9534 Nuove invasioni nuove resistenze. Calamandrei e similitudini attuali.

20111201 13:48:00 redazione-IT

[b]di Tonino D’Orazio[/b]
[i]“Questo essere padroni di noi, del nostro paese, della nostra patria, della nostra terra, disporre noi delle nostre sorti,…”[/i] questa è la Resistenza, questa è la Costituzione.”La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” (art. 58, Costituzione italiana).

Una foto di fine ottobre della Grecia mostra un gruppo di dimostranti di fronte al Partenone di Atene con uno striscione bianco a lettere rosse e nere, “Oki 1940-2011”. In greco oki vuol dire no. Il «no» del 1940 è la risposta data il 28 ottobre all’ambasciatore d’Italia che trasmetteva la richiesta di Benito Mussolini alla Grecia di aprire le sue frontiere all’esercito italiano. Quel “no” ha segnato l’ingresso della Grecia nella seconda guerra mondiale. Cerimonie annuali commemorano quella risposta al fascismo. Quest’anno però «le parate ufficiali sono state sopraffatte dai cittadini», e in molte città la folla ha cacciato via i rappresentanti del governo. A Salonicco “il presidente della Repubblica se ne è andato in protesta”, abbandonando la parata militare per la prima volta nella Grecia del dopoguerra. Ad Atene, “la parata si è svolta "normalmente", protetta da misure draconiane”, molti studenti “hanno sfilato sventolando fazzoletti neri davanti alla ministra della pubblica istruzione”. La mattina del 28 ottobre un gruppo di artisti e intellettuali sono riusciti a portare un grande striscione con scritto “ok”» nell’Acropoli, “e siamo riusciti a dimostrare lì per oltre mezz’ora”, anche perché “tutti i poliziotti erano a difendere la parata a Syntagma e altrove in Attica”.

Dunque: oki nel 1940 a Mussolini. Oki nel 2011 ai banchieri-bancarottieri che vogliono imporre il loro dominio sulle spalle dei greci, oki ai collaboratori locali di quei banchieri. Oki dei partigiani italiani ai nazisti tedeschi invasori.

Sicuramente se la sinistra in Grecia riuscirà a sloggiare gli agenti politici delle banche internazionali non passerà molto prima che la Nato intervenga, in modo coperto e poi aperto, con il solito arsenale di omicidi, droni e sostegno armato alle forze di sicurezza di turno per “salvaguardare la democrazia e la libertà”. Anche perché il sistema è comunque sotto forte pressione e i colpi di coda non sono solo ipotesi. Noi abbiamo a memoria l’esempio di tutte le puntuali stragi di stato dal dopoguerra. La democrazia vera è il loro tallone d’Achille. Pensate al terrore delle borse e del capitalismo europeo quando il socialista Papandreu ha fatto finta di volere un referendum. La democrazia come minaccia!

Dopo aver assaggiato i manganelli, i lacrimogeni e le bombole irritanti, anche i protagonisti del movimento Occupy Wall Street dovrebbero sapere che quando il capitale si sente con le spalle al muro reagisce, e non si fermerà di fronte a nulla pur di schiacciare ogni forza che lo minacci. Allora anche i poliziotti smettono di sorridere. Il benevolo sindaco democratico impone il coprifuoco.

Sentenze «esemplari» sono appioppate dai magistrati democratici (altri forti e silenziosi guardiani del sistema) a chi provoca disordini, eccetto ai provocatori di stato. Le prigioni si riempiono e i diritti umani vengono sospesi. A quel punto che si fa? Cosa fecero i nostri partigiani? Semplice, non rispettarono più le regole imposte dai nazi fascisti. Non si possono accettare regole di eutanasia non voluta.

Il capitalismo e la sua forma mutante neoliberista non hanno nulla a che vedere con la democrazia. E’ la grande menzogna che si trascina da dopo la rivoluzione francese. Per nessun tribunale internazionale esiste purtroppo il genocidio sociale né la responsabilità per “macelleria sociale”. Esiste solo lesa maestà per i non allineati.

La repressione organizzata può essere sconfitta solo da una resistenza organizzata e culturale in tutto il paese. Come organizzarla è la sfida più urgente che si è posto anche il movimento Ows (Occupy Wall Street). Mercoledì il movimento ha bloccato Oakland con uno sciopero generale: è l’inizio giusto, il ritorno al popolo. In Gran Bretagna sciopero generale e di massa del Pubblico Impiego (2 milioni). Il più grande dal 1979. Proteste spontanee in tutta Europa.

Stiamo aspettando la Francia, che in genere è sempre capofila. Ma in Italia è già troppo tardi. Se non fossero stati alle strette e in un paese allo sbando non ci sarebbero stati i partigiani. Oppure sì, contro gli invasori? Gli italiani sono capaci di subire parecchi ventenni di fila con gli uomini della provvidenza sostenuti dalla Chiesa e potranno probabilmente reagire solo a forze e pressioni provenienti dall’esterno, forze globali e forti di protesta, magari di nuovo gli americani perché meno sospetti. Come se la nostra società fosse destinata a ripetere periodicamente gli stessi atavici errori.

Ricordate le reti televisive entusiaste i primi giorni per il movimento pacifista Ows? Non avevano ancora capito, poi qualcuno ha detto ai giornalisti di smetterla e il movimento è scomparso dalla tavola degli italiani, se non per le manganellate, così imparano a non scendere dal marciapiedi. (Pensate che civiltà e che simbolo, non volevano più essere incanalati come pecore da tosare).

[i]Crediamo di essere di nuovo invasi, come pensano i greci, se non dai carri armati da peggiori entità? Crediamo che tecnocrati dipendenti dal capitalismo europeo e americano ci stiano “governando”? E’ un governo fantoccio come tanti altri nel mondo a salvaguardia di interessi precisi? E’ un attacco del dollaro americano per demolire una moneta e un’area pericolose per il loro imperialismo economico in crisi? Crediamo all’ipocrisia di Obama quando ci dice che ce la faremo perché abbiamo ancora molto da dare (dicasi eufemismo)? Questi “tecnici” sono lì a salvaguardia, come ufficiali giudiziari, della continuità, per ridurre il popolo italiano alla fame per fare arricchire i soliti già ricchi? Sono come quelli che nel ’22 furono piazzati lì dagli industriali e dai proprietari terrieri a salvaguardia del loro patrimonio, oggi diventati tutti finanzieri? Se non vogliono minimamente la patrimoniale oggi c’è un’analogia con allora? E’ la stessa analogia quella di Vittorio Emanuele III, forzando il parlamento, e il regime fascista, con quella di Napolitano, forzando la costituzione, e Monti della Goldman Sachs? E’ nata la 3° repubblica con la terza via (tutti al centro, fuori i lati e senza opposizione)? Per questo non vogliono la riforma elettorale e ripristinare la Costituzione? La modifica dell’art.81 della Costituzione che sottopone tutta la Carta al pareggio di bilancio voluto dalle banche-strozzini (che rappresenta la morte politica della Carta), con l’accordo dei tre grandi partiti, è eversione o no? Misure impopolari significa essere contro il popolo e i suoi diritti Costituzionali? E’ vero che siamo governati con la paura, dei “terroristi” inesistenti ieri, e oggi dello spread? Sbrighiamoci ad uccidere il sociale se no il nostro paese rischia il crollo. Ancora e sempre ricatto. Siamo al come regalare a Monti ciò che non si è voluto dare a Berlusconi, affinché possa risuscitare dopo il terzo mese?[/i]

Non bisogna aver paura delle domande e delle analogie, la storia e la memoria ci permettono di individuare la porta di uscita, anche perché non siamo masochisti tali da farci spellare vivi. O sì?

Chi si metterà davanti alle nuove resistenze? Tocca alla solita avanguardia, anche i partigiani erano una percentuale ininfluente in rapporto alla popolazione, che potrà ricomporre un sembiante di stato normale, di ricostruire un senso alla società, e non più di homo homini lupus (letteralmente "l’uomo è un lupo per l’uomo") e ripartire verso lidi migliori con la pur sempre giovane Costituzione. Dovranno essere i giovani a volerlo e a farlo; non dovranno affidarsi ai gerontocrati con lo sguardo alle perdenti mediazioni passate e che hanno già divorato, con il risultato di oggi, la loro vita e il loro futuro. Quanto ai vecchi, contenti loro, non sono esenti da responsabilità, come una gran parte del popolo fascista italiano dell’epoca.

Sempre Calamandrei: [i]"Solo con la partecipazione collettiva e solidale alla vita politica un popolo può tornare padrone di sé".[/i]

 

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