9942 IMU: i Comuni umbri considerino prima casa le abitazioni degli emigrati

20120703 12:38:00 red-roma

Una lettera ai sindaci deiComuni umbri, affinché “valutino con attenzione il livello di tassazione IMU sulle abitazioni degli umbri residenti all’estero”, è stata scritta da FAUSTO GALANELLO, presidente del CONSIGLIO dell’EMIGRAZIONE alla REGIONE UMBRIA.
Continua la mobilitazione a favore degli emigrati, perchè la loro casa in Italia suia tassata come fosse una prima casa.

PERUGIA – Una lettera ai sindaci dei Comuni umbri,affinche “valutino con attenzione il livello di tassazione Imu sulle abitazioni degli umbri residenti all’estero” è stata scritta da Fausto Galanello, presidente del Consiglio dell’Emigrazione alla Regione Umbria.
“La nuova Imu – scrive Galanello -rischia di aggravare ulteriormente i costi di gestione delle abitazioni possedute in Umbria dai nostri emigrati. Un aumento significativo della fiscalità su tali beni può innescare un elevato numero di vendite da parte dei nostri corregionali, per i quali la casa in Umbria rappresenta spesso l’ultimo legame con la terra d’origine”.
Galanello invita i sindaci “a valutare con attenzione il livello di tassazione Imu sulle abitazioni degli umbri residenti all’estero. In diversi Paesi – spiega- vi è l’obbligo di denunciare tali immobili anche al fisco locale ai fini del pagamento della tassa patrimoniale. Questo significa che si pagano due imposte sul medesimo patrimonio: un peso che per alcuni può facilmente divenire insostenibile, tanto da prendere in seria considerazione la cessione della stessa casa”. Il presidente del Consiglio dell’Emigrazione chiede ai Comuni di “considerare, sulla base di quanto previsto nella normativa sulla fiscalità locale, direttamente adibita ad abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato, a condizione che non risulti locata. Si tratta – aggiunge Galanello – di evitare il fenomeno generalizzato di vendite degli immobili che, aldilà del valore di legame affettivo con la comunità di origine, può comportare soprattutto nei Comuni interessati in passato da forti flussi migratori un impatto economico molto negativo. Senza dimenticare- conclude – il rischio della crescita nei nostri corregionali all’estero di un senso di sfiducia nelle istituzioni umbre, potendo essi percepire la rinuncia a questa opportunità quasi come un tradimento delle proprie aspettative di riconoscimento del legame profondo che mantengono con la terra d’origine, che grazie anche alle loro rimesse economiche ha potuto beneficiare per anni di una continuacrescita economica e sociale”

 

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