9973 Rapporto Unctad sugli investimenti nel mondo: l’Italia in ritardo

20120707 14:36:00 red-roma

E’ stato appena pubblicato il Rapporto sugli investimenti nel mondo 2012 (World Investment Report, WIR) a cura della CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUL COMMERCIO E LO SVILUPPO (United Nations Conference on Trade and Development, UNCTAD). Questo studio ogni anno analizza i flussi degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) a livello mondiale e regionale, focalizzando un tema specifico. Il focus di quest’anno è il quadro di politica degli investimenti per lo sviluppo sostenibile (Investment Policy Framework for Sustainable Development).

Rapporto UNCTAD sugli investimenti nel mondo: il ritardo dell’Italia
Redazione a cura del Dipartimento politiche globali della CGIL.

E’ stato appena pubblicato il Rapporto sugli investimenti nel mondo 2012 (World Investment Report, WIR) a cura della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (United Nations Conference on Trade and Development, UNCTAD). Questo studio ogni anno analizza i flussi degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) a livello mondiale e regionale, focalizzando un tema specifico. Il focus di quest’anno è il quadro di politica degli investimenti per lo sviluppo sostenibile (Investment Policy Framework for Sustainable Development): l’ economia mondiale sta entrando in nuova fase di globalizzazione, in cui non si può prescindere da un modello di sviluppo che sia sostenibile e inclusivo. Ciò genera la necessità di pensare politiche degli investimenti nuove e ricche di implicazioni, allo scopo di mantenere attorno alle attività di investimento un clima favorevole, con delle linee-guida per il rispetto di regole interne e internazionali in continua evoluzione.

Il Rapporto evidenzia che il flusso degli investimenti diretti esteri ( foreign direct investments, FDI) nel 2011 ha superato la media pre-crisi, arrivando a 1,5 miliardi di dollari, nonostante la persistente incertezza dell’economia mondiale. Tuttavia, i flussi sono ancora rimasti oltre il 20 per cento di sotto del loro picco del 2007. Un minore aumento degli FDI nel corso del 2012 era stato previsto, con dei flussi stabili a circa 1,6 miliardi di dollari. Le proiezioni a lungo termine mostrano comunque un aumento moderato ma costante, con gli FDI globali che arrivano a 1,8 miliardi di dollari nel 2013 e 1,9 miliardi nel 2014, salvo eventuali ulteriori shock macro-economici.

Nel 2011 i flussi di FDI sono aumentati in tutte le regioni. Quelli nei paesi in via di sviluppo hanno raggiunto il record di 684 miliardi di dollari, segnando una crescita dell’11 per cento. Le economie in transizione hanno visto un aumento del 25 per cento (per 92 miliardi di dollari). I flussi verso i paesi sviluppati sono cresciuti del 21 per cento, ma sono ancora un quarto al di sotto della media pre-crisi.

Il Rapporto contiene un’analisi dettagliata sulle tendenze degli investimenti globali e regionali, sugli sviluppi politici nazionali e sulla nuova generazione di politiche di investimento. Evidenzia inoltre che la politica sugli investimenti si trova ad un bivio, costituito dalla revisione degli attuali regimi di investimento nazionali ed internazionali. Molti paesi continuano a liberalizzare e promuovere l’investimento estero. Allo stesso tempo, nuove misure di regolamentazione e di controllo vengono introdotte, anche se spesso nel perseguimento di altri obiettivi politici come la politica industriale.

Il WIR 2012 è stato presentato a Roma il 5 luglio presso la sede dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE). In quella sede, si è sottolineato il ritardo dell’Italia sulle politiche di investimento, sia all’estero che all’interno (il rapporto tra investimenti in entrata e PIL rimane basso), pur in presenza di segnali di graduale cambiamento e di crescenti volumi di acquisizioni che fanno del 2011 un anno positivo per il nostro paese da questo versante. La capacità di attirare degli investimenti è stata richiamata dai relatori ancora come uno dei principali driver di sviluppo. Questi gli elementi che ostacolerebbero l’attrazione degli investimenti in Italia secondo gli autori del Rapporto: normativa poco chiara e mutevole; burocrazia; non trasparenza del sistema fiscale; lentezza del sistema giudiziario; ostacoli sui visti; alto costo dell’energia e mancanza di sistema di politica
industriale. Si rimarcano però al contempo tre aspetti di rilievo che possono contribuire ad invertire la tendenza: la qualità, adattabilità e preparazione degli ingegneri, dei chimici e dei tecnici; l’eccellenza dei fornitori, per competenza e tecnologie, e le numerose nicchie di conoscenze scientifiche che vantano primati mondiali, seppure frammentate in università e centri di ricerca.
PER APPROFONDIRE LA LETTURA DEL RAPPORTO CERCARE SU:
WWW.unctad.org/WIR2012

 

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