9836 Corsi di lingua e cultura, il pericolo di un ritorno al passato

20120612 09:17:00 red-roma

Dichiarazione di MASSIMO MARI,responsabile estero della Federazione Lavoratori della Conoscenza FLC-CGIL.I corsi di lingua e cultura all’estero faranno, qualora dovesse passare quanto previsto dal Mae in materia di revisione della spesa, un pesante passo indietro con gravi effetti sull’occupazione per gli insegnanti di ruolo o assunti in loco.Peggioramento gravissimo, ai limiti della sopravvivenza per il servizio reso ai giovani ed alla Comunità.

Comunicato Stampa
di Massimo Mari
Responsabile Estero della FLC Cgil

Corsi di lingua e cultura italiana all’estero e spending review: ritorno al passato

Se il Ministro Terzi e il Governo non operano una secca inversione di tendenza sulla privatizzazione dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero assisteremo ad un inesorabile ritorno al passato ovvero a quel periodo precedente la legge 153/71 e il D.vo 297/94 caratterizzato dall’assenza totale di regole e dai tratti fortemente discutibili ed estraneo al sistema nazionale di istruzione. Da qui il giudizio estremamente negativo della FLC Cgil che invece ritiene estremamente fondamentale e urgente il riordino per via legislativa del sistema capace, sulla base di una ben precisa definizione dei diritti e dei doveri, di rifondare e riqualificare seriamente, in maniera efficace ed efficiente, la nostra politica culturale all’estero partendo proprio dalla centralità dell’intervento pubblico dove questo venga considerato più una risorsa da valorizzare che una spesa da tagliare e che la stessa presenza di soggetti privati sia soggetta a regole e requisiti ben precisi.
La FLC Cgil, nell’apprezzare quanto espresso dall’on.le Gianni Farina del PD nella sua interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro degli Affari Esteri amb. Giulio Terzi di Sant’Agata, condivide pienamente le criticità evidenziate nell’interrogazione sia dal punto di vista del metodo che del merito. Nel metodo si contesta il mancato coinvolgimento, sia nella fase di elaborazione che di determinazione della proposta ministeriale, delle parti sociali interessate in quanto contrattualmente coinvolte nei processi di razionalizzazione della spesa pubblica in aperto contrasto con quanto recentemente sottoscritto con il Ministro della Funzione Pubblica nella recente intesa sul lavoro pubblico.
La scelta poi di una revisione delle norme legislative che regolano attualmente il sistema dei corsi di lingua e cultura mediante la scorciatoia pretestuosa dello spending review altro non è che il tentativo palese di aggirare la legge a vantaggio di pericolosi processi di privatizzazione e di feudalizzazione del sistema tesi solo a favorire interessi di parte e non certo quelli collettivi delle comunità italiane all’estero.
Per la FLC Cgil le criticità evidenziate dall’on.le Farina ci sono tutte! A cominciare da quelle istituzionali/legislative/ordinamentali, per non parlare degli aspetti economici che, visto la dislocazione degli interventi pubblici, rischiano di essere più pesanti dal punto di vista del costo del lavoro in ipotesi appunto di ricorso a personale assunto in loco al quale deve, comunque essere garantito il trattamento economico e normativo previsto dalla legislazione locale. Altro che razionalizzazione della spesa!
E ci rammarica ancora che in tutta questa operazione sia stato tenuto volutamente in disparte il Ministero dell’Istruzione per quanto di sua competenza.
Proprio per questo la FLC Cgil e le altre OO.SS. hanno chiesto al Ministro Terzi un confronto di merito su una proposta che fa acqua da tutte le parti e fortemente connotata da un progetto ideologico inaccettabile di privatizzazione della diffusione della lingua e della cultura italiana al di fuori e avulso al nostro sistema nazionale di istruzione. E’ dentro questo orizzonte che va ri-costruita la nostra politica culturale, pena la inesorabile condanna del nostro sistema formativo e di istruzione all’estero non solo alla deriva privatistica ma ad un ruolo marginale e feudale della diffusione della lingua e cultura italiana all’estero. Al Ministro Terzi chiediamo quindi di rivedere la sua posizione e di aprire un confronto a tutto campo, coinvolgendo le parti sociali e il mondo della scuola, per avviare un vero processo legislativo organico di riordino delle istituzioni scolastiche, ormai ineluttabile, ed educative italiane all’estero nonché delle iniziative a favore dei lavoratori italiani e dei loro congiunti in grado di rilanciare la nostra politica culturale che proprio nel sistema nazionale di istruzione deve avere il suo radicamento.

Roma 11 giugno 2012

 

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