9554 Storie di migranti. L’emigrazione reggiana all’estero, l’immigrazione a Reggio Emilia

20111208 09:06:00 redazione-IT

Pubblico numeroso e attento alla inaugurazione della mostra fotografica organizzata dalla Filef di Reggio Emilia presso la Biblioteca Panizzi, nel quadro delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia e in occasione della giornata internazionale per i migranti istituita dall’Onu, che si celebra ufficialmente il 18 dicembre.
La presidente provinciale della Filef, Laura Salsi, ha illustrato brevemente l’ attività dell’associazione, impegnata in tante iniziative a sostegno sia dell’emigrazione reggiana nel mondo che dei nuovi cittadini reggiani di origine straniera. Proprio quest’anno, 150° dell’ Unità d’ Italia, la Filef ha tra l’altro donato oltre 100 bandiere del primo Tricolore, nel corso delle manifestazioni organizzate all’ estero dalle associazioni dei nostri emigranti.

Altrettanto convinta l’adesione alla campagna L’ Italia sono anch’ io, volta al riconoscimento della cittadinanza a chi nasce in Italia e del diritto al voto nelle elezioni locali per gli immigrati stabilmente residente nel nostro Paese.

Il presidente del Consiglio provinciale Gianluca Chierici, ha ricordato l’impegno della Provincia sul tema delle migrazioni e per le politiche di integrazione sociale. L’assessore comunale Franco Corradini, a sua volta, ha parlato della campagna per i diritti e i doveri sostenuta dal Comune di Reggio, per una civile e proficua convivenza e per il rafforzamento di un tessuto di coesione sociale già oggi significativo. Molto coinvolgenti le testimonianze dei reggiani emigrati all’estero (Giovanna Ceci, Enrica Oranci, Luciano Iemmi e Paolina Belluti) e degli immigrati venuti nel nostro territorio, che hanno raccontato storie di fatica, sacrifici, discriminazioni, ma anche di solidarietà e di amicizia.

Seni Bandaoo e Papa Sek hanno rievocato il loro arrivo in Italia, l’incontro con l’indimenticabile Dante Bigliardi, storico fondatore e presidente della Filef reggiana, che li ha sostenuti nell’ impegno associativo e nel processo di partecipazione alla attività sociale, politica e culturale della città. Samir Mohamed, nato a Reggio da genitori stranieri, ha spiegato il disagio di essere italiano di fatto ma non di diritto, le difficoltà burocratiche che ha dovuto affrontare al compimento dei 18 anni per ottenere la cittadinanza italiana. Nadia Nacihi, vicepresidente della Filef, arrivata in Italia per ricongiungersi con il marito, ha raccontato la sua esperienza di insegnante di italiano per le donne immigrate, ma anche di arabo per i ragazzi nati a Reggio da genitori stranieri.

Infine, c’è stata l’inaugurazione vera e propria della mostra, realizzata da Mario Cocchi, presidente del circolo fotografico La Lanterna. Composta da 40 pannelli, la mostra è allestita al primo piano della biblioteca Panizzi, in via Farini, è rimarrà aperta, durante gli orari di apertura della biblioteca, fino all’8 gennaio 2012. Le immagini fotografiche invitano a riflettere sulle vicende delle moltitudini di persone che, in periodi storici diversi, prima dall’Italia verso il mondo, poi dal mondo verso l’Italia, sono state protagoniste dei grandi flussi migratori

Fino agli anni Sessanta, milioni di italiani sono partiti alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore. Tra loro, anche tantissimi reggiani, spinti da ragioni economiche o, durante il periodo fascista, da persecuzioni politiche. Un esodo che ha lasciato tracce consistenti: ancora oggi, sono 12.000 i nostri concittadini sparsi per il mondo. Il boom economico ha posto fine, almeno dalle nostre parti, alla necessità di emigrare. All’opposto, è cominciata una impetuosa immigrazione verso la nostra terra, prima dal sud dell’Italia, poi da tanti Paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’Europa orientale. Un movimento enorme di persone che è tuttora in corso e porta con sé trasformazioni epocali. Spesso i costi sono altissimi, come purtroppo vediamo quotidianamente, in termini di vite umane perdute, di rigurgiti razzisti, di percorsi di integrazione comunque tutt’altro che semplici. Ma proprio una realtà come quella reggiana, ove vive e lavora una fetta cospicua di cittadini di origine straniera, dimostra che la strada per affrontare i problemi non può e non deve essere quella della chiusura, della paura, della contrapposizione.

 

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