
Venezia, Isola della Giudecca 212
Organizzato da Emergency.
Proiezione di
Porjamos, in commemorazione dell’Olocausto dei Rom e dei Sinti (2024, 3 minuti).
a seguire :
La canzone di Aida (2024, 90 min)
Loris Loio Levak, presidente Associazione Rom Kalderash
Carmelo Coco, vicepresidente Associazione Rom Kalderash, ex-dirigente scolastico
Cagliari, Palazzo Civico, Consiglio comunale, Via Roma 125
Proiezione di:
Porjamos, in commemorazione dell’Olocausto dei Rom e dei Sinti (2024, 3 minuti)
8 Febbraio ore 19
Monserrato (Cagliari)
Sirio Sardegna Teatro
Porjamos, in commemorazione dell’Olocausto dei Rom e dei Sinti (2024, 3 minuti).
e a seguire :
La canzone di Aida (2024, 90 min)
Giovanni Princigalli, regista (in collegamento)
Santino Spinelli,
alla presenza dei rappresentanti dell’ANPI e della Federazione dei circoli del cinema.
Porajmos. In memory of the Roma and Sinti Holocaust
(Canada, 3 min, 2024)
Prodotto e realizzato da Giovanni Princigalli; Montaggio: Emma Bertin ; Animazione : Jocelyne Laliberté.
FESTIVALS:
Premio del Mediterraneo al Festival del Cinema di Cefalù
Bari International Film Festival International;
Documentary Film Festival Vienna
Tenemos Que Ver, Festival Internacional de Cine y Derechos Humanos de Uruguay;
Gaia Film Festival di Genova.
Questo corto documentario, ad eccezione di un’animazione alla fine, è stato montato utilizzando solo immagini e musica di archivio del Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti.
L’uscita del film coincide con l’80° anniversario della liberazione dei campi di sterminio. Porajamos, in lingua “romanes”, significa “divorare” o “violenza sessuale”.
È un film senza parole. Utilizza immagini che raccontano la vita dei Rom e dei Sinti prima del nazismo e poi durante il loro sterminio. Le stime del numero di morti variano da 500.000 a 1 milione. Inizialmente furono sterminati sul posto, soprattutto nell’Europa orientale. Poi si passò (come avvenne per gli ebrei) al massacro su larga scala, su scala industriale, nei campi di sterminio.
Nell’opinione pubblica italiana è all’oscuro che tra il 1940 e il 1943, il regime fascista costruì 23 campi di concentramento in tutta Italia per rom e sinti, la maggior parte dei quali erano italiani da secoli. La maggioranza degli uomini aveva adulti aveva combattuto nell’esercito regio durante la Prima guerra mondiale. Un poco più nota è la storia del solo campo di sterminio, ovvero dotato di camere a gas e forni crematori, in territorio italiano, in particolare a Risiera di San Sabba in provincia di Triste. I prigionieri, oltre a Rom e Sinti, erano partigiani, ebrei, testimoni di Geova, militari italiani. Due partigiane (una garibaldina ed una cattolica) furono bruciate vive.
Durante la Resistenza, diversi Rom e Sinti italiani aderirono alle formazioni partigiane.
LA CANZONE DI AIDA
Un documentario diretto e prodotto da Giovanni Princigalli
(90 min, 2024)
Dicono del film:
Nell’immagine di Aida, un film sconvolgente e luminoso
(Ghazarian Christine, productrice et professeur de cinéma la Fémis, Paris)
Aida and her family fight for not only civil rights, but rights for women in an outdated world
(by Beth Hall in Educational Media Rewieves, University of Alabama at Birmingham)
Un affresco di grande umanità. L’autore, come la sua magnifica protagonista,
si confrontano alle loro origini rendendo universale una storia di trasmissione familiare.
(Viviana Andriani, Attachée de presse et productrice, Paris)
In “La chanson d’Aida” troviamo la poesia e la grazia di un certo Truffaut, la curiosità, l’empatia e la complicità di Varda ed il potere del cinema diretto, un’esperienza creativa e trasformativa per chi viene filmato, per chi filma e per chi guarda.
(Silvestra Mariniello, prof. d’Histoire du cinéma et directrice des études cinématographiques de l’université de Montréal)
La canzone di Aida è un canto di speranza. Una storia di emancipazione, di lotta, di speranza e di sofferenze di una bambina che, crescendo, ha dovuto scontrarsi con una realtà dura ed estremamente patriarcale. La canzone di Aida però è anche una storia di lotta da parte di un popolo.
(Bernardo Mancini in Taxi Driver)
La canzone di Aida è il frutto di oltre venti anni di conoscenza, frequentazione, presenza, durante i quali Princigalli entra nelle dimore altrui e nelle loro vite, che a lui si raccontano. Nel film, grazie al film, nessuno è escluso. Tutti possono parlare e poi ripensarci. Quindi crescere.
(Viva Paci, prof. de Théories du cinéma et responsable du laboratoire en pratiques documentaires de l’École des Médias de l’Université du Québec à Montréal)
Sinossi
Nel 2002 ho girato il mio primo film in una famiglia di rom rumeni che viveva in un campo di baracche alla periferia di Bari. Vent’anni dopo, questa famiglia vive ancora in una baracca. La coppia che all’epoca era la protagonista del film, è ora in corsa alle elezioni comunali per il centro-sinistra. La loro figlia, Aida, nel 2002 era un’adolescente sorridente, innamorata di Di Caprio e che sognava di diventare una modella e una cantante. Oggi è madre e moglie. Soffre di depressione. Vuole divorziare e per questo è in conflitto con la sua famiglia. Ha anche avuto problemi con la legge dopo essere stata arrestata per furto. Questo film è soprattutto la storia della sua lotta per l’emancipazione, l’indipendenza e una nuova vita fuori dal campo.
Il film mostra diverse immagini del passato, molte delle quali mai viste prima e girate anche negli anni 2008 e 2014. Sono presenti anche delle animazioni poetiche per illustrare meglio l’immaginazione dei protagonisti.
Nota: “La canzone di Aida” è un primo lungometraggio del regista. Il film è dedicato alla memoria di Franco Cassano, sociologo e deputato, che fu direttore della tesi di laurea di Princigalli e supervisore del suo primo documentario che fu girato nel 2002 in questa stessa comunità di rom rumeni.
FESTIVALS
Salina Doc Fest (premio)
BIFEST – Bari International Film Festival (secondo premio e al miglior montaggio)
PriMed, Prix international du documentaire et du reportage méditerranéen
Ethnocineca – International Documentary Film Festival Vienna
Festival de Cine Etnográfico de Ecuador
Thessalonique agora doc market Thessaloniki International Film Festival
NAFA International ethnographic film festival, Lofoten, Norway
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