La concussione è un ricatto fatto da un pubblico ufficiale (un parlamentare, un assessore, un Presidente del Consiglio dei ministri): se non fai questo ti succederà qualcosa di male. L’induzione è un modo sottile per ricattare: non ti dico che ti farò qualcosa di male ma ti faccio capire che ti posso danneggiare o essere utile; vedi un po’ tu.
SE IL RICATTATO ci sta perché spera di ottenere qualcosa di utile, allora è un po’ come la corruzione. E se il ricattato è anche lui un pubblico ufficiale che ha l’obbligo di denunciare i reati, allora – anche se ci sta perché ha paura – commette un reato a sua volta. Anche il traffico di influenze è una cosa semplice. Due o più potenti, gente che sta al vertice della piramide, si promettono, anche implicitamente, aiuto reciproco, naturalmente illecito. Ti chiedo un favore (che non dovresti farmi). A disposizione, domani potrò sempre contare su di te. E il voto di scambio? Votatemi, a te farò aprire la tabaccheria, a te ti raccomanderò per un appalto, a te ti farò trasferire in quella città dove desideri tanto andare. Quello che si capisce bene, a questo punto, è che il corrotto e il corruttore, il concusso e il ricattatore, i compari che si accordano per un aiuto illecito reciproco, hanno un interesse comune: farsi i loro sporchi affari e non farsi beccare. Ma se per caso uno di loro è beccato, l’ultima cosa che può fare è confessare: perché, accusando l’altro, accusa se stesso; e vanno in galera tutti e due. Quindi nessuno parla, nessuno collabora: questi reati si scoprono per caso. Si analizza un bilancio e si vede che ci sono poste strane, soldi che non si sa che fine hanno fatto; si indaga su una violazione edilizia e si scopre che la licenza non poteva essere concessa; si intercetta uno per frode fiscale e si scopre che le fatture false sono state fatte per mandare i soldi su un certo conto. E via così. Ma che significa, sul piano pratico, che questi reati si scoprono “per caso”? Significa che si scoprono a una certa distanza di tempo da quando sono stati commessi. Per esempio, se si parte da una frode fiscale, questo vuol dire che la Gdf o la Procura li scopriranno dopo che la dichiarazione dei redditi è stata presentata (1 anno dopo l’emissione delle fatture false), dopo che è stato fatto l’accertamento tributario (3 anni come minimo) e dopo che la Gdf ha indagato per vedere dove sono finiti i soldi (1 anno o giù di lì): 5 anni dalla consumazione del reato. Le indagini quindi partiranno a 5 anni di distanza.

MESSE DA PARTE queste informazioni, vediamo cosa non va nel ddl anticorruzione approvato al Senato.

1 – Non c’è una norma che preveda la non punibilità del corrotto o del concusso o del compare traffichino che denuncino il reato. Anche se ti sei pentito e collabori vai in prigione lo stesso, magari con una pena minore. Ovviamente tutti allineati e coperti.
2– La pena per il traffico di influenze e per il voto di scambio è, nel massimo, 3 anni. Quindi niente intercettazioni telefoniche. Se il pm non ha la palla di cristallo, scoprire questi reati è praticamente impossibile.
3 – Per il traffico di influenze e per il voto di scambio, la contropartita deve essere “denaro o altro vantaggio patrimoniale”. Sicché, se la contropartita è la promozione (non dovuta) a un ufficio prestigioso, la raccomandazione di un protetto importante (che in realtà non vale niente) e insomma tutti i consueti favori che si scambiano i potenti, il reato non sussiste.
4 – Con le pene previste dal ddl, la prescrizione per corruzione, traffico di influenze e concussione per induzione va da 7 anni e mezzo a un po’ meno di 11. Che sembrano tanti. Ma vi ricordate che si parte con un handicap di 4/5 anni? Come si fa, nei 3/4/5 anni che restano, a fare indagini, processo di 1° grado, processo d’appello e processo in Cassazione? Non si fa.
5 – Se il processo si chiude con una sentenza di prescrizione, non c’è “condanna definitiva”. Tutti innocenti. Quindi la incandidabilità dei condannati in Parlamento resta una pia illusione.
6 – Dove la contropartita è il denaro, è ovvio che si tratta di denaro “nero”. Quindi falso in bilancio. Ma siamo ancora con la legge di B, fatta apposta per evitargli la galera: via libera ai tesoretti riservati. Potremmo cercare di chiudere la stalla prima che i buoi scappino con una nuova legge (basta recuperare quella che c’era prima); ma non se ne parla.
7 – Una volta ricevuto il denaro, il corrotto lo deve pur mettere da qualche parte. Che fa, se lo tiene sotto la mattonella? Certo che no: ci compra pizzerie, alberghi, società. In tutti i paesi civili si chiama autoriciclaggio e, quando ti acchiappano, buttano via la chiave della cella. Da noi non è reato. Ma che legge è questa? Nella migliore tradizione del processo penale italiano: fatta per non funzionare.

 

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