11951 SVIZZERA: A rischio la cultura dell’accoglienza e i diritti dei cittadini

20160220 12:19:00 redazione-IT

[b]In Svizzera il 28 febbraio il referendum sull’espulsione automatica degli stranieri che commettono reati
I senatori eletti nella ripartizione Europa Claudio Micheloni (Pd) e Aldo di Biagio (Ap): “A rischio la cultura dell’accoglienza e i diritti dei cittadini”[/b]
ROMA – “Come rappresentanti dei nostri connazionali all’estero sentiamo l’esigenza e il dovere di lanciare un appello forte agli italiani di doppia cittadinanza a votare no al referendum che il prossimo 28 febbraio deciderà la sorte del 25% della popolazione Svizzera”: questa la posizione di Claudio Micheloni e Aldo Di Biagio, senatori eletti nella ripartizione Europa, sulla consultazione indetta nella Confederazione svizzera in merito all’iniziativa di attuazione dell’espulsione automatica degli stranieri che commettono reati.
Per Micheloni e Di Biagio “non ci si può lasciar convincere da quelle argomentazioni a sostegno del sì, che sotto il velo di un conservatorismo anacronistico celano posizioni populiste e demagogiche tendenti a violare principi universalmente sanciti ed in grado di infiammare l’odio sociale in un momento storico in cui la cultura dell’accoglienza è fortemente messa a rischio”.

Per i senatori non si tratta di “una questione di rispetto dei diritti di cittadinanza”, poiché l’espulsione non riguarderà solo gli autori di reati, ma anche “i giovani stranieri, in ragione – rilevano – dell’insussistenza di parametri chiari e certi di identificazione delle categorie non gradite”.
“La storia e la tradizione degli italiani e dell’emigrazione italiana, fatte di sacrifici, di rispetto, di solidarietà ma soprattutto di perfetta integrazione, devono essere un giusto riferimento per privilegiare una logica dell’accoglienza che si collochi ben oltre la facile demagogia che mal concilia con i dettami internazionali di rispetto dei diritti dei cittadini – affermano ancora Micheloni e Di Biagio, sollecitando la comunità italiana a “prendere una posizione chiara e degna della sua storia” e, insieme ai doppi cittadini italo-svizzeri, a dire no alla “cultura dell’espulsione”.

(Inform/Eminews)

 

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