9953 Sotgiu (Comites Monaco):sostenere l’Italia anche nella ripresa dell’economia

20120704 19:00:00 red-roma

Il componente del Comites di Monaco e presidente del circolo dei sardi di quella città,Pierluigi Sotgiu ha dichiarato la propria soddisfazione perchè i Governi d’ Europa hanno trovato un’intesa sulla ricapitalizzazione diretta delle banche e sul ruolo dei fondi ancorati a garanzia della solvibilità degli Stati. È impensabile che l’Italia, per la sua precedente ed attuale prestazione nell’olimpo internazionale, non conti molto nel calcio, ma alla stessa maniera, anche in economia, dovrebbe registrare risultati positivi e ricoprire una posizione di rilievo. Sostenere le industrie ed i prodotti italiani, con strumenti nuovi e rafforzate per avviare la ripresa di una politica di sviluppo

"La politica in Europa ha trovato un’intesa sulla ricapitalizzazione diretta delle banche e sul ruolo dei fondi ancorati a garanzia della solvibilità degli Stati. È impensabile che l’Italia, per la sua precedente ed attuale prestazione nell’olimpo internazionale, non conti molto nel calcio: anche in economia dovrebbe registrare risultati positivi". È partendo da queste premesse che Pier Luigi Sotgiu, membro del Comites di Monaco di Baviera e presidente del Circolo dei sardi "Su Gennardentu" a Monaco, interviene oggi sulla difficile congiuntura economica attuale, su cui a suo avviso potrebbero intervenire, con le giuste misure, gli imprenditori italiani all’estero.

Anche gli italiani residenti in Germania, – scrive Sotgiu – hanno apprezzato l’annuncio, dopo un vertice difficile e fruttuoso, inerente l’approvazione di un patto per la crescita ed il lavoro in grado di mobilitare oltre 120 miliardi di euro. Si tratta di una vittoria "politica" per l’Italia e la Spagna, che avendo stretto la cinghia e svolto "i compiti a casa", adottando misure di risanamento, chiedevano maggiore disponibilità a sostenere i Paesi virtuosi.

In questo quadro e con queste premesse, sostiene Sotgiu, la presenza italiana all’estero, anche per il volume economico che riesce a produrre, dovrebbe acquisire risorse e una pianificazione che ne indirizzi le energie e le potenzialità. Gli italiani in Germania sono quasi di fatto lasciati soli a se stessi. All’estero, oltre ai tanti lavoratori ed impiegati italiani, sono presenti anche imprenditori italiani, soprattutto tantissimi piccoli imprenditori, abbandonati a se stessi. E nulla ad esempio viene intrapreso a favore degli imprenditori per fare promozioni di prodotti, campagne pubblicitarie al fine di far meglio conoscere il Made in Italy, intensificare la vendita di questo e quel prodotto o servizio.

"L’Italia trascura l’importante settore dell’imprenditoria italiana all’estero, che potrebbe rappresentare uno dei cardini dell’economia italiana; non si preoccupa di incentivare e dare la possibilità anche a nuovi imprenditori di fare impresa, di essere maggiormente presenti secondo le caratteristiche italiane, ma soprattutto in linea con le esigenze dei mercati locali".

"Non è possibile, dice Pl.Sotgiu, avere ancora oggi in Europa, Consolati italiani, ormai superati dalla globalizzazione avanzante, sostituibili attraverso convenzioni con le regioni ed i Comuni tedeschi per il disbrigo di quei pochi documenti, compreso il rilascio della carta di identità. Versiamo le tasse come i tedeschi: l’accesso ai servizi, perlomeno in un contesto europeo, dovrebbe essere garantito. Gli alti costi degli uffici Consolari ci dovrebbero far riflettere su "come il denaro dello Stato viene sprecato".

"L’ENIT in Germania, scrive Sotgiu, non ha una rappresentanza adeguata: sono almeno 20 in Germania le agenzie di viaggio gestite da italiani. Con esse, intraprendiamo iniziative turistiche per una affermazione del turismo italiano in generale: qui si può trovare non solo materiale pubblicitario, ma anche concludere l’acquisto di un viaggio e/o di una vacanza. Sviluppare un concetto a sostegno di un mercato, come quello tedesco tradizionalmente appetibile, è nella logica della domanda e dell’offerta. Anche per le Camere di Commercio italiane all’estero esistono vizi di forma che non consentono coinvolgimenti qualificati per gli imprenditori italiani. Manca la caratteristica di rappresentanza locale. Come spiegarsi altrimenti che a Monaco di Baviera dei circa 300 ristoranti italiani nessuno di questi sia socio della locale Camera di Commercio Italiana?

In tempi come questi, caratterizzati da una forte concorrenza internazionale e da scarse risorse finanziarie pubbliche, non possiamo permetterci di avere rappresentanze dello Stato in Europa solo e soprattutto per fare presenza, senza che ci si preoccupi di "creare impresa"".

"Valorizziamo quindi l’immagine dell’Italia all’estero, utilizzando e valorizzando il ruolo degli imprenditori italiani nel mondo. Molti giovani italiani di buona volontà, armati di professionalità e conoscenza della lingua potrebbero trovare occupazione. Diamo al nostro Paese quella grinta imprenditoriale, facendo squadra e vincendo anche in economia, un’altra Italia vuole contare anche in Germania.

 

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