9910 Rinvio elezioni Comites e Cgie, continua l’esame al Senato.

20120627 17:03:00 red-roma

Prosegue l’esame in Commissioni Esteri del Senato del decreto che rinvia ulteriormentew, al 2014,le elezioni per il rinnovo dei Comites e del Cgie.
Pubblichiamo il riassunto del dibattito, con le diverse posizioni espresse dai Senatori intervenuti.
LASCIAMO AI LETTORI IL COMPITO DI
– VALUTARE LE SINGOLE POSIZIONI E LA COERENZA CON GLI IMPEGNI PRESI, ANCHE PER DECIDERE SE RIVOTARLI;
– FARSI UN IDEA DEL CONTRIBUTO CHE LA RAPPRESENTANZA DEGLI ELETTI ALL’ESTERO HA ASSICURATO AGLI ITALIANI NEL MONDO IN QUESTE LEGISLATURE:

ROMA aise/Eminews – Con l’esame degli emendamenti presentati al decreto 67/2012 è proseguito in Commissione Affari Esteri del Senato l’iter del provvedimento che ha rinviato al 2014 le elezioni di Comites e Cgie.

Tanti gli emendamenti presentati al testo, tanti anche quelli che colgono l’occasione per proporre modifiche alla composizione do Comites e Cgie, prevedendone, in quest’’ultimo caso, anche l’eliminazione (il senatore Idv Pedica, ovviamente). Presente alla seduta il sottosegretario agli esteri De Mistura che ha confermato l’apertura del Governo a ridestinare le somme stanziate per le elezioni al sostegno dei corsi di lingua e cultura all’estero e all’assistenza ai connazionali, riconoscendo il deficit di consultazione, da parte del Governo, con gli organismi di rappresentanza.

Ieri, il decreto ha incassato anche il parere non ostativo della Commissione Affari Costituzionali.

La prima ad illustrare i propri emendamenti è stata la senatrice Giai (Maie): "i miei emendamenti tendono a modificare il testo di un provvedimento adottato da parte del Governo senza alcun preavviso e in assenza di un preventivo confronto con i rappresentanti, parlamentari e non, delle collettività italiane nel mondo", ha esordito. "Credo – ha aggiunto – che la data per lo svolgimento delle consultazioni per le elezioni dei Comites, fissata nel decreto al 2014, sia eccessivamente lontana, vista la situazione di crisi finanziaria e l’imminenza delle prossime consultazioni politiche". Con i suoi emendamenti, quindi, Giai chiede di "anticipare il rinnovo dei Comites e del CGIE al 2013 secondo le attuali modalità".

Relatore del provvedimento, Mantica (Pdl) ha presentato il suo emendamento volto "da un lato alla migliore specificazione dei criteri direttivi per lo svolgimento del voto con modalità informatiche e, dall’altro, alla immediata introduzione di modifiche all’assetto e ai compiti dei Comites. Se l’intenzione del Governo è quella di ridurre dei costi per le consultazioni elettorali, essa può essere adeguatamente perseguita riducendo immediatamente il numero dei Comites", ha detto Mantica spiegando che il testo dell’emendamento riproduce il disegno di legge di riassetto della rappresentanza degli italiani all’estero, approvato dal Senato.

"Sono consapevole che questa potrebbe non essere la sede idonea per una riforma di ampio respiro – ha riconosciuto – ma credo sia indispensabile quantomeno un riordino territoriale dei Comites", ha ribadito Mantica che si è detto comunque disposto a riformulare l’emendamento ( "Nell’ambito delle circoscrizioni consolari, il numero minimo di cittadini italiani residenti necessario per la formazione di un Comitato è determinato in ventimila in Europa, quindicimila nelle Americhe, diecimila in Asia ed Oceania, cinquemila in Africa. Ai fini della determinazione della consistenza numerica della collettività in ciascuna circoscrizione consolare fa fede l’elenco dei cittadini ivi residenti di cui all’articolo 5, comma 1, della legge 27 dicembre 2001, n. 459. Al fine di garantire l’adeguata rappresentanza delle collettività di minore entità, è istituito un Comitato in ciascun Paese nel quale risiedono almeno cinquemila cittadini italiani. Il Comitato ha sede nella circoscrizione consolare nella quale risiede la collettività italiana più numerosa").

Presidente della Commissione, Lamberto Dini (Pdl) ha "preso atto" delle intenzioni di Mantica, ricordando a tutti che "la Commissione stia esaminando il disegno di legge di conversione di un decreto-legge i cui contenuti sono limitati al rinvio del rinnovo dei Comites e alla previsione di modalità informatiche per l’espressione del voto. Il contenuto del provvedimento deve pertanto tenere conto delle esigenze di omogeneità e coerenza, poiché adottato esplicitamente in attesa del generale riordino della normativa che disciplina la composizione e le modalità di elezione, con riduzione dei relativi costi, delle elezioni per il rinnovo dei Comites e, conseguentemente, del CGIE".

Sordo a questo richiamo, Pedica ha illustrato i suoi emendamenti che "ribadiscono la posizione del Gruppo dell’Italia dei Valori nel senso della necessità di una modernizzazione del sistema di rappresentanza delle comunità italiane all’estero", cioè sopprimendo il Cgie.

Senatore eletto in Europa, Claudio Micheloni (Pd) ha ricordato come il decreto-legge "sia stato adottato in un momento di grave disagio delle comunità italiane all’estero. La decurtazione dei fondi assegnati alle politiche migratorie ha portato alla chiusura di numerosi corsi di insegnamento dell’italiano all’estero e al licenziamento di docenti. A ciò si aggiunge il processo in corso di chiusura e di accorpamento di uffici consolari soprattutto in Europa. Tutti questi fattori concorrono a determinare una cornice gravemente preoccupante per i cittadini italiani nel mondo". I suoi emendamenti "tendono ad anticipare lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo dei Comites al 2013 e a ridurre il termine per l’emanazione del regolamento attuativo delle nuove modalità informatiche di voto da 6 a 3 mesi. In alternativa, – ha aggiunto – un altro emendamento ripristina la votazione e lo scrutinio nei seggi all’estero, introducendo una norma articolata di copertura finanziaria delle spese che interviene su vari capitoli del bilancio del Ministero degli esteri". Tra queste misure, Micheloni ha segnalato "la riduzione del 15 per cento delle indennità di servizio all’estero per i dipendenti del Ministero degli esteri e il richiamo in Italia degli insegnanti di ruolo che svolgono corsi di lingua e cultura all’estero. Questi risparmi di spesa sarebbero destinati secondo il mio emendamento a varie finalità a favore delle collettività italiane nel mondo nonché a riduzione del debito pubblico".

Gli emendamenti della senatrice Marinaro (Pd) prevedono il voto in seggi in loco e la ridestinazione delle somme previste per le elezioni.

Dati per illustrati gli emendamenti presentati dal senatore Fantetti, eletto in Europa con il Pdl, anche lui tra quelli che hanno presentato modifiche ai Comites e al Cgie, non alla proroga delle elezioni.

Correlatore con Mantica, Tonini (Pd) ha quindi ricordato ai colleghi che "è compito del Parlamento analizzare il provvedimento di urgenza del Governo eventualmente anticipando lo svolgimento del rinnovo dei Comites al 2013 e migliorando il sistema elettorale consentendo anche la predisposizione di seggi. Credo si indispensabile veicolare una parte del risparmio di spesa derivante dalla proroga alle politiche migratorie", mentre "l’ipotesi di introdurre in sede di conversione del decreto-legge una parziale riforma della rappresentanza desta perplessità poiché rischia di risultare disorganica".

Mantica ha quindi assicurato la propria "disponibilità ad individuare modifiche al decreto-legge condivise con il relatore Tonini e con il Governo" sottolineando come "risulti prioritario considerare le spese per lo svolgimento delle consultazioni elettorali per il rinnovo dei Comites ineludibili, in quanto connesse ad un principio di democrazia rappresentativa". Quanto al voto elettronico "implica l’impegno da parte del Governo di procedere nell’attuazione delle nuove modalità secondo la tempistica prospettata, senza sviare le limitate risorse a tal fine assegnate".

In ogni caso "il testo del decreto-legge deve essere formulato meglio, introducendo precisazioni nei criteri direttivi per la definizione del voto con modalità informatiche. Rispetto agli emendamenti presentati dal Gruppo del Partito democratico – ha detto ancora Mantica – apprezzo l’iniziativa di ridestinare a specifiche finalità di sostegno all’assistenza agli italiani all’estero indigenti e di prosecuzione dei corsi di lingua italiana i fondi già stanziati per lo svolgimento delle elezioni dei Comites oggetto di rinvio". Idem sulla problematica degli insegnanti di ruolo di lingua italiana assegnati all’estero: "condivido i contenuti dell’emendamento 1.11 (Micheloni) che va ad incidere su di un ingiustificato privilegio. Credo sia necessario consentire un pari diritto di accesso alle procedure di selezione agli insegnanti residenti tanto in Italia quanto all’estero".

Come accennato, il sottosegretario De Mistura ha preso atto delle osservazioni emerse in seduta e riconosciuto che "non vi è stata in effetti un’adeguata consultazione preventiva tra Governo e rappresentanti degli italiani all’estero rispetto all’adozione del decreto-legge, eccezion fatta per l’intervento del ministro Giarda in sede di risposta ad un’interrogazione orale presso la Camera dei deputati, che prefigurava tale ipotesi. Successivamente all’adozione del decreto peraltro il dialogo con il Parlamento e con il CGIE è stato intenso, ed ha evidenziato la necessità di apportare taluni miglioramenti".

"Condivido senz’altro l’esigenza di riassegnare una parte dei fondi non utilizzati per il rinnovo dei Comites ai capitoli per l’assistenza e per la promozione della lingua e cultura italiana, oltre che per il funzionamento degli organismi prorogati", ha aggiunto, ribadendo però che "la data del posticipo delle elezioni dei Comites al 2014 è stata individuata per non soprapporsi alle elezioni politiche e per disporre di tempi adeguati per lo sviluppo del sistema di voto informatico. Il Governo è disponibile a migliorare il testo del decreto-legge in un’ottica tuttavia di omogeneità al testo e di semplificazione dell’intervento, da attuarsi nei tempi più rapidi possibili". Dunque senza accenni a modifiche sostanziali di Comites e Cgie, che per altro, come spiegato da Dini, potrebbero essere giudicati inammissibili perché non coerenti con il decreto in questione.

Affermazioni che non hanno fatto desistere Micheloni che ha preannunciato la sua "ferma presa di posizione" sull’emendamento 1.11 "anche in sede di discussione in Aula".

Chiudendo la seduta, Mantica ha paventato il rischio di "istanze contrapposte che impediscano, con opposti ostruzionismi, l’introduzione di qualsiasi miglioramento o modifica alla materia in esame. Occorre invece superare una logica corporativa nell’ambito della tutela degli italiani nel mondo".

 

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