9911 Wall Street Journal: la Ferrero dice il posto di lavoro non è un diritto. E la Costituzione?

20120627 17:20:00 red-roma

In una intervista al Wall Street journal, il Ministro Elsa Fornero non solo non perde occasione per difendere la riforma del lavoro che il Parlamento, con ben quattro voti di fiducia, si accinge ad approvare, ma trova l’occasione per sferrare un attacco alla Costituzione ed i diritti dei lavoratori. Non contenta di avere, con la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, compromesso i diritti e la capacità di difesa dei lavoratori, oggi sostiene che il lavoro non è diritto: Bella coerenza a quella Costituzione su cui ha giurato!

Questa riforma non è perfetta, ma é buona, soprattutto per quelli che entrano nel mercato del lavoro. Lo afferma il Ministro del Welfare, Elsa Fornero, in un’intervista al Wall Street Journal, nella quale delinea la riforma del mercato del lavoro, definendola un tentativo per far "cambiare agli italiani il loro atteggiamento in molti sensi" sul fronte del mercato del lavoro.
Ci proponiamo dice E.Fornero di proteggere le persone, e non il loro posto di lavoro. Deve cambiare l’atteggiamento delle persone. Il posto di lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici.
Di fronte alla levata di scudi di tanti che ricordano al Ministro che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, come afferma la Carta Costituzionale, la Fornero replica che il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione, visto quanto affermato dalla nostra Costituzione, ma è il posto di lavoro che non può essere un diritto ma va conquistato.
Il Governo italiano sta cercando di proteggere le persone, e non il loro posto di lavoro. Deve cambiare l’atteggiamento delle persone. Il posto di lavoro non é un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici.
Il Ministro Fornero dovrebbe però avere l’onesta intellettuale di spiegare a tutti, come si può tradurre nei fatti il diritto al lavoro, senza un posto, preciso e definito, dove potere lavorare. E se questo posto , e cioe il lavoro,debba essere conteso fra tanti e vinca il migliore, oppure se è compito della società e dello Stato creare le condizioni più favorevoli per l’occupazione.
Il lavoro è un diritto ed il Governo migliore e la Società migliore sono quelle che, respingendo le visioni di darwinismo sociale, lo fanno crescere, imponendo regole,governando finanza, economia ed investimente, per assicurare lo sviluppo e la crescita di una occupazione "buona" e non affidata alla unilaterale gestione di una parte sola.
Capisco il sacrificio fatto dalla Camera dei deputati per la limitazione della discussione", ha poi detto il ministro , ribadendo che il Governo "é disponibile a cambiamenti ma cosa importante e ‘far partire questa riforma che ha un insieme di elementi positivi: per i giovani, per gli ammortizzatori sociali, contiene le premesse perche’ l’apprendistato divenga una modalità di ingresso reale nel mondo del lavoro".

Sulla riforma del lavoro "il governo ha avuto un dialogo di circa 3 mesi con le parti sociali per arrivare ad un documento condiviso, che è stato approvato da tutte le parti sociali tranne la Cgil". Lo ribadisce Elsa Fornero, dichiarando implicitamente il suo accordo con la strategia della Fiat di Marchionne e con la discriminazione e l’esclusione di un Sindacato, che si contrapponga al disegno di potere della proprietà aziendale, al di la del consenso che riceve dai lavoratori in termini di iscritti e di voti.Alla faccia delle sentenze della magistratura anche di questi giorni.
Questa riforma non è perfetta ma é buona, soprattutto per quelli che entrano nel mercato del lavoro,dice Fornero, e probabilmente sa di non dire il vero, l’ampliamento delle forme di flessibilità in ingresso, rispetto alla prima stesura, consentiranno a tanti imprenditori senza scrupoli di poterrealizzare un cocktail perverso fra le diverse forme di precarietà e tempo determinato, per tenere ancora per tanto tempo i neoassunti senza certezze e senza diritti.
Non è necessario dell’altro per confermare che anche il vulnus all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ha un solo obbiettivo togliere al lavoratore la certezza del reintegro di fronte ad un licenziamento non motivato e discriminatorio.
Senza tutele e senza posto il lavoratore diventa la parte su cui scaricare oneri e costi, oltretutto e la maggioranza della popolazione.
Se questa è la filosofia del Governo e di Elsa Fornerò e meglio che cerchi di spiegarla dalle parti di Wall Street, perchè alla maggioranza degli italiani non piace e non piacerà!

 

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