1299 1° MAGGIO 2006: FESTA DEI LAVORATORI

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Storia del Primo Maggio

Il 1 Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
"Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all’interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.

Le origini
Dal congresso dell’Associazione internazionale dei lavoratori – la Prima Internazionale – riunito a Ginevra nel settembre 1866, scaturì una proposta concreta: "otto ore come limite legale dell’attività lavorativa".
A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Lo Stato dell’Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l’estesa ed effettiva applicazione. L’entrata in vigore della legge era stata fissata per il 1 Maggio 1867 e per quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione. Diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.
Nell’ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.

1886: I "martiri di Chicago"
Il 1 Maggio 1886 cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, ma in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400 mila lavoratori incrociarono le braccia. Nella sola Chicago scioperarono e parteciparono al grande corteo in 80 mila. Tutto si svolse pacificamente, ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali americane la tensione si fece sempre più acuta. Il lunedì la polizia fece fuoco contro i dimostranti radunati davanti ad una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, provocando quattro morti. Per protesta fu indetta una manifestazione per il giorno dopo, durante la quale, mentre la polizia si avvicinava al palco degli oratori per interrompere il comizio, fu lanciata una bomba. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla. Alla fine si contarono otto morti e numerosi feriti. Il giorno dopo a Milwaukee la polizia sparò contro i manifestanti (operai polacchi) provocando nove vittime. Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, le cui sedi furono devastate e chiuse e i cui dirigenti vennero arrestati. Per i fatti di Chicago furono condannati a morte otto noti esponenti anarchici malgrado non ci fossero prove della loro partecipazione all’attentato. Due di loro ebbero la pena commutata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, gli altri quattro furono impiccati in carcere l’11 novembre 1887. Il ricordo dei "martiri di Chicago" era diventato simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio.
Nello stesso anno Filippo Turati compone l’ Inno dei Lavoratori.

1890: 1 maggio, per la prima volta manifestazione simultanea in tutto il mondo
Il 20 luglio 1889 il congresso costitutivo della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, decise che "una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore".
La scelta cadde sul primo Maggio dell’anno successivo, appunto per il valore simbolico che quella giornata aveva assunto.
In Italia come negli altri Paesi il grande successo del 1 Maggio, concepita come manifestazione straordinaria e unica, indusse le organizzazioni operaie e socialiste a rinnovare l’evento anche per 1891. Nella capitale la manifestazione era stata convocata in pazza Santa Croce in Gerusalemme, nel pressi di S.Giovanni. La tensione era alta, ci furono tumulti che provocarono diversi morti e feriti e centinaia di arresti tra i manifestanti.
Nel resto d’Italia e del mondo la replica del 1 Maggio ebbe uno svolgimento più tranquillo. Lo spirito di quella giornata si stava radicando nelle coscienze dei lavoratori.

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Inno dei Lavoratori
Autore: F. Turati Anno 1886

Su fratelli, su compagne,/ su, venite in fitta schiera:/ sulla libera bandiera/ splende il sol dell’avvenir.
Nelle pene e nell’insulto/ ci stringemmo in mutuo patto,/ la gran causa del riscatto/ niun di noi vorrà tradir.
Il riscatto del lavoro/ dei suoi figli opra sarà:/ o vivremo del lavoro/ o pugnando si morrà.La risaia e la miniera/ ci han fiaccati ad ogni stento/ come i bruti d’un armento/ siam sfruttati dai signor.
I signor per cui pugnammo/ ci han rubato il pane,/ ci han promessa una dimane:/ la dima si aspetta ancor.
Il riscatto del lavoro/…L’esecrato capitale/ nelle macchine ci schiaccia,/ l’altrui solco queste braccia/ son dannate a fecondar.
Lo strumento del lavoro/ nelle mani dei redenti/ spenga gli odii e fra le genti/ chiami il dritto a trionfar.
Il riscatto del lavoro/…Se divisi siam canaglia,/ stretti in fascio siam potenti;/ sono il nerbo delle genti/ quei che han braccio e che han cor.
Ogni cosa è sudor nostro,/ noi disfar, rifar possiamo;/ la consegna sia: sorgiamo/ troppo lungo fu il dolor.
Il riscatto del lavoro/…Maledetto chi gavazza/ nell’ebbrezza dei festini,/ fin che i giorni un uom trascini/ senza pane e senza amor.
Maledetto chi non geme/ dello scempio dei fratelli,/ chi di pace ne favelli/ sotto il pie dell’oppressor.
Il riscatto del lavoro/…I confini scellerati/ cancelliam dagli emisferi;/ i nemici, gli stranieri/ non son lungi ma son qui.
Guerra al regno della Guerra,/ morte al regno della morte;/ contro il dritto del del più forte,/ forza amici, è giunto il dì.
Il riscatto del lavoro/…O sorelle di fatica/ o consorti negli affanni/ che ai negrieri, che ai tiranni/ deste il sangue e la beltà.
Agli imbelli, ai proni al giogo/ mai non splenda il vostro riso:/ un esercito diviso/ la vittoria non corrà.
Il riscatto del lavoro/…Se eguaglianza non è frode,/ fratellanza un’ironia,/ se pugnar non fu follia/ per la santa libertà;
Su fratelli, su compagne,/ tutti i poveri son servi:/ cogli ignavi e coi protervi/ il transigere è viltà.
Il riscatto del lavoro/…

www.cgil.it

 

 

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