9850 Viminale-Farnesina-Istat insieme per dati certi sull’emigrazione italiana

20120614 23:04:00 red-roma

Migliorare la qualità e la completezza dei dati statistici relativi all’emigrazione italiana, attraverso una collaborazione continuativa fra i Ministeri degli Esteri e dell’Interno, i Comuni Italiani e l’Istat.La proposta di Giovannini (Istat) al Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato

VIMINALE FARNESINA E ISTAT INSIEME PER DATI CERTI SUGLI EMIGRATI: LA PROPOSTA DI GIOVANNINI (ISTAT) AL CQIE Giovedì 14 Giugno 2012

ROMA aise/Eminotizie –
Migliorare la qualità e la completezza dei dati statistici riferiti alle comunità italiane all’estero, attraverso una collaborazione continuativa tra i Ministeri degli Esteri e dell’Interno, i Comuni italiani e l’Istat.

Questa la proposta che il presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, Enrico Giovannini, ha lanciato ieri durante l’audizione al Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero.

Ad accompagnare Giovannini c’erano Patrizia Cacioli, Linda Laura Sabbadini e Daniela Marchesi.

Nel suo intervento, Giovannini, introdotto dal presidente del Comitato, Giuseppe Firrarello (Pdl) ha ricordato le caratteristiche della prima e della seconda ondata migratoria che hanno interessato l’Italia a partire dall’unificazione ad oggi. Un fenomeno "rilevante sia dal punto di vista demografico che economico", su cui, però, "le informazioni e i dati statistici rimangono scarsi e disomogenei al variare delle fonti di riferimento".

"Determinare la consistenza degli italiani residenti all’estero – ha spiegato – è un problema di non facile soluzione poiché, con riferimento ai flussi migratori, l’ISTAT elabora annualmente i dati individuali sui trasferimenti di residenza registrati tra i comuni italiani e quelli relativi ai movimenti da e per l’estero".

Quanto alla ripartizione geografica di partenza, Giovannini ha confermato che "a differenza del passato, oggi è il Nord ad essere l’area più interessata dall’emigrazione".

Tante le fonti disponibili per valutare l’ammontare degli emigrati: "l’archivio delle anagrafi consolari, gestito dal Ministero degli affari esteri, l’archivio centrale dell’anagrafe degli italiani residenti all’estero, gestito dal Ministero dell’interno e la rilevazione degli italiani all’estero al 21 marzo 2003, di titolarità del Ministero degli affari esteri in collaborazione con l’ISTAT", ma "nessuna di queste fonti è tuttavia esaustiva e completa".

Un dato è però certo: "dai dati pubblicati nelle fonti ufficiali emerge una tendenza in aumento ai trasferimenti all’estero" soprattutto da Sicilia e Campania. "La meta principale è la Germania seguita dalla Svizzera", ha aggiunto, mentre "la maggior parte degli emigrati è di sesso maschile".

Tanti sono i giovani, come confermato da più parti, e laureati.

"Assistiamo – ha confermato Giovannini – ad un progressivo spostamento dell’incidenza del fenomeno dell’emigrazione verso fasce della popolazione a maggiore istruzione. Le principali mete di destinazione sono paesi europei. Tali cittadini all’estero risultano occupati in percentuali più elevate rispetto ai laureati rimasti in Italia e le loro retribuzioni sono mediamente più alte".

Quanto specificamente ai dottori di ricerca, il presidente dell’Istat ha ricordato che "in Italia, nell’ultimo decennio, si è verificata una crescita costante dell’offerta formativa di corsi di dottorato. Il 6,4 per cento del totale dei dottori di ricerca del 2004 e del 2006 residenti in Italia prima dell’iscrizione all’Università risulta vivere all’estero al momento delle interviste. Risultano maggiormente orientati a recarsi all’estero soprattutto i dottori nelle aree delle scienze matematiche e informatiche".

Per conoscere meglio il fenomeno "si potrebbe svolgere un’azione coordinata tra i Ministeri dell’interno e degli esteri, l’ISTAT e i comuni per il miglioramento qualitativo e quantitativo dei registri. In secondo luogo, si potrebbe svolgere un’analisi delle differenze tra le fonti disponibili e le necessità informative per arricchire le statistiche con contenuti già presenti ma finora scarsamente utilizzati. In terzo luogo, si potrebbe ricorrere a fonti ausiliarie quali ad esempio inviare, contestualmente ai certificati elettorali per le elezioni politiche, questionari che l’ISTAT potrebbe poi elaborare per creare una banca dati apposita sugli italiani residenti all’estero".

A breve, ha annunciato, "verranno resi noti i risultati di una indagine conoscitiva svolta sulle unità economiche complesse realizzata dal Censimento dell’industria e dei servizi. L’indagine ha coinvolto gruppi di imprese residenti in Italia, compresi quelli che hanno controllate all’estero e riguarda il ruolo dei manager e dei tecnici di cittadinanza italiana".

Nel dibattito seguito alla relazione, il senatore Livi Bacci (Pd) ha sostenuto che "le osservazioni statistiche relative all’AIRE non siano facilmente accessibili. Sarebbe utile sollecitare il Ministero dell’interno perché provveda a rendere disponibili tali dati". Quanto all’esodo dei dottori di ricerca "non credo sia di estrema gravità, visto che si attesta attorno al 6%. Credo si possano svolgere indagini campionarie sulle famiglie per conoscere i dati sui componenti dei nuclei che si sono trasferiti all’estero".

Per Claudio Micheloni (Pd) sarebbe "utile dare la massima diffusione possibile ai dati forniti dall’ISTAT sulla consistenza e sulle caratteristiche delle comunità italiane all’estero, che potrebbero fornire spunti di riflessione per tutti i parlamentari". Il senatore eletto all’estero ha chiesto "ragguagli sulla realtà dei pensionati italiani che vivono in parte in Italia e in parte all’estero", sostenendo l’utilità anche di "un approfondimento sul livello di integrazione sociale e politica dei cittadini italiani nei paesi di residenza che costituiscono un importante fattore di raccordo e di potenziale sostegno alla madrepatria. Credo sia interessante il dato fornito sui ricercatori, visto che l’Italia dovrebbe sostenere oltre che l’eccellenza nella preparazione anche la circolazione e l’ingresso di studiosi qualificati". Infine, Micheloni ha condiviso l’esigenza di una riforma dell’AIRE.

Il senatore Giordano (PdL) ha evidenziato come "il difficile coordinamento dell’azione dei Ministeri degli esteri e dell’interno, oltre che tra consolati all’estero e comuni italiani, crei delle difficoltà operative che emergono con chiarezza in occasione delle consultazioni elettorali".

Confermata la disponibilità dell’Istat a collaborare col Viminale "per migliorare l’accessibilità dei dati dell’AIRE", Giovannini è tornato sulla quota di laureati e dottorati italiani all’estero, per ricordare che "la percentuale italiana risulta più elevata rispetto a quella degli altri paesi e che per i più giovani la tendenza è nettamente più marcata. Condivido la preoccupazione per la mancanza in Italia di un equivalente flusso di ricercatori in ingresso dall’estero", ha aggiunto, ricordando che "la leva decisiva è comunque quella della differenza retributiva".

Sulla proposta-Micheloni, Giovannini ha avvertito che "lo svolgimento di un’indagine presso i nuclei familiari sulla presenza di componenti all’estero presenta il rischio di duplicazioni e di distorsioni degli esiti. L’ISTAT sta elaborando un archivio degli individui e delle famiglie per registrare gli espatri e i rientri; in tal senso l’aggiornamento delle anagrafi consolari e dell’AIRE sarebbe fondamentale". Quanto alla "migrazione circolare", per Giovannini "il fenomeno della temporanea residenza in diversi paesi si verifica soprattutto all’interno dell’Europa, mancando tuttavia un archivio delle migrazioni all’interno dell’Unione. I dati disponibili riguardano soprattutto le imprese, anche per esigenze di tutela della riservatezza dei cittadini come previste dagli altri partner europei". Sul livello di integrazione economica e sociale dei connazionali, per Giovannini "non è possibile effettuare stime, se non limitatamente ai dati disponibili sulle imprese italiane con sedi anche all’estero. Sarà invece disponibile a breve uno studio sul turismo di ritorno".

Un cenno anche alla definizione del bacino degli elettori italiani all’estero, Giovannini ha auspicato "periodici censimenti per consentire un maggiore aggiornamento dei dati di riferimento".

Concludendo, il presidente dell’Istat ha voluto citare anche la difficile situazione finanziaria in cui versa l’Istituto, "che svolge con difficoltà i medesimi compiti istituzionali", tanto che "la prossima programmata indagine sullo stato di salute sulla cittadinanza verrà svolta con finanziamenti ministeriali. La dotazione dell’ISTAT è nettamente inferiore rispetto a quella degli omologhi organismi negli altri stati dell’Unione europea e ciò – ha concluso – può compromettere la possibilità di adottare scelte pubbliche sulla base di rilevazioni di fatto aggiornate".

 

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