11895 PD – PARLAMENTARI ESTERO

20151221 09:38:00 guglielmoz

1 – FEDI (PD): Le critiche sono utili solo se hanno una base di verità
2 – FEDI (PD): con la finanziaria 2016 una nuova pagina si e’ aperta
3 – LA MARCA (PD): il governo accoglie il mio ordine del giorno sulle cure sanitarie d’urgenza ai minori nati all’estero da cittadini italiani
4 – FEDI (PD): il governo accoglie il mio ordine del giorno per un maggiore sostegno delle camere di commercio italiane all’estero

1 – FEDI (PD): LE CRITICHE SONO UTILI SOLO SE HANNO UNA BASE DI VERITÀ
All’amico Ferretti, che critica aspramente le prese di posizione dei parlamentari di maggioranza sui miglioramenti ottenuti nella legge di Stabilità, ricordo che al Senato, sui capitoli tradizionali degli italiani nel mondo, sono stati recuperati tutti i tagli previsti con un incremento, rispetto all’anno precedente, sulle voci riguardanti la scuola e la cultura. Quindi dove si fonda la “devastazione” denunciata da l’Italiano e da Italia chiama Italia si dovrebbe spiegare meglio. Roma, 18 dicembre 2015
Sul fronte dei Patronati – che notoriamente sono la grande passione de l’Italiano e di Italia chiama Italia – ricordo che siamo riusciti a contenere una preoccupante riduzione di risorse, dai 48 milioni iniziali ai 15 finali. Ma non può passare sotto silenzio né la maggiore attenzione all’attività dei Patronati, e quindi la limitazione al proliferare di sigle che non svolgono significativa attività, né la positiva modifica dell’aliquota di prelevamento dal fondo, che evidentemente comporta più risorse.
Ho avuto modo di dire in passato e lo confermo oggi che la questione del ruolo dei Patronati e delle modalità di finanziamento implica scelte legate alla politica del welfare, sulle quali l’intero Paese dovrebbe interrogarsi. Non riguarda unicamente l’estero. Direi piuttosto che questa accentuazione dei riferimenti all’estero, circoscrivendo l’attenzione ad un aspetto particolare, potrebbe indebolire proprio l’estero. Dobbiamo sentirci impegnati a continuare l’azione di recupero di risorse ma il tema è molto più vasto e impegnativo. Va affrontato e discusso proprio nell’ambito di una nuova visione delle tutele e dei soggetti preposti a garantire la parità di accesso ai diritti soggettivi in campo previdenziale. Ed è una discussione che si lega anche al nuovo piano internazionale degli istituti di previdenza, alla nascita e gestione della previdenza complementare, alla necessità di offrire servizi efficienti e legati ai territori, oltre che alle nuove tecnologie informatiche. Questa è la sfida che dobbiamo raccogliere, insieme, per evitare di dover affrontare nuove battaglie senza un orizzonte di riferimento.

Sull’IMU, se guardiamo alla situazione esistente, questa legge di stabilità estende ulteriormente esenzione TASI e riduzione a 1/3 della TARI ai pensionati, con un indiscutibile miglioramento della regolamentazione precedente.
Il passaggio alla Camera della legge di stabilità, dopo l’ottimo lavoro svolto al Senato ed il recupero di risorse in settori importanti come scuola e rappresentanza, è iniziato con l’approvazione di emendamenti ed un parere in Commissione esteri che hanno visto esclusivamente il lavoro dei deputati del Partito Democratico. Non a caso, quegli emendamenti proposti dal relatore e fatti propri dalla Commissione, sono stati tutti approvati nella Commissione Bilancio. Assenti altri pezzi di maggioranza e assenti le opposizioni, almeno quelle che un giorno sì e l’altro pure affermano di interessarsi agli italiani nel mondo. Il M5S era presente ma i suoi rappresentanti hanno contribuito a rafforzare l’idea che gli italiani nel mondo non sono – diciamo così – la prima delle loro preoccupazioni.
Abbiamo ottenuto, inoltre, la parità di trattamento tra i lavoratori su un tema storico, le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, ora inserite nel più vasto panorama delle agevolazioni fiscali. Estese ai lavoratori in ambito UE, queste ora sono previste per tutti alle condizioni di legge.
Su una sola cosa ha ragione Ferretti, sul CGIE. Esso deve esprimere parere obbligatorio sulle proposte del Governo concernenti le materie riguardanti le comunità italiane nel mondo. Sulle proposte del Governo, non sull’azione del Parlamento! Credo sia giusto rivolgere la domanda al Governo, ma credo sia molto poco serio scaricare questa responsabilità sul Parlamento e sui parlamentari di maggioranza, che non c’entrano nulla. On. Marco Fedi

2 – FEDI (PD): CON LA FINANZIARIA 2016 UNA NUOVA PAGINA SI E’ APERTA
Un passaggio dell’esame della legge di Stabilità alla Camera merita forse una riflessione sia per il peso che ha avuto sul buon esito del risultato complessivo che per il fatto di aver posto un precedente istituzionale e politico di non poco significato per gli italiani all’estero. Roma, 20 dicembre 2015
Mi riferisco al parere dato dalla Commissione Esteri sulla legge di Stabilità 2016 e, in particolare, sul bilancio del Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale. Torno su questo punto non perché ne sia stato il relatore, ma perché può essere un confine dal quale ripartire per il lavoro futuro.
L’orientamento generale sul provvedimento espresso dalla Commissione è stato positivo sia per il carattere espansivo della manovra sia per il contenimento del carico fiscale sia per il miglioramento della competitività del Sistema Paese, che si evidenzia nell’incremento delle risorse per l’internazionalizzazione.

Gli aspetti che a noi più interessano sono comunque le condizioni e le osservazioni che la Commissione Esteri ha inserito nel parere inviato alla Commissione Bilancio. Tra le condizioni, infatti, compaiono, oltre ad uno stanziamento straordinario connesso alla presidenza italiana dei Paesi più industrializzati, l’estensione delle facilitazioni fiscali, comprese le deduzioni per carichi di famiglia, ai lavoratori italiani operanti extra UE che pagano le tasse in Italia; la prosecuzione delle iniziative a favore della tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia (legge n. 72 del 2001) e degli interventi a favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia (legge n. 73 del 2001); la previsione di uno stanziamento aggiuntivo per la Dante Alighieri.

Non è un caso che le misure proposte dal relatore per gli italiani all’estero e fatte proprie dalla Commissione Esteri siano state approvate dalla Bilancio ed entrate a far parte del provvedimento, per un importo complessivo di 6,5 milioni di euro per il 2016 e di 9 milioni per gli anni successivi.

Per il nostro mondo, non meno importanti sono le osservazioni allegate al parere. Esse richiamano l’esigenza di ripristinare il cofinanziamento delle Camere di Commercio all’estero, di consolidare il sistema di promozione della lingua e cultura italiana all’estero sia sul versante dei corsi integrati che del funzionamento delle scuole paritarie, di evitare ulteriori chiusure di sedi consolari e di istituti di cultura, di utilizzare una quota parte della percezione dei 300 euro per le domande di cittadinanza per rafforzare i consolati nei quali vi sono cumuli di giacenze, di rafforzare i presidi di base delle comunità adeguando le dotazioni di COMITES e CGIE, di arrivare al più presto ad un riordino complessivo della fiscalità sulla prima casa, tenendo conto delle proposte di equiparazione.
Forse non era ancora accaduto che un organismo parlamentare assumesse in modo così completo e organico le tematiche degli italiani all’estero, disegnando in modo trasversale un quadro di riferimento utile non solo per la Stabilità 2016, ma anche per il futuro. Quindi, si delinea una prospettiva di lavoro e di impegno istituzionale e politico che non può che rafforzare l’impegno di coloro che hanno a cuore gli interessi degli italiani all’estero e, in particolare, degli eletti all’estero.
Ora è chiaro a tutti che queste indicazioni di lavoro di per sé non sono destinate a diventare provvedimenti operativi solo perché inserite nel parere della Commissione Esteri. La loro sorte dipende evidentemente dall’impegno politico dei parlamentari e dei Gruppi e dalla condivisione della maggioranza e del Governo.
A questo proposito, devo dire per spirito di verità che nei lavori della Commissione, mentre si decidevano queste cose, gli unici deputati presenti tra gli eletti all’estero erano i rappresentanti del PD e nel proficuo lavoro emendativo successivo al prevalente impegno degli eletti del PD, si è aggiunto solo quello di alcuni parlamentari di maggioranza. Spero, dunque, che per questioni di decenza ci siano risparmiate le critiche pregiudiziali e propagandistiche di quanti, quando si costruivano le decisioni, erano assenti o silenti.
In ogni caso, per la novità della posizione della Commissione Esteri, per l’atteggiamento di attenzione e di disponibilità del Governo e per la rilevanza del risultato ottenuto, una nuova pagina si è aperta. Sarebbe veramente deludente attardarsi a polemiche prevenute e propagandistiche. Spetta a noi tutti cercare di scriverla. On. Marco Fedi

3 – LA MARCA (PD): IL GOVERNO ACCOGLIE IL MIO ORDINE DEL GIORNO SULLE CURE SANITARIE D’URGENZA AI MINORI NATI ALL’ESTERO DA CITTADINI ITALIANI. Roma 20 dicembre 2015.
A completamento del positivo risultato ottenuto dagli eletti all’estero del PD con l’impegno emendativo sulla legge di Stabilità per il 2016, ho presentato un ordine del giorno, controfirmato anche dai colleghi Farina, Fedi, Garavini, Porta e Tacconi, con il quale ho chiesto al Governo di definire criteri uniformi per le cure urgenti dei cittadini italiani residenti all’estero in soggiorno temporaneo in Italia e a fare in modo che al trattamento siano ammessi i minori in possesso della cittadinanza italiana.
Sulla stessa questione, sulla quale da anni sono impegnata, avevo presentato anche un emendamento che, dichiarato ammissibile, non ha trovato accoglimento solo per questioni di copertura finanziaria, sempre difficile in tempi di contenimento della spesa pubblica.
Il Governo ha accolto l’ordine del giorno e per questo esprimo la mia soddisfazione, oltre che il mio ringraziamento per l’attenzione prestata a un’esigenza certamente avvertita dagli italiani all’estero.
Ricordo brevemente i termini della questione. La normativa in vigore sul trattamento sanitario riconosciuto ai cittadini italiani, contenuta nel Decreto del Ministro della Sanità 1 febbraio 1996, prevede le cure ospedaliere urgenti per un periodo non superiore a 90 giorni per ogni anno solare ai cittadini italiani residenti all’estero in occasione di soggiorni temporanei in Italia. Le norme, tuttavia, prevedono che i beneficiari debbano essere nati in Italia, essere emigrati permanentemente all’estero o titolari di prestazione pensionistica ed essere comunque sprovvisti di assicurazione pubblica o privata.
Dal possibile trattamento sanitario urgente sono esclusi, dunque, i cittadini italiani nati all’estero, anche se da genitori nati in Italia; tale limitazione ricade in particolari sui figli minorenni di famiglie italiane e miste.
L’esclusione dei figli minorenni, oltre ad essere discutibile in termini di principio riguardando in ogni caso cittadini italiani, rappresenta una remora di non poco conto per il turismo di ritorno e per gli auspicabili soggiorni di studio da realizzare nel nostro Paese, soprattutto in una fase di iniziale ripresa della nostra economia, come quella che attraversiamo.
Le Regioni, nell’ambito della loro autonomia organizzativa del servizio sanitario, su tale questione si sono mosse in modo non omogeneo, seguendo spesso indirizzi e pratiche differenti.
Il senso dell’ordine del giorno, dunque, è quello di indurre il Governo a operare, in dialogo con la Conferenza Stato-Regioni, affinché il trattamento sul territorio non sia erogato a vestito di Arlecchino, ma in modo uniforme. In più, esso tende a far riconoscere le prestazioni d’urgenza anche ai minori cittadini italiani ma nati all’estero, che siano accompagnati dai loro genitori durante soggiorni temporanei o si trovino in Italia per ragioni di studio.
Il mio impegno, ora, sarà quello di verificare ed eventualmente continuare ad incalzare il Governo affinché la questione sia concretamente affrontata.

4 – FEDI (PD): IL GOVERNO ACCOGLIE IL MIO ORDINE DEL GIORNO PER UN MAGGIORE SOSTEGNO DELLE CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE ALL’ESTERO – Roma, 20 dicembre 2015
Nella legge di stabilità 2016, il rafforzamento della competitività del Sistema Italia in questa fase di ripresa della nostra economia rappresenta uno degli obiettivi primari della manovra e, a tale scopo, si è provveduto ad incrementare in modo significativo le risorse destinate all’internazionalizzazione.
In tale quadro, è stato approvato anche un emendamento, a prima firma Garavini e sottoscritto dagli altri deputati del PD eletti all’estero e dai colleghi Mongiello, Marco Di Maio e Boccadutri, per destinare per ciascuno dei prossimi tre anni 3 milioni di euro a favore delle Camere di Commercio italiane all’estero (CCIE). Solo problemi di copertura finanziaria hanno indotto a prevedere un finanziamento di 500.000 euro per il 2016, confermando comunque i 3 milioni per i prossimi anni.

Si tratta di un atto di lungimiranza perché le Camere di Commercio italiane all’estero si sono dimostrate sul campo le strutture più efficienti e incisive nella promozione internazionale del made in Italy. Nel complesso esse sono 76, operanti in 54 Paesi del mondo e associano, su base volontaria, 20.000 imprese, sviluppando annualmente più di 300 mila contatti di affari.

Le CCIE sono destinatarie annualmente da parte del Ministero dello sviluppo economico di un cofinanziamento sul valore dei programmi di promozione realizzati. Il Ministro dello sviluppo economico, negli ultimi anni, ha impegnato orientativamente circa il 60 per cento delle risorse complessive disponibili nell’apposito capitolo di bilancio al cofinanziamento dei progetti presentati dalle CCIE.
Tuttavia, negli ultimi cinque anni, per le note difficoltà di carattere finanziario, la dotazione del capitolo è stata ridotta dell’80 per cento. Per compensare almeno in parte questa contrazione, nel 2015 la percentuale di risorse impegnate a favore dei programmi delle CCIE è salita all’85% dei fondi disponibili. Se persistessero le percentuali di contribuzione degli scorsi anni, la contribuzione pubblica a favore delle CCIE scenderebbe a meno del 10 per cento rispetto alla previsione massima del 50 per cento, con conseguenze preoccupanti sulla continuità di servizio e sul supporto assicurato dalle CCIE ai processi d’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane.
Prendendo atto del serio sforzo che il Governo ha già fatto in questa Stabilità per superare queste criticità, ho presentato un ordine del giorno, assieme ai colleghi Porta, Garavini, Mongiello, Marco Di Maio, Farina, Boccadutri, La Marca e Tacconi chiedendo di considerare la possibilità di arrivare anche per il 2016 al livello di finanziamento degli anni successivi e, intanto, di assegnare alle Camere di Commercio all’estero non meno del 95% delle somme disponibili.
Il Governo ha accolto il mio ordine del giorno, dando un’ulteriore prova di apertura alle esigenze di rafforzamento delle politiche di internazionalizzazione e di condivisione del ruolo che i diversi soggetti che operano all’interno delle nostre comunità possono svolgere a beneficio della ripresa del Paese.
Non mancheremo in prosieguo di verificare se quanto da noi auspicato nell’ordine del giorno accolto dal Governo trovi il riscontro puntuale che gli interessi del Paese richiedono. On. Marco Fedi

 

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