1296 Ask the dust: Il sogno di Fante sulla strada per Los Angeles

20060428 19:22:00 webmaster

Il film della settimana
Il sogno di Fante sulla strada per Los Angeles
di Pasquale Colizzi (l’Unità)

Los Angeles, anni ’30: Arturo Bandini, promesso scrittore povero in canna incontra Camilla, una cameriera messicana. Due caratteri tempestosi, disegnati nel capolavoro di John Fante, Chiedi alla polvere. E riproposti nel film di Robert Towne un po’ edulcorati. Tuttavia Colin Farrell e Salma Hayek reggono la scena.

Il sogno di Fante sulla strada per Los Angeles
di Pasquale Colizzi

Il voto:

Charles Bukowski sostenne sempre che John Fante era lo "scrittore più maledetto d’America". Impose al suo editore della Black Sparrow di ripubblicare i suoi libri ormai tutti fuori edizione. Lo fece in tempi non sospetti, quando alla fine degli anni settanta l’imbrattacarte italoamericano era ancora vivo (diabetico, cieco, paralizzato) e pressocchè dimenticato. Aveva scritto una serie di romanzi, pochi, poi aveva lavorato come sceneggiatore a Hollywood e infine piano piano, come una fiammella, si andava affievolendo insieme alla sua fama mai eclatante nella casa californiana, accudito dalla moglie Joyce. Figlio di un muratore e una santa donna, rosario sempre in mano, e con la nonna spiantata dall’Abruzzo e ricollocata in Colorato negli anni venti, John fu una specie di anomalia nell’America della Grande depressione. Come era possibile che il figlio di emigranti poverissimi, che quasi non parlavano inglese, per tutti questi motivi disprezzati, nel pieno della crisi economica e con il fardello di un’educazione cattolica improntata al senso di colpa e del dovere, avesse deciso di diventare uno scrittore? Volendo essere semplicistici (avvicinandoci quindi alla verità) bastano due parole: sogno americano.

È il bisogno di riscatto e la presunzione di essere diverso dalla propria genìa a governare la vita eroicamente povera di Arturo Bandini, alter ego di Fante in Chiedi alla polvere e in altri romanzi ampiamente autobiografici. Di questo primo sfolgorante episodio Robert Towne ha tratto un film che vorremmo fosse stato coraggioso fino in fondo. Nonostante la riconosciuta maestria del premio Oscar nel ricreare certe ambientazioni storiche – e qui, come nel libro, la Los Angeles degli anni ’30 assume il carattere di un personaggio tra gli altri, come una donna che ammalia e respinge, calda e per certi versi soffocante – lo spirito del romanzo in parte viene edulcorato. Non sarà stata colpa dei protagonisti: Colin Farrell non appare fuori luogo, né Salma Hayek, di nuovo nel ruolo della messicana sensuale e imprendibile.

Arturo Bandini vive di arance in un alberghetto pessimo della Bunker Hill (la zona di Los Angeles oggi distrutta e ricostruita per il film in Sud Africa). «Girare per la città. Quello si che era un modo per fare esperienza», non tirarsi indietro mai davanti a niente. Di questo è convinto, sebbene spesso faccia il contrario. Gli hanno pubblicato un racconto sulla rivista American Mercury e si sente uno scrittore. Ha una corrispondenza curiosa con il critico americano più celebre, H. I. Mencken (nella realtà i due si scrissero per decenni con una confidenza sempre maggiore senza mai incontrarsi). Tra esaltazioni e disperazione conosce Camilla, una cameriera messicana e se ne innamora. Inizia una relazione di poche tenerezze e grandi litigate. Lui era l’uomo suscettibile e orgoglioso che ci hanno rimandato i biografi, lei doveva avere un carattere di fuoco. Ma la storia d’amore si sviluppa con casa sulla spiaggia, cagnolino e anticipi letterari. Con la malattia che dovrebbe strappare le lacrime. Nel libro il finale ha invece un tocco di genialità: la relazione tra i due finisce senza finire, perchè gli amanti non si incontraranno più.

Fante al cinema non è stato mai fortunato. Come sceneggiatore ha avuto le sue soddisfazioni. Come soggetto letterario meno (vedi Aspetta primavera, Bandini! di Dominique Dureddere, con Ornella Muti) a meno che non si consideri Mac di John Turturro, ispirato alla saga del carpentiere di memoria fantiana, che vinse la Camera d’oro a Cannes come miglior opera prima. Molto del suo spirito da outsider, la sua capacità di essere ironico e amaro, il sentirsi un italiano pienamente americano si perde dietro l’apologia dello scrittore ambizioso. In questo film poi, sebbene Towne abbia intrattenuto con Fante una lunga frequentazione, il carattere più rozzo ed elementare di due anime belle come Arturo e Camilla si stempera. E Salma Hayek, sensuale e divertente, non sarà mai la Camilla sboccata che provoca Arturo, intento a scrivere e scrivere mentre sono nella casa al mare. Che gli chiede: «Sei frocio?». E il cui numero di telefono Fante si fece tatuare sulla spalla. Il fantasma di una donna che si porterà dietro per la vita.

pasquale.colizzi@fastwebnet.it

 

 

1296-ask-the-dust-il-sogno-di-fante-sulla-strada-per-los-angeles

2085

2006-2

Visits: 43

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.