9526 Petizione: “No aggressione alla Siria”. Chiediamo firme di associazioni e gruppi.

20111128 17:33:00 redazione-IT

[u]Siamo ancora in tempo per fermare la guerra in Siria. Firma la petizione urgente alle Nazioni Unite[/u]

[b]La petizione che trovate qui in tre lingue:

[url]http://www.peacelink.it/campagne/index.php?id=91&id_topic=4[/url]
è aperta alla firma di associazioni e persone (anche di altri paesi), sarà inviata al più presto a Onu, Lega Araba (Saudita…), Consiglio diritti umani Onu, paesi Brics, paesi del gruppo Alba, Unione Africana, G77, Italia, Usa, Uk, Fr, ecc.

Vi chiediamo di diffonderla per evitare un altro dolorosissimo caso Libia. Sulle similitudini vedi gli appunti dalle news di Peacelink, dopo il testo della petizione[/b]

[b]NO ALLA GUERRA IN SIRIA
SI’ AI DIRITTI UMANI E ALLA LEGALITA’[/b]

Le sottoscritte organizzazioni non governative umanitarie e a difesa dei diritti umani chiedono con forza alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di agire immediatamente per fermare ogni tentativo di intervento militare straniero contro la Siria e di favorire una vera mediazione svolta in buona fede. Questa imperdonabile negligenza non può continuare.
Com’è noto, nei mesi scorsi c’è stata una crescente campagna mediatica internazionale sugli eventi in Siria, spesso basata su resoconti parziali e non verificabili, com’è già successo nel caso della Libia.
Quello che si sa è che sono in corso violenti scontri fra truppe governative e le truppe di insorti dell’autoproclamato Esercito di Liberazione della Siria, con basi in Turchia al confine con la Siria, e che questo crescendo di violenze ha già provocato enormi perdite anche di civili. I civili innocenti sono le prime vittime di ogni guerra. Entrambe le parti armate hanno dunque responsabilità.
Ma l’intervento militare esterna non è assolutamente il modo per proteggere i civili e i diritti umani.

[b]AFFERMIAMO CON FORZA CHE:[/b]

1) Il cosiddetto “intervento militare umanitario” è la soluzione peggiore possibile e non può ritenersi legittimo in nessun modo; la protezione dei diritti umani non viene raggiunta dagli interventi armati;

2) al contrario le guerre portano, come inevitabili conseguenze, ad imponenti violazioni dei diritti umani (come si è visto nel caso della “guerra umanitaria” in Libia);

3) l’introduzione di armi dall’estero non fa che alimentare la “guerra civile” e pertanto dev’essere fermato;

4) non è tollerabile che si ripeta in Siria lo scenario libico, dove una “no-fly zone” si è trasformata in intervento militare diretto, con massacri di civili e violazioni dei diritti umani.

[b]VI CHIEDIAMO CON FORZA DI FAVORIRE:[/b]

1) una mediazione neutrale tra le parti e un cessate il fuoco: ricordiamo che la proposta avanzata da alcuni paesi latinoamericani del gruppo Alba è gradita anche all’opposizione non armata;

2) un’azione per fermare l’interferenza militare e politica straniera, volta a destabilizzare il paese;

3) il reintegro della Siria nel Blocco Regionale;

4) lo stop a tutte le sanzioni che attualmente minacciano il benessere dei civili;

5) una missione d’indagine internazionale parallela da parte di paesi neutrali per accertare la verità;

6) l’invio di osservatori internazionali che verifichino fatti e notizie che circolano attualmente privi di verifiche e di verificabilità.

[b]PROMOSSO DA
Peacelink, Italy
volontari@peacelink.it[/b]

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[b]PETICIÓN INTERNACIONAL URGENTE CONTRA CUALQUIER INJERENCIA EXSTRANJERA EN SIRIA Y PARA QUE SE RESTABLEZCAN LOS DERECHOS HUMANOS Y LA LEGALIDAD[/b]

Las presentes organizaciones no gubernamentales en defensa de los derechos humanos piden con fuerza que las Naciones Unidas y las Comunidades Internacionales actúen ya para que se detenga cada intento de intervención militar extranjera contra Siria y se favorezca de buena fe una verdadera mediación. Esta negligencia muy grave no puede seguir.

Ya hace meses se está desarrollando una creciente campaña mediática internacional acerca de los acontecimentos en Siria, que por la mayoría de las veces se fundamenta en noticias parciales y que no son fidedignas, como ya sucedió en Libia.

Lo que se conoce es que se están multiplicando enfrentamientos muy violentos entre las tropas del gobierno y las de los rebeldes, quienes se autoproclamaron“Ejército de liberación de Siria”, y que tienen sus bases en territorio turco fronterizo con Siria. Estas violencias ya ocasionaron pérdidas muy grandes, incluso civiles inocentes, los que siempre pagan el precio más alto en toda guerra. Entonces ambos bandos armados tienen su responsabilidad.

Sin embargo una intervención militar extranjera de ninguna manera puede representar un amparo para los civiles y los derechos humanos.

[b]AFIRMAMOS CON FUERZA QUE:[/b]

1) la llamada “intervención miltar humanitraria” es la peor solución posible y no se puede considerar legítima de ninguna manera. La protección de los derechos humanos no se logra a través de la guerra;

2) al contrario, ésa solo produce violaciones de los derechos humanos muy graves como consecuencia inevitabile (como ya sucedió en la “guerra humanitaria” en Libia);

3) se detenga la penetración de armas desde el exterior, pues eso hace que se fomente la “guerra civil”;

4) no es tolerable que en Siria se repita el escenario libio, donde una “no fly zone” se convirtió en intervención militar, con masacres de civiles y violaciones de los derechos humanos.

[b]LES PEDIMOS CON FUERZA QUE FAVOREZCAN:[/b]

1) una mediación neutral entre los dos bandos y un alto el fuego: recordemos que la propuesta de algunos países de Ámerica latina que integran la Alba fue aceptada también por la oposición pacífica;

2) una acción para detener la injerencia militar y política extranjera que quiere desestabilizar el país;

3) la reincorporación de Siria en el Bloque Regional;

4) el levantamiento ya de todas sanciones que amenza el bienestar de los civiles;

5) una comisión internacional de investigación integrada por países neutrales para que se averigüe la verdad;

6) el envío de observadores internacionales que conprueben hechos y noticias que están circulando en los grandes medios.

[b]PROMOVIDO POR:
Associazione Peacelink, Italia[/b]

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[b]PROMOTED BY
Peacelink Association, Italy
volontari@peacelink.it[/b]

Hanno già aderito: Angelo Baracca, Associazione Culturale Chico Mendes , Associazione PeaceLink , Associazione per la Pace , ECOISTITUTO DEL VENETO ALEX LANGER , Kathy Ford, la Casa della Pace e della Nonviolenza , Patrick Boylan, U.S.Citizens for Peace & Justice, FILEF.

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[b]Syria NO WAR
Urgent Appeal to Stop Foreign Military Intervention in Syria and to restore human rights and respect for legality [/b]

We, the undersigned non-governmental, human rights, and humanitarian organizations, urge you to mobilize the United Nations and the international community to take immediate action to halt any foreign military intervention against Syria, and instead, to act in good faith for a true mediation. Time is of the essence. We ask to act in good faith in favor of a true and peaceful mediation.
Over the past few months we have observed a steadily increasing media campaign that presents a partial and unverified account of what is happening in Syria. The same thing occurred in the lead-up to foreign intervention in the case of Libya as well.

We know that there are violent clashes between government troops and the armed insurgents of the self-proclaimed “Syria Liberated Army” with bases in Turkey, near the Syrian border. And we know that such conflicts are provoking an enormous death toll among civilians as well. Innocent civilians are the first victims of every conflict. It therefore seems clear that in Syria both armed sides bear responsibilities.

But external military interference is absolutely not the way to protect civilians and human rights.

[b]WE STRONGLY AFFIRM THAT: [/b]

1) the proposed so-called "humanitarian military intervention" in Syria is by far the worst option and can claim no legitimacy whatsoever; protection of human rights is not obtained through armed intervention;

2) indeed, recent history shows that the inevitable results of foreign armed intervention are massive human rights violations, as in Libya;

3) smuggling weapons into an area of conflict only fuels a "civil" war and must be stopped;

4) the Libyan scenario must not be allowed to take place in Syria, i.e. a “no-fly zone” which turns into direct military intervention followed by massacres and massive human rights violations.

[b]WE THEREFORE URGE THE INTERNATIONAL COMMUNITY TO FAVOR:[/b]

1) a ceasefire on both sides and neutral mediation between the parties: we remind that a proposal made by some Latin American countries from the Alba group seems to be welcomed also by the non-armed opposition

2) action to stop foreign military and political interference in Syria aimed at destabilizing the country (and possibly the entire region);

3) reinstatement of Syria into the Regional Block;

3) a halt to current sanctions which are harming civilians;

4) an international investigative mission by neutral countries and organizations to ascertain the truth about the conditions of life in Syria;

5) an investigation by neutral international observers into the accusations and news reports coming out of Syria and which at present it has not been possible to verify.

[b]PROMOTED BY
Peacelink Association, Italy
volontari@peacelink.it[/b]

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[b]La petizione è aperta alla firma di associazioni e persone (anche di altri paesi), sarà inviata al più presto a Onu, Lega Araba (Saudita…), Consiglio diritti umani Onu, paesi Brics, paesi del gruppo Alba, Unione Africana, G77, Italia, Usa, Uk, Fr, ecc.

Vi chiediamo di diffonderla per evitare un altro dolorosissimo caso Libia.

per i promotori
Marinella Correggia[/b]

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[b]CHI TIRA I FILI DELLA NUOVA GUERRA IN MEDIO ORIENTE ?[/b]

[i]Anche oggi notizie di morti dalla Siria, prive di verifica e di verificabilità.[/i]

Google News dà come prima notizia sulla Siria questa: "Dieci di civili, tra cui un adolescente di 14 anni, sono stati uccisi oggi in diverse parti della Siria dalle forze di sicurezza di Damasco: lo riferiscono gli attivisti per i diritti umani".

Questo si legge su
[url]http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=171309&sez=HOME_NELMONDO[/url]

Ma i giornalisti del Messaggero non hanno alcuna possibilità di verificare la notizia.
Eppure circola.

[b]Fonte della notizia è l’Osservatorio siriano per i diritti dell’Uomo.
Ma quanto sono affidabili simili fonti?[/b]

Leggete qui questo articolo di Marinella Correggia:
[url]http://www.peacelink.it/mediawatch/a/35140.html[/url]

In agosto questo osservatorio, che ha sede a Londra, ha denunciato al mondo via Cnn che nella città di Hama diversi neonati erano morti nelle incubatrici perché “Assad aveva ordinato di togliere la corrente”. La notizia e la relativa foto si sono poi rivelate una bufala, come diverse altre.

[b]Si sta ripetendo lo stesso copione della guerra in Libia.[/b]

Come potete leggere qui
[url]http://lists.peacelink.it/news/2011/11/msg00042.html[/url]
la fonte delle informazioni non verificabili ha una regia:

[b]Rami Abdel Ramane[/b], oppositore di lunga data del regime baathista, conosciutissimo in Siria, dove sono noti i rapporti stretti che intrattiene con i Fratelli Musulmani. Lui dirige quell’osservatorio dei diritti umani che ogni giorno alimenta i media di tutto il mondo.

Ma come mai proprio un esponente di un’organizzazione estremistica come quella dei Fratelli Musulmani ottiene tanto credito presso i mass media?

Basterebbe un intervento del governo americano per mettere in riga i giornalisti creduloni.

La spiegazione c’è e la trovate nei rapporti fra CIA e Fratelli Musulmani. E’ paradossale ma si è creata un’alleanza per rovesciare il regime siriano.

Leggete qui: "Syria has also refused to allow a building of a oil pipeline from Iraq through Syria to the Mediterreanan and the Muslim Brotherhood has promised the US government to allow the building of such a pipeline".
Fonte:
[url]http://en.wikipedia.org/wiki/CIA_activities_in_Syria[/url]

Quindi di fronte al rifiuto del regime siriano di far passare un oleodotto ecco la soluzione: la si trova nei Fratelli Musulmani che offrono una "promessa di collaborazione".

Sui Fratelli Musulmani, chiave di volta per capire come mai le bufale dell’osservatorio siriano diritti umani diventa oro colato nelle redazioni dei giornali allineati, leggete qui:

La lunga marcia verso il potere dei Fratelli Musulmani
[url]http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-27/lunga-marcia-fratelli-musulmani-190351.shtml?uuid=AafdVBPE[/url]

[b]L’alleanza fra CIA e Fratelli Musulmani fa pensare all’alleanza fra CIA e AlQaida.[/b]

Il passato si dimentica in fretta, eppure vale la pena ricordare qualcosa dei giochi di guerra.

I primi campi di addestramento dei guerriglieri di Bin Laden sono stati due campi scozzesi, rispettivamente nei pressi di Criffel, nel Dumfries e nella remota penisola di Applecross nella Scozia occidentale. La fonte di queste informazioni è "Il Giornale" del 17/9/01 nel quale la
corrispondente Erica Orsini da Londra annota: "Soldati impeccabili, con un debole per i western di John Wayne. Così erano i mujaheddin, l’"esercito" segreto di Osama Bin Laden, che fu addestrato ad uccidere nei campi militari britannici, tra le colline ricoperte d’erica della selvaggia
Scozia". Ken Connor, eroe dei corpi speciali inglesi fu incaricato di organizzare i vari campi di addestramento, senza il coinvolgimento dell’esercito nazionale. Ken Connor al Sunday Mail ha dichiarato: "Gran parte dell’infinita ricchezza dei Bin Laden è stata costituita da finanziamenti della Cia stanziati per la costituzione di un governo "amico" afghano che combattesse la guerra per conto degli Stati Uniti". I guerriglieri di Bin Laden vennero addestrati molto bene. "Alcuni di loro furono addestrati anche alla guida di elicotteri e all’attacco dei campi
d’aviazione".

http://www.peacelink.it/campagne/index.php?id=91&id_topic=4

 

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