9248 Democrazia e guerra: QUALE MARCIA DELLA PACE 2011 ?

20110920 16:51:00 redazione-IT

[b]di Tonino D’Orazio.[/b]

Ma chi siamo davvero riusciti ad aiutare, in questi ultimi dieci anni, a diventare democratici al modo nostro, al modo occidentale ?
[b]In Iraq[/b], dopo aver imposto la democrazia con le armi e inserito ai comandi vari presidenti fantoccio, di cui già oggi non si ricordano più i nomi, non sappiamo più come scappare. Abbiamo rialimentato tutte le contraddizioni etniche e religiose di guerra civile infinita. Abbiamo ucciso più civili noi che in tutto il periodo del terrore di Saddam. Abbiamo distrutto completamente un paese riportandolo al medio evo, che, tenuto conto dei tempi, non avrà sufficiente petrolio per ripagare, in qualche decennio, la propria ricostruzione, (che ovviamente stiamo facendo e faremo noi). Le guerre sono pur sempre un buon affare: guarda caso, abbiamo sempre in appalto la ricostruzione di ciò che distruggiamo. Ma qualcuno sa ancora cosa succede in Iraq, noi ci siamo ancora o ci stanno trastullando con altro ?

[b]In Somalia[/b] siamo andati ad aiutare una tribù di corrotti, i signori della guerra, e svariate bande, molto ben armate (da noi stessi). Vedi il caso “irrisolto” di Ilaria Alpi. Poi siamo scappati lasciandoli in una guerra civile disastrosa e senza prospettive. Anzi di più, in una guerra di religione che in genere sono le più sanguinarie e lunghe della storia.

[b]In Afganistan[/b]. Non saprei più cosa dire. I mudjaidin “nostri amici” contro l’Unione Sovietica e ben armati sempre da noi per cacciarli (dico da noi perché siamo tra i primi esportatori di armi al mondo) pensano che stiamo occupando il loro paese e praticano le operazioni che qualsiasi resistenza nobile ha fatto, e fa, nella storia del proprio paese. La pia mistificazione è quella di chiamarli con un altro nome: talebani. Perché ci fanno saltare sulle mine o con le bombe? Anche lì c’è una guerra tra tribù e una di liberazione. Non abbiamo forse scelto in Karzai il più corrotto e il meglio, si intende per nostri interessi, di quella società ? Chi combattono ora, noi o Karzai ?

[b]In Pakistan[/b] i nostri amici americani hanno scelto, a suo tempo, di dotare quel paese di armi atomiche. Anche lì vi sono oggi guerre di religioni con frequenti attentati. Però sosteniamo qualsiasi governo, di destra, corrotto e assassino o di centro del quale non si vede nessuna differenza. A causa della complessità del numero delle tribù e dei loro contrasti ci spiegano solo che c’è al-qaida e qualche bomba ricorrente. A noi dovrebbe bastare. Ora l’India “nemica” non è più soltanto una potenza militare atomica ma anche economica, con le peggiori contraddizioni interne in termini di qualità della vita. Ma anche lì vi sono vari popoli e varie etnie, e uno scontro feroce con i musulmani.

[b]In Palestina[/b] abbiamo scelto il democratico Israele, cioè il paese che da quarant’anni sta pianificando, senza ancora riuscirci, lo sterminio di un maggior numero di palestinesi, pur di appropriarsi del loro territorio migliore, e l’operazione è ormai quasi conclusa aspettando “l’agognata pace”. E’ il paese che in nome della sua sicurezza ha creato il più grande lager a cielo aperto esistente al mondo, la striscia di Gaza, con dentro 800.000 detenuti, mal nutriti, senza acqua e medicinali e trucidati ogni volta che scoppia un petardo. La politica più evidente è quella della decimazione, per uno, o mezzo, di loro, dieci degli altri. E’ il paese che ha creato la nuova haparteid e il nuovo e tanto deprecato muro di Berlino, pardon di Gerusalemme. (più di 100 Km di lunghezza).

Qualcuno dirà pure che non è vero e che dicendo questo si passa facilmente per un razzista anti ebreo. Magari sono le stesse persone che stanno, in questo 150° dell’Unità d’Italia, vantando e festeggiando le famose tre Guerre d’Indipendenza dall’Austria e la Resistenza nella seconda guerra mondiale. L’egemonia occidentale dice sempre che quello che vale per noi non vale per gli altri.

[b]In Libia[/b], ci siamo o non ci siamo a fianco di una delle quattro grandi tribù contro le altre ? Chi abbiamo “aiutato” ? Quanti sono i nostri soldati senza divisa presenti sul territorio con armi sofisticate? Chi rimarrà a dirimere la guerra civile appena iniziata e in atto ? Abbiamo aggredito un altro paese che mangeremo vivo. Verrà spolpato sia per il petrolio e le ricchezze accumulate che per la ricostruzione di tutto ciò che abbiamo distrutto. I vari fantocci “democratici” sono già disponibili, si sono riconvertiti, a Londra e a Parigi.

Il nostro Ministero della Difesa è diventato da alcuni anni ormai il Ministero della Guerra, poiché in realtà stiamo dispiegando eserciti e morti in vari paesi del mondo, trascinati dai nostri amici americani ai quali non si può rifiutare nulla. Bombardamento gratis della [b]Serbia[/b] compresa. Ci si può nascondere come si vuole dietro l’Onu o la Nato, i motivi non sono sempre nobili come si crede. La Costituzione italiana? L’art.11 che ripudia la guerra? Non serve più, vale solo per gli illusi, “il mondo è cambiato”.

Da ché il mondo esiste le guerre sono guerre, il sangue è sangue e deve scorrere in nome di qualche cosa, spesso per appropriazione indebita o in nome di qualche ideale a concetto variabile ma a pensiero unico come la democrazia o la religione. Direi quindi che “il mondo non è cambiato”. Anche perché la favoletta contro i cattivi la raccontano sempre i vincitori.

[b]Allora, la marcia Perugia Assisi ?[/b] Vi partecipano ormai anche quelli che in Parlamento votano i loro rappresentanti i quali ritengono possa esserci “la guerra umanitaria”. Nessun problema.

E’ una marcia, in genere piena di giovani, che va fatta e ribadita, sempre. Anch’io vi parteciperò, anche se con il cuore triste. Perché, caro Capitini, la tua marcia per la pace senza se e senza ma, forte anche dell’art.11 della nostra Costituzione, oggi ha perso sicuramente le sue certezze e lo smalto necessario della tua radicalità. Non si può mediare tutto se si vuole veramente “cambiare il mondo” in meglio.

 

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