n°41 – 09 ottobre  2021 – RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO.

01 – Schirò(PD)*: interrogato il governo sui complessi nodi che in questa fase stanno interessando il sistema di promozione della lingua e della cultura italiana all’estero.

02 – Vaccino anti-malaria, via libera dell’Oms: «Momento storico per l’Africa»

03 – La sinistra parte dalle città. La stagione positiva del centrosinistra europeo  continua. Alle vittorie in Norvegia e Germania  è seguita questa settimana una buona notizia  dal sud, dove alle elezioni amministrative italiane il Partito democratico (Pd) ha ottenuto  risultati convincenti.

04 – Marina Della Croce*: Lucano: «Il processo? È contro l’idea che rappresento» La giusta causa. Centinaia di persone partecipano a Roma alla manifestazione di solidarietà con l’ex sindaco di Riace condannato dal tribunale di Locri.

05 – Mejma Brahim*: processo alla solidarietà. Tredici anni di carcere inflitti a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, accusato di aver commesso irregolarità pur di accogliere i migranti, sembrano voler intimidire le persone che aiutano chi è in cerca di un futuro migliore.

06 –  Stati Uniti Di Kevin Freking, Alan Fram e Alexandra Jaffe*:. Il Senato evita il disastro del debito degli Stati Uniti, votando per estendere il prestito.

07 – Sarantis Thanopulos*: Il caso Lucano: la legge, la giustizia e l’hubris Verità nascoste. La rubrica settimanale a cura di Sarantis Thanopulos

08 – Augusto Casasoli*: Cosa prevede la riforma della giustizia e perché farla ora.

09 –  Notizie. Intanto nel mondo*: Stati Uniti, Austria, Germania-Danimarca-Siria, Taiwan e Pakistan.

10 – Roberto Romano*:  L’inefficienza del governo dei migliori . Nadef e Pnrr. Il giudizio è severo, ma uscendo dalla narrazione “accondiscendente” dei principali giornali, si osserva che gli effetti economici e sociali dell’incremento dell’indebitamento netto per il 2021-2024, pari a poco più di 20 mld di euro per anno, per un valore complessivo di oltre 60 mld, sono veramente minimi

01 – SCHIRÒ: INTERROGATO IL GOVERNO SUI COMPLESSI NODI CHE IN QUESTA FASE STANNO INTERESSANDO IL SISTEMA DI PROMOZIONE DELLA LINGUA E DELLA CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO. ROMA, 5 OTTOBRE 2021

La promozione della lingua e della cultura italiana all’estero attraversa un momento delicato di cui è necessario parlare con chiarezza e spirito costruttivo per evitare preoccupanti regressioni, in una fase per altro complessa per la ripresa e il rilancio del Paese. A breve ci saranno le positive iniziative promozionali della Settimana della lingua e della cultura italiana e degli Stati generali della lingua italiana all’estero, ma è opportuno non fermarsi ad esse. È necessario, infatti, essere rassicurati sui processi reali che si svolgono nelle diverse realtà del mondo e che a causa della pandemia hanno subito un appesantimento.

 

PER QUESTO HO INTERROGATO IL GOVERNO, ASSIEME ALLA CAPOGRUPPO DEL PD NELLA COMMISSIONE ESTERI LIA QUARTAPELLE E ALLA COLLEGA FRANCESCA LA MARCA, PER AVERE ALCUNE RISPOSTE SU ASPETTI CRUCIALI DEL SISTEMA DI PROMOZIONE LINGUISTICO-CULTURALE.

 

Il primo di essi riguarda i ritardi che si stanno manifestando nel sostegno degli enti promotori che organizzano i corsi di lingua e cultura, nella maggior parte dei casi nei sistemi scolastici stranieri.

I fondi del capitolo 3153 del bilancio del MAECI per il 2021 non sono stati assegnati e, dunque, gli enti si sono trovati ad operare senza alcuna anticipazione, andando incontro a difficoltà verso gli istituti bancari e le autorità scolastiche locali, soprattutto per gli impegni pluriennali. Nell’emisfero australe, per altro, l’anno scolastico è in via di chiusura e le difficoltà per gli enti sono obiettive e serie. Non è un caso, dunque, che alcuni enti abbiano deciso di non proseguire nella loro attività.

C’è, inoltre, da ricalibrare la circolare n. 3 che ha regolamentato ex novo l’attività degli enti promotori, determinando disagi che di fatto si sono rivelati nocivi per l’intero sistema. Forse sarebbe stato meglio ascoltarci quando abbiamo chiesto che la circolare fosse sottoposta a un anno di prova prima di entrare in funzione.

In più, ad alcuni mesi dall’inizio dell’anno scolastico, le destinazioni del personale docente all’estero non sono state ancora completate, senza che ci sia la possibilità di nominare supplenti locali. Anche in questo caso è facile prevedere le ricadute sull’utenza, sulle scelte di opzione per i corsi d’italiano e sui rapporti con le autorità locali.

 

È necessario, poi, avere un quadro definito della ripartizione delle risorse che il Fondo per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero, rifinanziato quest’anno per un triennio, anche grazie alle nostre costanti sollecitazioni, per avere elementi attendibili sulle risorse disponibili per i prossimi anni.

La Camera, infine, sta già esaminando il provvedimento che dovrebbe portare alla creazione di una nuova direzione del MAECI, dedicata alla ‘Diplomazia pubblica e culturale’, nella quale dovrebbero confluire tutti gli attuali settori di intervento. Insomma, dopo quella aperta dal Decreto 64/2017, si delinea una prospettiva di transizione lunga e complessa, che andrebbe accompagnata con attenzione e flessibilità.

Su questi punti attendiamo risposte, non solo per noi parlamentari, ma per gli operatori e gli utenti, che sono giustamente allarmati. Disponibili, come sempre, a dare il nostro contributo di conoscenza e di esperienza per fare in modo che questa grande fattore di promozione che l’Italia ha all’estero possa sprigionare tutte le sue potenzialità, soprattutto in questo momento complesso e importante per il futuro comune.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati)

 

02 – VACCINO ANTI-MALARIA, VIA LIBERA DELL’OMS: «MOMENTO STORICO PER L’AFRICA»

Con il conforto dei risultati di un programma pilota in corso in Ghana, Kenya e Malawi che ha raggiunto oltre 800 mila bambini, l’Oms raccomanda l’uso diffuso del vaccino contro la malaria per i bambini sub-sahariani e di altre regioni con trasmissione moderata. «È un momento storico – ha detto il direttore generale dell’Oms, Ghebreyesus -. Il tanto atteso vaccino (…) con gli altri strumenti di prevenzione può salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno». Ora si calcola che più di 260mila bambini africani sotto i 5 anni muoiano di malaria ogni anno

 

03 – LA SINISTRA PARTE DALLE CITTÀ*. LA STAGIONE POSITIVA DEL CENTROSINISTRA EUROPEO  CONTINUA. ALLE VITTORIE IN NORVEGIA E GERMANIA  È SEGUITA QUESTA SETTIMANA UNA BUONA NOTIZIA  DAL SUD, DOVE ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ITALIANE IL PARTITO DEMOCRATICO (PD) HA OTTENUTO  RISULTATI CONVINCENTI.

A Milano, Bologna e Napoli gli elettori hanno affidato un mandato solido ai candidati progressisti, mentre Roma e  Torino si aggiungeranno probabilmente alla  lista dopo il ballottaggio. I risultati sono stati accolti con comprensibile entusiasmo da Enrico Letta, che è alla guida del Pd dal marzo 2021. Sono una prova, ha  detto, che la destra “si può sconfiggere”, dopo  un periodo di crescita del partito di estrema  destra Fratelli d’Italia e della Lega. Il risultato  negativo della Lega di Matteo Salvini e l’eliminazione dalla corsa a sindaco di Roma di Virginia Raggi, del Movimento 5 stelle, hanno portato alcuni commentatori a sostenere che la  stagione dei populismi sia in declino. Ma forse  è prematuro pensare a una svolta politica. Come alle elezioni francesi di giugno, il dato rilevante del voto italiano è la scarsa affluenza alle  urne. Forse l’alto livello di astensione può essere interpretato come un segnale di fiducia verso il presidente del consiglio Mario Draghi, l’ex

capo della Banca centrale europea chiamato a  febbraio a guidare il governo in un momento di

caos politico. La cattiva prestazione del partito  di Salvini rende improbabile la sua uscita dalla

maggioranza, lasciando Draghi libero di governare fino al 2023. Ma la combinazione di

elettori apatici e un governo tecnico prolungato non è il sintomo di una democrazia in salute.

Le amministrative italiane riflettono anche  una tendenza europea: i partiti di centrosinistra

ottengono vittorie nette nelle grandi aree urbane ma faticano nei piccoli centri e nelle zone

rurali. Per vincere le legislative, però, serve un  sostegno geograficamente e democraticamente più ampio. In Italia è la forte presenza nelle  aree periferiche e nei paesi più piccoli a premiare sempre Fratelli d’Italia e la Lega nei sondaggi. In Francia le stesse zone sono la roccaforte  del Rassemblement national di Marine Le Pen.

Per cambiare davvero lo zeitgeist, lo spirito del  tempo, i partiti europei di centrosinistra dovranno trovare il Modo di vincere anche fuori  dalle metropoli.

*(The Guardian, Regno Unito)

 

04 – Marina Della Croce*: Lucano: «IL PROCESSO? È CONTRO L’IDEA CHE RAPPRESENTO» LA GIUSTA CAUSA. CENTINAIA DI PERSONE PARTECIPANO A ROMA ALLA MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETÀ CON L’EX SINDACO DI RIACE CONDANNATO DAL TRIBUNALE DI LOCRI.

 

Il senso del lavoro svolto da Mimmo Lucano Ascanio Celestini lo riassume con il ricordo di un episodio avvenuto qualche anno fa a Riace: «C’era una festa che avrebbe dovuto svolgersi in un locale di cui però non si trovavano le chiavi», ricorda l’attore. «Allora Mimmo chiese: “Ma è possibile che ci fermiamo davanti a una porta chiusa?». In qualche modo quella porta venne aperta e la festa cominciò: «Il lavoro di Mimmo è così – conclude Celestini, – Agire con determinazione per fare del bene alle persone».

L’attore parla nel pomeriggio in piazza Montecitorio a Roma. L’aria fredda che comincia a farsi sentire non ferma una piccola ma decisa folla chiamata dal presidente dell’associazione A buon diritto Luigi Manconi a manifestare solidarietà all’ex sindaco di Riace condannato a 13 anni e due mesi (il doppio di quanto richiesto dall’accusa) dal tribunale di Locri per presunti illeciti nella gestione dei fondi per i migranti. Sentenza resa ancora più pesante da una richiesta di risarcimento per Lucano e altri 22 imputati di 750 mila euro.

«Attenderemo le motivazioni della sentenza e i successivi gradi di giudizio, ma la vicenda presenta tutti i contorni di una punizione esemplare contro una certa idea di accoglienza delle persone migranti. E sanziona in modo durissimo “crimini” non “contro” l’umanità ma, se tali fossero, “per” l’umanità» spiegano i promotori della manifestazione. Che hanno lanciato una raccolta fondi a sostegno degli imputati (per chi volesse contribuire: A buon diritto Onlus, Banco di Sardegna. Casuale: «Per Mimmo». (Iban: IT55E0101503200000070333347). «Se in appello le cose dovessero cambiare, destineremo la somma raccolta a progetti di accoglienza in quello stesso territorio calabrese dove ha preso vita il modello Riace», assicura Manconi.

«L’abuso di solidarietà non è reato», è la parola d’ordine della manifestazione promossa oltre che da Manconi, da Eugenio Mazzarella, Riccardo Magi, Sandro Veronesi, Rete Io accolgo con Acli, Caritas, Arci, Cgil, Legambiente, Saltamuri, Cnca, Centro Astalli, AOI e numerose altre associazioni insieme a decine di esponenti della cultura, del giornalismo dello spettacolo e della politica.

 

Obiettivo: mettere riparo a una decisione, quella assunta dal tribunale di Locri, che ai quanti sostengono l’ex sindaco di Riace appare come un errore. «Anziché porre rimedio con una decisione mite e ragionevole (e soprattutto umana) alla pesantissima richiesta dell’accusa di una condanna a 7 anni di carcere conseguente alla feroce campagna persecutoria di una certa politica – hanno spiegato Manconi e Sandro Veronesi – il tribunale di Locri ha inflitto una pena doppia a quella richiesta».

In serata interviene anche Mimmo Lucano; «I reati che mi sono stati contestati sono molto gravi ma la realtà non è così», spiega l’ex sindaco intervenendo alla trasmissione Otto e mezzo. «Anche prima di questa sentenza non ho mai voluto creare degli alibi o contestare, ma mi sembra tutto così assurdo perché la storia vera non è così. La descrizione dei fatti che è stata fatta – prosegue Lucano – è totalmente difforme dalla realtà. Il mio livello di sofferenza è molto forte perché hanno stravolto la realtà. Viene escluso il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché così non sembra un accanimento politico verso un’idea di accoglienza, c’è stata una persecuzione non verso di me come persona, ma dell’idea che rappresento».

*( Marina Della Croce, da Il Manifesto)

 

05 – Mejma Brahim*: PROCESSO ALLA SOLIDARIETÀ. TREDICI ANNI DI CARCERE INFLITTI A MIMMO LUCANO, EX SINDACO DI RIACE, ACCUSATO DI AVER COMMESSO IRREGOLARITÀ PUR DI ACCOGLIERE I MIGRANTI, SEMBRANO VOLER INTIMIDIRE LE PERSONE CHE AIUTANO CHI È IN CERCA DI UN FUTURO MIGLIORE.

 

Aveva detto di sperare in un esito positivo del processo. Ma dopo anni di udienze, il 30 settembre il tribunale di Locri ha condannato Domenico Lucano (detto Mimmo) a tredici anni e

due mesi di carcere. Una pena doppia rispetto a quanto chiesto dall’accusa. L’ex sindaco di Riace (Reggio Calabria) è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, frode, appropriazione di fondi pubblici e abuso di

potere. Una pena “esorbitante” l’hanno definita i suoi avvocati, Giuliano Pisapia e Andrea Daqua.

SINDACO DAL 2004 AL 2018 (fino a quando è stato sospeso), Lucano era diventato noto per le sue posizioni a favore dell’accoglienza dei migranti. Per contrastare lo spopolamento di Riace dopo l’emigrazione degli abitanti in fuga dalla crisi economica, aveva scelto di integrare nella vita del paese i migranti sbarcati in Calabria.

Aveva recuperato le case disabitate, ristrutturato vecchie infrastrutture, rilanciato l’artigianato e l’economia locale. E aveva sostenuto l’istruzione e la formazione dei migranti, dimostrando che un altro mondo è possibile.

Il modello Riace era stato lodato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e anche da papa Francesco. Nel 2016 Mimmo Lucano è stato inserito tra i cinquanta leader più influenti del mondo dalla rivista statunitense Fortune e nel 2017 ha ricevuto il premio Dresda per la pace. Nel 2018, però, dopo essere finito al centro di numerose inchieste giudiziarie, è stato sospeso dalla carica di sindaco, costretto agli arresti domiciliari e in seguito colpito dal divieto di dimora

a Riace, dove è potuto tornare solo nel 2019. La corte di cassazione non aveva trovato alcuna prova di “comportamenti fraudolenti” che l’ex sindaco avrebbe “messo materialmente in atto” per attribuire a delle cooperative i servizi come la raccolta di rifiuti. Questo però non ha impedito la condanna del 30 settembre.

Nessun vantaggio personale Mimmo Lucano dovrà restituire 500mila euro di finanziamenti ricevuti. Una pena pesante, che dimostra ancora una volta la criminalizzazione di chi è solidale con i migranti.

“Oggi conosciamo solo la sentenza e non le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Ma è difficile capire”, affermano gli avvocati, “come sia stato possibile arrivare a una pena così dura per un uomo come Lucano, che vive in povertà e che non ha tratto alcun vantaggio dalla sua esperienza di sindaco di Riace, e che, com’è emerso nel corso del processo,

si è sempre impegnato per la sua comunità e per l’accoglienza e l’integrazione”. I suoi avvocati hanno annunciato che ricorreranno in appello. Contattato da Media part, Mimmo Lucano non ha risposto.  Mediapart ha deciso di ripubblicare l’intervista a Mimmo Lucano fatta il 26 settembre 2021 (prima della sentenza) in occasione dell’uscita in Francia del suo

libro Il fuorilegge (Feltrinelli 2020), dove spiega il modello Riace e gli ostacoli che bisogna superare per poterlo mantenere.  Il racconto è un toccasana per il cuore insti si accaniscono a demonizzare i migranti e chi li aiuta. Nel libro Lucano ricorda che un’altra via è possibile: quella dell’accoglienza incondizionata, di un modello inclusivo, di una società alternativa in cui

ciascuno, a prescindere dalle sue origini, dalla sua lingua o dalla sua cultura, partecipa alla vita di una comunità per trovare il suo posto. “Nessuno sceglie liberamente di abbandonare la sua terra”, dice Lucano, si tratti dei primi profughi curdi sbarcati sulle coste calabresi nel 1998 o dei somali, ghaneani, gambiani e magrebini arrivati negli anni successivi in cerca di un futuro so alla solidarietà migliore. Dalla sistemazione in abitazioni vuote alla ristrutturazione di un antico

frantoio, passando per la riapertura delle scuole, la creazione di laboratori artigianali che hanno permesso la trasmissione delle conoscenze locali e la nascita di un turismo solidale, l’esperienza del “villaggio globale” rappresentata da Riace dimostra che un altro mondo è possibile.

Tutto questo contrasta però con le politiche di accoglienza dei governi italiani,  che negli anni hanno avuto come obietti vo quello di mettere i migranti in centri di  accoglienza senz’anima e senza il sostegno sociale necessario a favorirne l’integrazione, o peggio quello di far proliferare  baraccopoli in cui la dignità umana non  trova posto e in cui si muore di precarietà.

Quando era sindaco di Riace Mimmo Lucano, oltre ad affrontare le inchieste, ha anche dovuto tenere testa a un ministro dell’interno di estrema destra, Matteo Salvini, noto per le sue posizioni contro i migranti. Il prezzo da pagare per aver sognato “la libertà” è un’altra umanità”.

Nella Riace della sua infanzia sua madre offriva ospitalità ai nomadi rom e sinti e per

questo era stata soprannominata “l’amica dei rom”. La Calabria è ancora una terra di

accoglienza?

In Calabria c’è una tradizione di accoglienza che affonda le sue radici nel periodo greco: lo straniero è sempre stato considerato un ospite, la sua presenza era un onore quasi sacro. È una cultura che l’impoverimento e il potere mafioso hanno forse intorpidito, ma che non si è mai

spenta davvero.

Alla fine degli anni novanta i comuni di Badolato e Riace sono stati “risvegliati” dall’arrivo di migranti curdi. Qual è stata la prima reazione degli abitanti? In un primo momento c’è stato stupore, ma nel giro di poco tempo si è imposto uno slancio di solidarietà: bisognava trovare un tetto, dei mezzi di sussistenza, accogliere e proteggere quegli uomini, quelle donne, quei bambini perseguitati, costretti ad abbandonare tutto.

Lei racconta che alcuni abitanti di Riace hanno scelto di emigrare, abbandonando una delle zone più povere d’Europa e provocando lo spopolamento del suo paese. In che senso i migranti hanno salvato Riace?

Alcuni paesani emigrati da anni in Argentina o negli Stati Uniti hanno accettato di prestare le case, che avevano abbandonato e che abbiamo ristrutturato, per dare alloggio ai migranti. Molti di loro portano mestieri e conoscenze ereditate dalle loro tradizioni. Questo ha permesso di rilanciare l’artigianato locale unendo i talenti dei nuovi arrivati e di chi abitava da tempo a Riace. È stato possibile riaprire la scuola, che avevamo dovuto chiudere per mancanza di bambini, ma anche rilanciare la produzione di olio d’oliva. Tutto ciò nel contesto di un’economia solidale, senza altro guadagno se non quello per pagare gli stipendi.

In totale quanti migranti sono stati accolti a Riace quando lei era sindaco? La diversità dei profili e nazionalità nel corso del tempo ha rappresentato una ricchezza per il

paese?

Non ricordo la cifra complessiva, ma in alcuni anni il comune ospitava più di 500 persone in un paese che ha 1.800 abitanti.

E non era un’accoglienza che si limitava all’assistenza, perché c’era uno scambio continuo tra le persone di origini diverse: l’importante era andare avanti insieme per sviluppare l’economia e favorire l’autonomia di Riace.

Recupero e condivisione di case vuote, ripristino di antiche infrastrutture, istruzione, formazione professionale, economia sociale e solidale, e perfino una moneta locale.

A Riace era riuscito a creare, su piccola scala, un esempio di società alternativa e stabile, un circolo virtuoso per tutte e tutti. Come spiegare allora il successo delle politiche dei “campi d’internamento” o dei “respingimenti alla frontiera”, che lei definisce “un’epidemia”?

Continua a esserci una lotta tra due visioni del mondo, una orientata alla fratellanza, allo scambio, all’apertura, l’altra che privilegia l’individualismo e la concorrenza. Al momento non è l’aiuto reciproco tra gli esseri umani a farsi sentire, a essere di moda. Spesso siamo in minoranza, ma siamo numerosi.

Le condizioni di vita nei campi e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo italiani sono spesso difficili: l’esempio di Becky Moses, una donna nigeriana passata da Riace e morta in un incendio scoppiato nella baraccopoli di San Ferdinando nel 2018, è terribilmente eloquente. E lo è anche quello del Cara di Mineo. Come definirebbe le politiche di accoglienza italiane ed europee?

Fino a quando si continueranno a trattare le persone come numeri, come fanno

spesso i politici che si definiscono “accoglienti”, la vita degli esseri umani sarà derisa e intere esistenze saranno devastate.

Bisogna rimettere in primo piano la dignità dell’individuo e il suo diritto sacrosanto a vivere in sicurezza.  In che senso “i colpi più duri inferti all’accoglienza” sono stati quelli del Partito democratico ben prima del governo tra i cinquestelle e la Lega?

Nel 2017 il decreto Minniti-Orlando per il contrasto dell’immigrazione illegale ha limitato la possibilità di ricorrere contro la bocciatura delle richieste di asilo, rendendo la procedura del tutto impersonale e burocratica. Questo non lo ha fatto l’estrema destra, ma un governo che si definiva “di sinistra” (Marco Minniti e Andrea Orlando, entrambi del Pd, erano rispettivamente ministro dell’interno e ministro della giustizia).

Il blocco dei fondi pubblici per l’accoglienza, contro il quale ha fatto uno sciopero della fame nel 2012, è stato un modo per ostacolare la solidarietà nei confronti dei migranti accolti a Riace? E la decisione del ministero dell’interno nel 2018 di escludere Riace dai beneficiari dei fondi previsti dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)?

Non lo so, ma sembrava proprio così.

Era come se il nostro progetto avesse di sturbato i piani alti, come se ci fosse un  assoluto bisogno di mettere fine a un’esperienza che dimostra che i migranti non  sono necessariamente un pericolo, ma possono essere una risorsa: non il problema, ma la soluzione.

Come interpreta il successo della Lega nell’Italia del sud alle ultime elezioni europee, nonostante il consenso dei meridionali e degli immigrati sul suo modello?

È davvero triste. Negli anni la Lega non ha fatto altro che insultare i meridionali: predicava perfino la secessione della Padania dal resto del paese. Ora nel sud tante persone gridano come loro “prima gli italiani”. Hanno dimenticato che una volta gli stranieri erano loro.

Il modello Riace, elogiato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è stato replicato altrove in Italia nonostante l’abbandono del progetto di legge per facilitarne la riproduzione in altre località della Calabria? E all’estero?

In Calabria borghi come Stignano e Caulonia hanno seguito il nostro esempio.

Anche all’estero ci sono diverse iniziative simili, ma la specificità della Calabria è che si tratta di una terra tradizionalmente di emigrazione e non di immigrazione.

Il riconoscimento del suo modello all’estero e in Italia l’ha aiutata a tenere testa ai suoi

detrattori?

Tutte le forme di incoraggiamento contano. Bisogna difendere quest’altro mondo possibile contro la violenza del populismo e i pericoli dell’ultraliberismo.

Ha dovuto affrontare diverse inchieste giudiziarie e per undici mesi le è stato vietato di risiedere a Riace. Direbbe che la sua solidarietà nei confronti dei migranti è stata criminalizzata, come quella delle Ong attive nel Mediterraneo?

Sì, è sempre così che agisce il potere: screditando, criminalizzando gli oppressi e chi li difende. Intorno a questa vicenda si sta giocando una partita politica molto pesante: attraverso me si vuole squalificare l’esperienza dell’accoglienza che Riace rappresenta

 

DA SAPERE

LE TAPPE DELLA GIUSTIZIA

OTTOBRE 2018 Il sindaco di Locri Domenico Lucano viene messo agli arresti domiciliari. Il prefetto lo sospende dalla carica di primo cittadino. Due settimane dopo il tribunale del riesame di Reggio Calabria emette nei suoi confronti un divieto di dimora a Riace, in alternativa agli arresti domiciliari.

11 APRILE 2019 Lucano è rinviato a giudizio. La procura lo accusa di aver organizzato un matrimonio di comodo tra un’immigrata nigeriana e un cittadino italiano. Alla base dell’accusa c’è un’intercettazione telefonica in cui Lucano parla della possibilità di far ottenere la cittadinanza a una donna, a cui sarebbe stato negato l’asilo per tre volte, attraverso il matrimonio con un abitante di Riace. La procura lo accusa anche di aver assegnato, dal 2012 al 2016, i servizi di raccolta porta a porta e il trasporto dei rifiuti a due cooperative, in cui lavorano alcuni migranti, senza indire una gara d’appalto e senza che le due cooperative fossero iscritte nell’albo regionale, come invece richiede la legge. Lucano è accusato anche di truffa. Tre appartamenti dove sono ospitati i migranti non hanno il certificato di abitabilità.

5 SETTEMBRE 2019 Il tribunale di Locri revoca il divieto di dimora a Riace.

27 DICEMBRE 2019 Lucano riceve un ulteriore avviso di garanzia per aver rilasciato documenti d’identità a una donna eritrea e al figlio di pochi mesi senza il permesso di soggiorno. In qualità di sindaco è responsabile degli uffici dell’anagrafe.

30 SETTEMBRE 2021 Il tribunale di Locri condanna Lucano a tredici anni e due mesi di carcere. I giudici lo accusano di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falso ideologico. Inoltre dovrà restituire 500mila euro di fondi europei. I giudici dovranno depositare le motivazioni della sentenza entro 90 giorni dalla condanna.

IL POST, BBC, IL SOLE 24 ORE

*(Mejma Brahim, Mediapart, Francia)

 

06 –  Stati Uniti- Washington (Ap) – Di Kevin Freking, Alan Fram E Alexandra Jaffe*: IL SENATO EVITA IL DISASTRO DEL DEBITO DEGLI STATI UNITI, VOTANDO PER ESTENDERE IL PRESTITO.

Il Senato ha evitato un disastro del debito americano giovedì sera, votando per estendere l’autorità di prestito del governo a dicembre e scongiurare temporaneamente un default federale senza precedenti che secondo gli esperti avrebbe devastato l’economia e danneggiato milioni di americani.

Il voto democratico della linea del partito di 50-48 a sostegno del disegno di legge per aumentare il tetto del debito del governo di quasi mezzo trilione di dollari ha portato un sollievo immediato a Washington e ben oltre. Tuttavia, fornisce solo una tregua. Supponendo che la Camera vada d’accordo, cosa che accadrà, i legislatori repubblicani e democratici dovranno ancora affrontare le loro profonde divergenze sulla questione ancora una volta prima della fine dell’anno.

 

Quel dibattito avrà luogo mentre i legislatori lavoreranno anche per finanziare il governo federale per il nuovo anno fiscale e mentre continueranno la loro aspra battaglia per le principali priorità interne del presidente Joe Biden: un piano infrastrutturale bipartisan con quasi $ 550 miliardi di nuove spese e un sforzi molto più espansivi, da 3,5 trilioni di dollari, incentrati su programmi per la salute, la rete di sicurezza e l’ambiente.

 

Alleviando la crisi in corso – un disastroso default incombente in poche settimane – il leader del Senato repubblicano, Mitch McConnell del Kentucky, ha offerto il suo sostegno per consentire un’estensione a breve termine dell’autorità di prestito del governo dopo aver guidato la solida opposizione del GOP a un’estensione più lunga. Ha agito mentre Biden e i leader aziendali hanno intensificato le loro preoccupazioni sul fatto che un default avrebbe interrotto i pagamenti del governo a milioni di americani e gettato la nazione in recessione.

La concessione del GOP di rinunciare al blocco per ora non è stata apprezzata da alcuni membri del caucus repubblicano di McConnell, che si sono lamentati dell’insostenibilità dei livelli di debito della nazione.

 

“Non posso votare per aumentare questo tetto del debito, non adesso, soprattutto visti i piani in gioco per aumentare immediatamente la spesa di altri 3,5 trilioni di dollari”, ha detto il senatore Mike Lee dello Utah poco prima del voto.

Il senatore Ted Cruz del Texas ha affermato che i democratici erano stati su “un percorso per arrendersi” sul processo utilizzato per sollevare il tetto del debito, “e poi sfortunatamente, ieri, i repubblicani hanno battuto ciglio”.

 

Ma la senatrice Lisa Murkowski dell’Alaska era tra coloro che hanno votato per porre fine al dibattito e consentire un voto sul disegno di legge.

“Non sono disposta a lasciare che questo treno precipiti dal precipizio”, ha detto.

 

Undici repubblicani hanno votato per chiudere il dibattito, fornendo la soglia necessaria per portare il disegno di legge al voto finale. Tuttavia, nessun repubblicano si è schierato con i democratici nel voto finale per la misura. McConnell ha insistito sul fatto che il partito di maggioranza dovrà aumentare da solo il tetto del debito.

Il Congresso ha pochi giorni per agire prima della scadenza del 18 ottobre, dopo la quale il Dipartimento del Tesoro ha avvertito che rimarranno rapidamente a corto di fondi per gestire il debito già accumulato della nazione.

La Camera dovrebbe approvare il provvedimento la prossima settimana. Dopo l’azione al Senato, il leader della maggioranza Steny Hoyer ha annunciato che la Camera sarà richiamata alla sessione di martedì sera per le votazioni.

 

I leader repubblicani hanno lavorato tutto il giorno per trovare i 10 voti di cui avevano bisogno dal loro partito per portare l’estensione del limite del debito a un voto finale, tenendo una riunione privata nel tardo pomeriggio. È stata una discussione lunga e “animata” nella stanza, ha detto il senatore Josh Hawley del Missouri.

 

Il voto è iniziato con McConnell e il senatore del South Dakota John Thune, il repubblicano di secondo rango, che hanno aspettato pazientemente, lentamente, ma sicuramente, nove dei loro colleghi del GOP sono venuti e hanno dato il pollice in su previsto. Quando Cruz ha votato no, McConnell ha scherzato: “Pensavo fossi indeciso. Grazie per esserti presentato”.

 

La Casa Bianca ha segnalato il sostegno di Biden, con il principale vice segretario stampa Karine Jean-Pierre che ha affermato che il presidente firmerà un disegno di legge per aumentare il limite del debito quando sarà approvato dal Congresso. Colpendo i repubblicani, ha anche detto: “Ci dà un po’ di respiro dal catastrofico default a cui ci stavamo avvicinando a causa della decisione del senatore McConnell di giocare alla politica con la nostra economia”.

 

Wall Street ha registrato un modesto rally giovedì alla notizia dell’accordo.

 

L’accordo pone le basi per una sorta di seguito a dicembre, quando il Congresso dovrà nuovamente affrontare scadenze pressanti per finanziare il governo e aumentare il limite del debito prima di tornare a casa per le vacanze.

 

L’aumento di 480 miliardi di dollari del tetto del debito è il livello che il Dipartimento del Tesoro ha dichiarato necessario per arrivare in sicurezza al 3 dicembre.

 

“Ringrazio i miei colleghi democratici per aver mostrato unità nel risolvere questa crisi prodotta dai repubblicani”, ha affermato il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer di New York. “Nonostante l’immensa opposizione del leader McConnell e dei membri della sua conferenza, il nostro gruppo si è tenuto insieme e abbiamo tirato indietro il nostro paese dal precipizio che i repubblicani hanno cercato di spingerci”.

 

McConnell la vedeva in modo molto diverso.

 

“Il percorso che i nostri colleghi democratici hanno accettato risparmierà al popolo americano qualsiasi crisi a breve termine, risolvendo definitivamente la scusa della maggioranza secondo cui non ha avuto tempo per affrontare il limite del debito attraverso (riconciliazione)”, ha detto McConnell giovedì. “Ora non ci saranno più dubbi: avranno tutto il tempo.

 

McConnell e i colleghi repubblicani del Senato insistono ancora sul fatto che i democratici facciano da soli per aumentare il tetto del debito a lungo termine. Inoltre, McConnell ha insistito sul fatto che i democratici utilizzino lo stesso ingombrante processo legislativo chiamato riconciliazione che hanno utilizzato per approvare un disegno di legge di soccorso COVID-19 da $ 1,9 trilioni e che hanno impiegato per cercare di approvare la misura da $ 3,5 trilioni di Biden per aumentare la rete di sicurezza, i programmi sanitari e ambientali.

 

Mercoledì, Biden aveva arruolato i migliori leader aziendali per spingere per la sospensione immediata del limite del debito, affermando che la scadenza imminente ha creato il rischio di un default storico che sarebbe come una “meteora” che potrebbe schiacciare l’economia degli Stati Uniti e inviare ondate di danni in tutto il mondo.

 

Ad un evento della Casa Bianca, il presidente ha svergognato i senatori repubblicani per aver minacciato di ostruzionismo qualsiasi sospensione del tetto di 28,4 trilioni di dollari. Si è appoggiato alla credibilità dell’America corporativa – un gruppo che è stato tradizionalmente allineato con il GOP su questioni fiscali e normative – per portare a casa il suo punto mentre i capi di Citi, JP Morgan Chase e Nasdaq si sono riuniti di persona e virtualmente per dire il debito limite deve essere revocato.

 

“Non è giusto ed è pericoloso”, ha detto Biden della resistenza dei repubblicani al Senato.

 

Una volta una questione di routine, l’innalzamento del limite del debito è diventato politicamente infido negli ultimi dieci anni o più, utilizzato dai repubblicani, in particolare, per inveire contro la spesa pubblica e l’aumento del carico del debito.

*( AP. Di Kevin Freking, Alan Fram E Alexandra Jaffe Gli autori  hanno contribuito a questo rapporto.)

 

07 – Sarantis Thanopulos*: IL CASO LUCANO: LA LEGGE, LA GIUSTIZIA E L’HUBRIS VERITÀ NASCOSTE. LA RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI SARANTIS THANOPULOS

L’«HUBRIS» è un concetto fondamentale nella definizione della giustizia, mai preso in considerazione dai sistemi giuridici. Per la nota discrepanza tra giustizia e legge.

Nel greco antico il termine indicava la crescita rigogliosa di una pianta che invade e impedisce lo sviluppo delle altre piante. Esso designava metaforicamente l’eccesso di protervia che porta ad oltrepassare la misura.

La legge punisce l’infrazione delle regole, ma non contempla come suo oggetto diretto il superamento del limite. Spesso è essa stessa hubris, specie nei paesi oligarchici, ma anche in quelli democratici. Di ciò è un esempio grave la pena di morte. Nel nostro paese ha superato i limiti etici, nonché quelli stabiliti dalle leggi internazionali di soccorso, la legge Severino.

La giustizia è la forza che si oppone al venir meno del senso della misura. Più grave è il superamento della misura (da sempre legato al diritto di chi è senza scrupoli, del più spietato), più forte è l’opposizione tra il suo autore e la società dei giusti, la comunità della Polis democratica. Giusto e democratico è ciò che si compie con misura, equilibrio secondo le regole che in origine erano quelle della musica, del canto degli uccelli (Monica Ferrando).

Più la legge si allontana dalla giustizia, più è hubris in se stessa. Nessuna logica giuridica la può assolvere del danno che infligge alla natura più intima e inviolabile delle relazioni umane da cui emanano i diritti umani, valori etici al di sopra di ogni altro diritto e di ogni legge. Si tenga presente che sulla giustizia si fonda la sanità psichica collettiva.

Nella condanna di Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere, il doppio della condanna chiesta dal pubblico ministero, sono molte le cose che non convincono, a partire dalla mancata applicazione del principio del reato continuato (l’infrazione con azioni diverse, volte a realizzare un unico progetto criminoso, di una o più disposizioni di legge) e la contemporanea attribuzione del reato di associazione a delinquere a una persona a cui si riconosce di aver agito senza interesse personale.

Sarà la pubblicazione delle motivazioni della sentenza a rendere più chiaro l’agire dei giudici e saranno i successivi gradi di giudizio a stabilire se essi hanno agito nel rispetto della civiltà giuridica e della legge. Esiste, tuttavia, un punto che fin da ora deve far riflettere: l’uso di un criterio computazionale nella valutazione della pena. Esso introduce una dimensione algoritmica nella gestione del rapporto tra Stato e cittadini che finora si è fatta strada in un paese non propriamente democratico, la Cina.

Un magistrato non applica la legge alla lettera. Basterebbe aver letto Kafka per comprendere che non può pensare da ragioniere. Deve saper valutare le circostanze umane, i fattori sociali, culturali, politici e psicologici di cui la legge non tiene conto. Se si parla di «spirito della legge», è perché nessuna legge è satura e a sé stante. L’ispirazione della sua «interpretazione», che spetta a un soggetto responsabile, è la giustizia, il sapere condiviso su ciò che è umanamente sensato, misurato.

Condannare un uomo dignitoso, incensurato, povero di sostanze materiali a una pena degna di un mafioso è, nella migliore delle ipotesi (in attesa di vedere confermata la validità del dispositivo della sentenza), un eccesso di «accanimento terapeutico», un’ammonizione educativa nei confronti dei cittadini francamente, totalmente fuori luogo.

SUL PIANO DELLA GIUSTIZIA, LA SENTENZA NEI CONFRONTI DI MIMMO LUCANO È HUBRIS.

I giudizi non devono ergersi al di sopra del senso della misura. Devono valutare in modo equilibrato, sereno. La serenità del giudizio non significa assenza di sofferenza psichica. Tra i servitori della città c’è molto più senso di responsabilità in chi soffre rispetto a chi dimentica la condivisione dei valori universali, convinto di stare bene con la propria coscienza.

*( Sarantis Thanopulos è analista S.P.I. con funzioni di Training. Ha pubblicato: L’Eredità della Tragedia (con A. Giannakoulas), Borla, Roma 2006; Ipotesi gay. Materiali per un confronto (con O. Pozzi), Borla, Roma 2006; Lo spazio dell’interpretazione, Borla, Roma 2009; Psicoanalisi delle psicosi. Prospettive attuali (con R. Lombardi, L. Rinaldi), Raffaello Cortina, Milano 2016)

 

08 – Augusto Casasoli*: COSA PREVEDE LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E PERCHÉ FARLA ORA.

IL 23 SETTEMBRE IL SENATO HA APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE PER LA RIFORMA DEL PROCESSO PENALE, CON 177 VOTI A FAVORE E 24 CONTRARI. Già approvato dalla camera dei deputati dopo una lunga trattativa, il testo, ora diventato legge, conferisce una serie di deleghe al governo per rendere più efficiente il processo penale in termini di rapidità, semplificazione, di risorse umane e digitalizzazione. Il 21 settembre anche il ddl per la riforma del processo civile ha ottenuto una larga maggioranza in senato: con 201 sì e 30 no, ora il provvedimento è passato alla camera.

I progetti di riforma, su cui il governo ha posto la questione di fiducia, sono due condizioni per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Al centro c’è l’eccessiva durata dei processi: l’Italia infatti è stata più volte ammonita dalle istituzioni europee per la “scarsa efficienza” del sistema giudiziario. Il Pnrr mira a ridurre in cinque anni del 25 per cento i tempi della giustizia penale e del 40 per cento quelli della giustizia civile.

“Sulla durata dei processi il governo si gioca tutto il Recovery fund, non solo la parte legata alla giustizia”, aveva avvertito la ministra della giustizia Marta Cartabia alla camera lo scorso 10 maggio, riferendosi agli oltre 190 miliardi di euro che la Commissione europea ha destinato all’Italia.

 

LA RIFORMA DEL PROCESSO PENALE

La riforma del processo penale ha creato molti attriti nella maggioranza, soprattutto in tema di prescrizione, cioè il lasso di tempo, fissato dalla legge, dopo il quale un reato non può più essere perseguito

 

Il disegno di legge divide in due fasi il processo. Nella prima fase, che va dalle indagini preliminari alla sentenza di primo grado, decorre la cosiddetta prescrizione sostanziale (che estingue il reato), cioè quella calcolata sulla base della pena del reato per cui si indaga. Dopo la sentenza di primo grado, che sia di condanna o di assoluzione, il calcolo della prescrizione si blocca. Questa parte è rimasta invariata dalla precedente riforma Bonafede. Nella seconda fase, che va dall’inizio del processo di appello fino alla sentenza di cassazione, viene introdotta invece la cosiddetta prescrizione processuale (che estingue il processo). Ovvero, l’estinzione del processo una volta decorso un tempo prefissato per legge per il grado d’appello e per quello di cassazione, uguale per tutti i reati.

 

La riforma sarà graduale: fino al 2024 il processo d’appello potrà durare fino a tre anni con possibilità di proroga fino a quattro; il processo di cassazione un anno e mezzo con proroga fino a due. A partire dal 1 gennaio 2025 il termine della prescrizione processuale sarà di due anni per i procedimenti in appello e di un anno per quelli giunti in cassazione, entrambi prorogabili su decisione motivata del giudice.

 

Dalla prescrizione sono esclusi i reati puniti con l’ergastolo. Per i reati gravi è previsto un regime di eccezione, con possibilità di proroga senza limiti di tempo. Tra questi, mafia, terrorismo, violenza sessuale e associazione finalizzata al traffico di droga. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, avvisa che “quando il legislatore procede per elenchi di reati c’è sempre il rischio di dimenticarne qualcuno”. Anche Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, ha criticato l’esclusione dal regime di eccezione dei reati ambientali, della corruzione e della concussione.

 

Di fronte alle critiche, la ministra Cartabia ha precisato che “la riforma va letta nel suo complesso”. La norma che introduce i termini di prescrizione, al termine dei quali si ha quindi l’estinzione del processo, secondo la ministra, è solo un tassello di una riforma più ampia finalizzata a rendere più efficiente tutto il sistema, attraverso la digitalizzazione, il potenziamento del processo telematico, l’istituzione di tempi definiti per le indagini preliminari, l’adozione di sanzioni sostitutive e il ricorso alla giustizia riparativa.

 

LA RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE

 

Anche la riforma del processo civile mira a velocizzare l’iter introducendo diversi strumenti. La prima udienza non sarà più solo un passaggio burocratico ma la causa sarà esaminata nel merito fin dal principio. Un’altra novità della riforma del processo civile è l’introduzione del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, un tribunale unico che sostituirà i tribunali per i minorenni e le sezioni di famiglia dei tribunali ordinari. L’obiettivo è uniformare la materia, oggi trattata in procedimenti distinti che producono una dispersione di risorse e di tempi. Il tribunale unico si occuperà di affidi, responsabilità genitoriale, adozioni e avrà funzioni penali e di sorveglianza. Vengono inoltre potenziati i metodi alternativi di risoluzione delle controversie (mediazione, arbitrato e negoziazione), introdotte nuove tutele per le donne che subiscono violenza e semplificati i giudizi in materia di lavoro.

 

Non sono mancate critiche da parte dei professionisti in ambito giudiziario. L’obiettivo di ridurre i tempi del 40 per cento è stato giudicato dall’Associazione nazionale magistrati “non realistico”.

 

Entrambe le riforme prevedono l’assunzione di personale che affianchi i giudici e costituisca l’ufficio del processo, figure temporanee per smaltire procedimenti arretrati. Parte della magistratura ritiene la riforma insufficiente, perché le risorse umane saranno “destinate a disperdersi nell’arco di pochi anni”.

 

QUALCHE NUMERO SUI PROCESSI IN ITALIA

 

L’Italia è il paese che conta il più alto numero di condanne (1.202) per violazione del principio della ragionevole durata del processo, dal 1959, anno di fondazione della Corte europea dei diritti dell’uomo. Seguono Turchia (608) e Grecia (542).

 

La durata media del processo civile in Italia è di sette anni e tre mesi. Il processo penale invece nel 2019 durava, dalle indagini alla sentenza di cassazione, in media 4 anni e 4 mesi, ma i tempi variano molto in base al distretto di Corte d’appello. Secondo i dati del ministero, la durata del secondo grado è in media di 835 giorni, a Firenze è di circa 745 giorni, a Napoli di 2.031. Anche Bari, Bologna, Venezia, Roma, Catania e Reggio Calabria superano i due anni, ma le rimanenti corti d’appello, come quelle di Catanzaro e di Milano, non eccedono i 730 giorni, rispettando quindi il termine imposto dalla nuova riforma.

 

I procedimenti penali pendenti, quindi non conclusi, alla fine del 2020 erano 1.631.138, il 3,1 per cento in più rispetto ai dati dell’anno precedente. L’arretrato civile invece alla fine del 2020 contava più di 500mila procedimenti pendenti.

*(A cura di Augusto Casasoli di  Marika Ikonomu da Internazionale)

 

09 –  NOTIZIE. INTANTO NEL MONDO*: STATI UNITI, AUSTRIA, GERMANIA-DANIMARCA-SIRIA, TAIWAN E PAKISTAN.

STATI UNITI

Il 6 ottobre un giudice federale del Texas, Robert Pitman, ha sospeso temporaneamente una legge che introduce un divieto quasi assoluto di aborto nello stato, accogliendo un ricorso del governo statunitense. Pitman ha affermato che “le donne sono state private del controllo sulle loro vite, garantito dalla costituzione”. Lo stato del Texas ha presentato immediatamente ricorso contro la decisione.

AUSTRIA

Il 6 ottobre la procura di Vienna ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per corruzione contro il cancelliere Sebastian Kurz e altre nove persone, oltre a tre organizzazioni. Kurz, leader del Partito popolare austriaco (Övp, conservatore), è accusato di aver usato fondi governativi per finanziare alcuni sondaggi d’opinione almeno in parte manipolati.

GERMANIA

Il Partito socialdemocratico (Spd), i Verdi e i liberali dell’Fdp hanno annunciato il 6 ottobre l’apertura delle discussioni preliminari per cercare di formare un governo di coalizione. In caso di successo, il nuovo cancelliere dovrebbe essere il leader socialdemocratico Olaf Scholz. Nelle elezioni legislative del 26 settembre l’Spd ha ottenuto la maggioranza relativa con il 25,7 per cento dei voti.

GERMANIA-DANIMARCA-SIRIA

Nella notte tra il 6 e il 7 ottobre il ministero degli esteri tedesco ha annunciato il rimpatrio dal nord della Siria di otto donne legate al gruppo Stato islamico e di 23 bambini. Nel corso della stessa operazione, condotta con il sostegno logistico dell’esercito statunitense, il governo danese ha rimpatriato tre donne e 14 bambini.

MALI

Secondo fonti mediche e di sicurezza locali, sedici soldati sono rimasti uccisi il 6 ottobre in un attacco condotto da un commando jihadista contro un convoglio militare tra Koro e Bandiagara, nel centro del paese. L’esercito sostiene però che le vittime siano solo nove.

TAIWAN

Il 6 ottobre il ministro della difesa Chiu Kuo-cheng ha affermato che le tensioni con la Cina sono ai livelli più alti da quarant’anni e che Pechino potrebbe invadere l’isola entro il 2025. Negli ultimi giorni 150 aerei da guerra cinesi hanno effettuato incursioni nello spazio aereo di Taiwan.

*(da Internazionale)

Pakistan

Il 7 ottobre un sisma di magnitudo 5,9 sulla scala Richter ha colpito il Belucistan, nel sudovest del paese, causando almeno venti morti e un centinaio di feriti. La maggior parte delle vittime è stata travolta dal crollo della propria casa. La scossa ha provocato anche alcune frane, che hanno ostruito delle strade ostacolando i soccorsi.

 

Salute

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato il 6 ottobre la somministrazione di un primo vaccino contro la malaria ai bambini che vivono in Africa subsahariana e in altre zone a rischio. Secondo l’Oms, il vaccino potrebbe salvare decine di migliaia di vite.

 

 

 

10 – Roberto Romano*:  L’INEFFICIENZA DEL GOVERNO DEI MIGLIORI . NADEF E PNRR. IL GIUDIZIO È SEVERO, MA USCENDO DALLA NARRAZIONE “ACCONDISCENDENTE” DEI PRINCIPALI GIORNALI, SI OSSERVA CHE GLI EFFETTI ECONOMICI E SOCIALI DELL’INCREMENTO DELL’INDEBITAMENTO NETTO PER IL 2021-2024, PARI A POCO PIÙ DI 20 MLD DI EURO PER ANNO, PER UN VALORE COMPLESSIVO DI OLTRE 60 MLD, SONO VERAMENTE MINIMI

 

Le prospettive economiche e sociali sottese alla Nota di Aggiornamento del Documento Economico e Finanziaria (Nadef) disattendono le speranze di chi immaginava un percorso di crescita e soprattutto di sostenibilità sociale, ma anche una qualche capacità di programmazione (governo) delle grandi trasformazioni tecno-economiche.

 

Il giudizio è severo, ma uscendo dalla narrazione “accondiscendente” dei principali giornali, si osserva che gli effetti economici e sociali dell’incremento dell’indebitamento netto per il 2021-2024, pari a poco più di 20 mld di euro per anno, per un valore complessivo di oltre 60 mld, sono veramente minimi.

Il punto non è quello di registrare solo il valore dell’indebitamento netto programmatico, pari a 5,6% nel 2022, al 3,9% nel 2023 e al 3,3% nel 2024, oppure la differenza tra il deficit programmatico rispetto a quello tendenziale, ovvero le risorse pubbliche aggiuntive che il governo intende utilizzare per sostenere la crescita, piuttosto se e come queste risorse aggiuntive riescono a modificare la struttura economica che dovrebbe far crescere il PIL e l’occupazione.

 

Se guardiamo con attenzione al quadro macroeconomico programmatico e a quello tendenziale possiamo solo constatare l’inefficacia del deficit aggiuntivo “conquistato” dal governo Draghi. Non voglio appesantire la trattazione, ma la domanda che dobbiamo farci dovrebbe essere: il deficit aggiuntivo pari a 22 mld di euro, poco più di un punto di PIL, quanta crescita aggiuntiva realizza rispetto al quadro tendenziale?

 

Quanta aggiuntiva occupazione è lecito attendersi dall’inserimento di 22 mld nel circuito economico rispetto al quadro tendenziale? Infatti, l’azione di governo dovrebbe misurarsi sull’efficacia dei provvedimenti e non sulla stesura (scrittura) dei provvedimenti.

 

Dalle informazioni contenute nella Nadef osservo che 22 ml di euro avrebbero un effetto aggiunto sulla crescita pari a 0,5 punti di PIL nel 2022, a 0,2 nel 2023 e zero nel 2024, mentre le Unità Standard di Lavoro (Ula) migliorerebbero dello 0,1 nel 2022, dello 0,2 nel 2023 e dello 0,1 nel 2024. Soprassedendo rispetto all’oggettiva crescita senza occupazione, un male sociale che non sembra preoccupare l’opinione pubblica, è mai possibile che oltre 60 mld di euro di risorse aggiuntive del governo permetterebbero una crescita del PIL aggregata (22-24) pari a 0,7 punti di PIL rispetto al tendenziale? È mai possibile che l’occupazione Ula aumenterebbe di 0,4 punti?

 

Tale prospettiva di governo è inaccettabile, soprattutto per il così detto governo dei migliori. Sostanzialmente il governo aumenta il deficit senza cambiare la politica economica; questa politica non è coerente con le sfide di struttura sottese a Ngeu (Next Generation Eu). La minore crescita del paese non è attribuibile alla mancata modernizzazione dello stesso, comunque utile, piuttosto a una struttura che è lontana anni luce da quella media europea.

 

Qualcuno si è spinto a sostenere che sarà l’Italia il motore del cambiamento europeo, ma l’auspicio è esattamente il contrario. Diversamente perderemmo anche l’Europa. Nelle pieghe della comunicazione del governo rispetto alla Nadef si può registrare (constatare) quanto poca voglia ci sia nell’intervenire e risolvere seriamente i problemi del Paese. Infatti, il percorso programmatico per il triennio 2022-2024 consentirà solo di coprire le esigenze relative alle politiche invariate e il rinnovo di diverse misure economico-sociali. Poi il governo considera nei suoi progetti la riforma degli ammortizzatori sociali e “l’alleggerimento del carico fiscale”.

 

In tutta franchezza: immaginare di spendere 200 mld di euro del Pnrr, non ho idea di come siano computati i deficit del bilancio pubblico pari a 60 mld, senza adeguare la pressione fiscale spiana la strada a un “potenziale” indebolimento dello stesso Pnrr.

Il Paese non dovrebbe accontentarsi di fare meglio quello che già fa, piuttosto dovrebbe ambire a diventare finalmente un Paese adulto e con una classe dirigente adeguata. Roberto Romano

*( Roberto Romano giornalista da Il Manifesto)

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