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A oggi sono stati segnalati 110.574 casi positivi in Italia.
Sono le 18 e 33.
Nell’immaginario collettivo, Codogno e Vo’ sono “i luoghi dove tutto ebbe inizio”, i punti di partenza di un’epidemia che dal 21 febbraio sarebbe dilagata nel Nord Italia per poi diffondersi, meno aggressivamente, nel resto del paese. Codogno e Vo’ furono dichiarate “zone rosse” quasi immediatamente per provare a contenere il contagio, una scelta che sul momento fu giudicata troppo drastica da alcuni, ma che si rivelò utile per abbattere il numero di nuovi casi nella zona. Altrove, le cose andarono molto diversamene, come dimostra il caso della Val Seriana.La Val Seriana è il centro produttivo della provincia di Bergamo, area di scambi e spostamenti continui verso il capoluogo e gli altri centri vicini. Qui, l’inizio dell’epidemia da coronavirus fu registrato il 23 febbraio, un paio di giorni dopo Codogno, quando risultarono positivi ai test due pazienti ricoverati presso l’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo, il centro più importante della zona.

I pazienti erano due anziani provenienti dai vicini paesi di Villa di Serio e Nembro e avevano attraversato in lungo e in largo la struttura ospedaliera, prima che si scoprisse che erano malati di COVID-19. La direzione dell’ospedale ordinò la chiusura del pronto soccorso e l’isolamento dell’intera struttura, mentre i due pazienti erano stati trasferiti al più grande e attrezzato ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Il 24 febbraio l’ospedale di Alzano riprese le normali attività, mentre era iniziato il lavoro di prelievo dei campioni di saliva dal personale e dai pazienti, entrati in contatto con i due casi positivi, uno dei quali era morto nella notte dopo il trasferimento a Bergamo.

Nella settimana seguente, alcuni politici e amministratori locali cercarono di minimizzare l’emergenza, spiegando che misure restrittive troppo severe avrebbero potuto danneggiare l’economia locale. Il presidente della sezione locale di Confindustria, per esempio, sostenne la necessità di evitare il messaggio per cui la regione fosse “chiusa per coronavirus”. Intervenne anche la Regione Lombardia, dicendo di non avere intenzione di istituire una zona rossa ad Alzano Lombardo, come era avvenuto per Codogno.

Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo iniziarono a diventare evidenti le reali dimensioni del contagio in Val Seriana. Con l’arrivo dei risultati di centinaia di test realizzati nei giorni precedenti, la provincia di Bergamo arrivò a 508 casi rilevati, pochi meno dell’intera zona rossa intorno a Codogno, dove i contagi erano 621. Lo stesso giorno, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) inviò una nota al comitato tecnico scientifico del governo per il coronavirus, raccomandando l’istituzione di una nuova zona rossa all’imbocco della Val Seriana, in modo che comprendesse i comuni di Alzano Lombardo e Nembro.

Solo il giorno dopo, quando la provincia di Bergamo superò quella di Lodi per nuovi casi positivi, la Regione Lombardia disse di stare valutando la costituzione di una nuova zona rossa alludendo a un confronto con l’ISS, che però si era già espresso per lo meno con il governo il giorno prima sullo stesso tema. Mentre l’ospedale principale di Bergamo iniziava a faticare ad accogliere tutti i nuovi malati di COVID-19, il 5 marzo l’ISS tornò a suggerire la creazione della zona rossa.

Non se ne sarebbe fatto nulla perché, a quasi una settimana dalle prime valutazioni sulla necessità di isolare parte della Val Seriana, il 7 marzo il governo nazionale finì per estendere le restrizioni sugli spostamenti a tutta la Lombardia, abbandonando la strategia delle zone rosse per istituire una più ampia zona di quarantena, simile a quella che sarebbe stata poi applicata in tutta Italia.

Abbiamo parlato con una dozzina di medici, operatori sanitari e abitanti della Val Seriana per ricostruire che cosa accadde in quei giorni, quando le attenzioni erano orientate verso Codogno e stavano evidentemente sfuggendo altre evoluzioni altrove. Sono informazioni preziose per capire che cosa sia andato storto e per spiegare in parte i quasi diecimila casi nella provincia di Bergamo, dove continuano a morire ogni giorno decine di persone a causa dell’epidemia.

In Italia, oggi
La Protezione Civile ha comunicato che i casi totali rilevati da inizio epidemia in Italia sono 110.574, quindi 4.782 in più di ieri quando erano stati 4.053 rispetto al giorno precedente. È il terzo giorno consecutivo con nuovi casi totali inferiori a cinquemila. I morti sono 13.155, quindi 727 in più rispetto a ieri. Le persone guarite sono quasi 17mila e i ricoverati in terapia intensiva sono 4.035.

Nuova circolare
Da ieri sera si discute molto di una nuova circolare inviata ai prefetti dal ministero dell’Interno per chiarire alcuni aspetti delle restrizioni in vigore contro la diffusione del coronavirus, ma che secondo molti ha aggiunto ulteriori confusioni. Decifrandola all’osso: si conclude che autorizza una persona ad accompagnare per una passeggiata i propri figli minori, gli anziani e i disabili. Trovate tutti gli altri dettagli qui.

Paura ok, zizzania no ✍️

INPS
Non è stata una giornata semplice per chi gestisce il sito dell’INPS: non ha retto al carico di richieste per il bonus partite IVA previsto dal governo per mitigare gli effetti economici dell’epidemia, finendo ripetutamente offline. Alcuni utenti hanno anche segnalato di essere stati reindirizzati sui profili personali di altri, avendo quindi la possibilità di accedere ai loro dati personali. I responsabili dell’INPS hanno attribuito il problema al grande traffico sul sito e a non meglio precisati “attacchi hacker”, sospendendo infine tutte le attività del sito.
Oggi era il primo giorno per fare domanda per il bonus partite IVA.

La Corea del Nord dice di non avere casi di coronavirus, dobbiamo crederci? ?

Estensione delle restrizioni
Durante un discorso al Senato, il ministro della Sanità Roberto Speranza ha detto che le restrizioni saranno prolungate fino al 13 aprile, come aveva già anticipato due giorni fa ai giornali. Le restrizioni sono quelle contenute in varie misure approvate dal governo, l’ultima delle quali è il decreto legge del 25 marzo. Il potere di estendere le restrizioni viene garantito al governo dallo “stato di emergenza”, lo strumento legislativo attivato dallo stesso governo il 31 gennaio per via del coronavirus.

Perché non faccio grafici sulla pandemia ✍️

Un’operatrice in un parcheggio trasformato in centro per testare i sospetti contagiati da coronavirus a Bangkok, in Thailandia (AP Photo/Gemunu Amarasinghe)
Nuovo ospedale
Ieri vi abbiamo brevemente raccontato dell’inaugurazione del nuovo ospedale all’interno della Fiera di Milano. Ci sono state molte critiche per il modo in cui è stata gestita la conferenza stampa, a cui hanno partecipato decine di giornalisti, fotografi, cameraman e altri addetti ai lavori. C’è chi ha criticato l’opportunità stessa di tenere una conferenza stampa dal vivo invece che in videoconferenza, altri hanno sostenuto che ci fossero troppe persone e che non siano state rispettate le distanze di sicurezza.Tre cose dal mondo
1. Le elezioni parlamentari in Etiopia sono state rimandate a causa del coronavirus.
2. Trump ha detto che negli Stati Uniti le prossime settimane saranno «molto, molto dolorose».
3. L’Arabia Saudita ha chiesto ai musulmani di tutto il mondo di aspettare a programmare il pellegrinaggio rituale alla Mecca.

Wimbledon
La 134ª edizione del torneo di Wimbledon, la più antica competizione tennistica al mondo e il terzo torneo del Grande Slam in ordine cronologico, è stata annullata per motivi di salute pubblica legati alla diffusione del coronavirus nel Regno Unito.

Pulcini
Ormai da giorni anche negli Stati Uniti si fanno i conti con l’isolamento sociale, le restrizioni per gli spostamenti e il tempo da riempire tra le mura domestiche. Tra gli effetti collaterali di tutto questo: una grande carenza di pulcini. Il New York Times ha scritto che: «A quanto pare, quando il momento si fa duro, la gente vuole polli. Le vendite di pollo crescono durante i saliscendi in borsa e negli anni di elezioni presidenziali».
Da Tractor Supply Company, una catena statunitense di negozi per l’agricoltura e l’allevamento, nei giorni di vendita dei pulcini c’è la coda fino al parcheggio. Molti vogliono rimpolpare il pollaio e sono lì per ritirare ordini fatti mesi prima, altri però stanno comprando i pulcini per la prima volta, per approfittare della quarantena e degli spazi all’aperto di cui hanno disponibilità moltissime case americane. I negozi della catena vendono tutti i pulcini appena sono disponibili e non fanno in tempo a rifornirsi.

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