9937 J.Ghosh:la protezione sociale condizione per politiche di sviluppo

20120702 14:00:00 red-roma

JAYATI GHOSH economista indiana: l’ambizione della crescita "inclusiva"
La protezione sociale dev’essere il perno delle strategie di sviluppo. Ma uno sviluppo sostenibile, democratico ed equo. Solo investendo l’Europa uscirà dalla crisi, non con l’austerità.Intervista di CECILIA A. GHEZZI

di Cecilia Attanasio Ghezzi, China Files

Intervista all’economista indiana JAYATI GHOSH. La protezione sociale dev’essere il perno delle strategie di sviluppo. Ma uno sviluppo sostenibile, democratico ed equo. Solo investendo l’Europa uscirà dalla crisi. Non con l’austerità .
di CECILIA ATTANASIO GHEZZI, China Files, Rassegna.it

È urgente creare solide basi di protezione sociale che tutelino le persone più vulnerabili dalla crisi che attanaglia l’economia globale e, in particolare, i paesi della zona euro. Jayati Ghosh, docente di economia alla Jawaharlal Nehru University di New Delhi ed editorialista del quotidiano britannico The Guardian, ne è convinta e per motivarlo cita gli interventi dell’ex presidente cilena Michelle Bachelet all’Ilo (l’Organizzazione internazionale del lavoro) e all’Undp (l’Agenzia Onu per lo sviluppo). L’occasione per ascoltare Ghosh è stato un suo passaggio a Roma, dove nei giorni scorsi ha tenuto una lectio magistralis su invito della Fondazione internazionale Lelio Basso.

La crisi, spiega l’economista, la stanno pagando i lavoratori, soprattutto i giovani con sempre meno possibilità di trovare un’occupazione, le piccole imprese e il lavoro autonomo che vedono i loro sforzi crollare, i cittadini che assistono all’erosione dei propri standard di vita e dei servizi pubblici, per qualità e quantità.

Per questo, sottolinea Ghosh, occorrono garanzie per anziani, disabili, per i giovani, per i disoccupati o per i lavoratori a basso reddito. Allo stesso tempo è necessario l’accesso universale a servizi come la sanità, l’istruzione, il diritto alla sicurezza alimentare e a tutto ciò che può essere definito “interesse nazionale”. Le basi della protezione sociale, in sostanza, devono diventare uno dei perni delle strategie di sviluppo e della crescita “inclusiva”.

“La crisi potrà essere risolta soltanto con un’espansione internazionale coordinata, non con l’austerità”, ha spiegato l’economista indiana a rassegna.it prima dell’incontro romano. “Le misure in atto ci stanno portando nella direzione sbagliata, sono controproducenti e non stanno generando alcun miglioramento. Abbiamo permesso alla finanza di espandersi troppo. Tutto è nato come una crisi delle banche negli Usa e ora lo stesso sta avvenendo in Europa. Non è corretto definirla una crisi del debito sovrano. Non si tratta di governi che hanno speso troppo, ma di governi che hanno permesso pratiche bancarie insostenibili. A questo dobbiamo porre rimedio. Per arrivare a una soluzione non bisogna imporre ai governi di spendere meno, anzi devono spendere di più, perché soltanto così ci potrà essere crescita. Al contrario, riducendo la spesa tutti gli indicatori continueranno a peggiorare. È ciò che sta accadendo ovunque. Italia compresa”.

Rassegna.it Che ruolo possono avere i Paesi emergenti nel fronteggiare la crisi?

Ghosh Rispetto al 2007-2008, questa volta per Cina, India, Brasile e per gli altri Paesi sarà molto più dura evitare la crisi. Hanno già messo sul tavolo tutte le misure per farlo. L’India è l’anello più debole, abbiamo una crescita più bassa e un’inflazione che aumenta. La stessa Cina è in una posizione non invidiabile. Le esportazioni stanno risentendo della crisi. Il modello di crescita basato sulle esportazioni non è più sostenibile. E questo rischia di avere ripercussioni su tutta l’Asia.

Rassegna.it Quali soluzioni possono mettere in campo oggi le forze di sinistra per uscire dalla crisi?

Ghosh La prima cosa che si deve fare è capire che le misure e la strategia proposte dai governi non sono la soluzione, ma contribuiscono soltanto a peggiorare il quadro. Il recupero immediato dalla crisi deve passare per maggiori investimenti. La sinistra deve inoltre ripensare il concetto di crescita, provando a costruire un nuovo modello economico più democratico ed equo.

Rassegna.it Qualche esempio?

Ghosh Sicuramente i Paesi dell’America Latina. Penso all’Ecuador, alla Bolivia, all’Argentina e al Brasile. Ci dimostrano che si può crescere destinando più risorse ai poveri e migliorando le condizioni dei lavoratori, è che è possibile una politica salariale che permetta alla domanda interna di crescere ma basandosi su forme di sviluppo sostenibile. Anche nel continente asiatico abbiamo movimenti che si muovono in questa direzione

 

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