1343 Nasce la rete integrata per il sostegno delle imprese italiane nel mondo

20060511 22:51:00 webmaster

Buonitalia, Enit, Ice, Ipi, Sace, Simest e Sviluppo Italia firmano l’accordo
Umberto Vattani " Abbiamo rovesciato il nostro modo di pensare e ciascun di noi cerca il successo dell’altro"

ROMA – Per semplificare l’accesso ai mercati esteri delle piccole e medie imprese italiane le sette organizzazioni che si occupano della internazionalizzazione delle nostre aziende – Buonitalia, Enit, Ice, Ipi, Sace, Simest, Sviluppo Italia – hanno siglato un accordo che prevede la condivisione delle singole competenze, la realizzazione di una rete informatica integrata e la semplificazione delle procedure di accesso ai servizi offerti alle imprese.

L’iniziativa, che sarà seguita costantemente da un tavolo di lavoro formato dai responsabili degli enti coinvolti, prevede interventi comuni nel campo della formazione, dove verranno integrate le docenze ed i programmi, dell’informazione – le notizie saranno più accessibili e fruibili -, e dell’orientamento per le aziende.
Le finalità e le modalità dell’intesa sono state illustrate nel corso del convegno "La rete integrata per far crescere l’Italia nel mondo", che ha avuto luogo a Roma presso il Forum della Pubblica Amministrazione 2006. L’incontro si è aperto con l’intervento di Domenico De Masi, docente di sociologia presso l’Università di Roma " La Sapienza", che ha spiegato come a tutt’oggi il mondo della globalizzazione sia praticamente diviso in tre zone di sviluppo. Se da una parte infatti i Paesi più avanzati stanno ormai vivendo l’era della società post industriale, dove si producono prevalentemente servizi e beni immateriali come ad esempio l’informazione, dall’altra le nazioni in via di sviluppo e quelle del terzo mondo, con l’eccezione della Cina, dell’India e del Brasile che crescono a ritmi vertiginosi, appaiono ancora caratterizzate dalla presenza disordinata di insediamenti industriali e delle attività per lo sfruttamento delle materie prime. "La società post industriale – ha detto De Masi – presenta delle connotazioni favorevoli per l’Italia che ha tutte le carte in regola per affermarsi con la sua creatività e fantasia". Quella che oggi manca è invece la concretezza operativa per mettere in pratica queste idee. "Una lacuna che potrà essere affrontata solo attraverso un profondo rinnovamento organizzativo che superi le resistenze del pubblico e del privato al cambiamento e favorisca la messa a sistema delle nostre imprese sul mercato internazionale".
L’esigenza di far crescere la presenza nel mondo delle piccole e medie aziende è stata sostenuta anche da Massimo D’Aiuto, amministrazione delegato della Società italiana per le imprese all’estero (Simest). Ha inoltre ricordato come ormai da tempo i nostri imprenditori si stiano muovendo per affrontare le sfide del mercato globale "Fino agli anni 90 – ha spiegato D’Aiuto – le aziende italiane esportavano approfittando della svalutazione della lira, questo oggi dopo l’avvento dell’euro non può più avvenire. Quindi le nostre imprese devono lavorare sui fattori principali della competitività, come l’innovazione delle risorse umane, la ricerca e l’aggregazione con altre aziende che affrontano il mercato estero"
Ferruccio Ferranti, amministratore delegato di "Sviluppo Italia" ha ricordato come questa agenzia operi per la creazione e la crescita delle imprese e il reperimento degli investimenti per il rafforzamento dei sistemi produttivi. "Sicuramente troveremo al più presto – ha proseguito Ferranti riferendosi al lavoro di gruppo avviato con gli altri enti della internazionalizzazione – quelle regole del gioco che ci consentiranno di cooperare al meglio fra di noi e di condividere la conoscenza che, insieme con gli enti locali e le imprese, abbiamo raccolto e vogliamo mettere a disposizione dell’intero sistema Paese". Eugenio Magnani, direttore generale dell’Ente nazionale italiano per il turismo (Enit) ha invece rilevato le frammentarietà della nostra comunicazione turistica che spesso si presenta sui mercati internazionali, puntando sulle tante specificità e eccellenze culturali, ambientali ed umane del nostro Paese, con iniziative individuali e senza fare sistema. "Dobbiamo decidere – ha affermato Magnani – se vogliamo essere un Paese che fa del turismo una scelta economica. L’offerta dei nostri servizi deve partire dagli stessi standard qualitativi che le altre Nazioni sono in grado di esprimere in modo sereno e automatico. Starà poi a noi valorizzare quel valore intenso, basato anche sulla qualità dei rapporti umani, che si sviluppa dalle tante unicità regionali e comunali dell’Italia".
Nell’era della tecnologia e della globalizzazione il mercato alimentare è ormai praticamente senza frontiere e sempre più competitivo anche rispetto alla produzione di alta qualità italiana. Lo ha ricordato il presidente di Buonitalia Fabrizio Mottironi, l’organizzazione che si occupa della tutela dell’agroalimentare. "Non avere una grande catena di distribuzione alimentare che promuova all’estero i nostri prodotti – ha aggiunto dopo aver auspicato la creazione di una cabina di regia volta a varare progetti per l’internazionalizzazione dell’agroalimentare – rappresenta ovviamente per noi, insieme a quello della contraffazione dei prodotti, un grande problema".
Giorgio Tellini, amministratore delegato della Società di assicurazione del commercio estero (Sace) ha auspicato, al fine di vincere la sfida del mercato globale, un riposizionamento complessivo dell’assetto produttivo, assicurativo, bancario e dei servizi della pubblica amministrazione. "La sfida che oggi proponiamo insieme agli altri enti – ha proseguito Tellini – è quella di dare alle imprese una risposta complessiva sia in termini di conoscenza e informazione, sia per quanto riguarda la formazione del personale e la comunicazione dei risultati ottenuti".
Umberto Vattani, presidente dell’Istituto nazionale per il commercio estero (Ice) ha ricordato come questa sinergia fra i sette enti rappresenti uno sviluppo virtuoso della convenzione di Villa Madama di due anni fa in cui il Mae, l’Ice e il Ministero delle attività produttive (Map) si impegnarono a lavorare in sinergia all’estero. Una intesa – ha fatto notare l’ex segretario generale della Farnesina – che ha permesso di posizionare, presso il 50 per cento delle strutture che ospitano le sedi consolari, un ufficio dell’Ice. Una stretta vicinanza e collaborazione che fornisce agli utenti non pochi vantaggi. In questa stessa ottica si muove la rete integrata realizzata dagli enti dell’internazionalizzazione. "Oggi abbiamo rovesciato il nostro modo di pensare – ha detto Vattani dopo aver annunciato la prossima firma di un accordo fra l’Ice a la Rai per la promozione del made in Italy – e ciascun di noi cerca il successo dell’altro. Abbiamo per la prima volta la consapevolezza che l’agire insieme è nell’interesse di tutti".
Fra gli altri interventi, quello del direttore generale per la promozione degli scambi del Ministero delle Attività Produttive Gianfranco Caprioli che ha sottolineato la necessità di migliorare ulteriormente il coordinamento fra le regioni, le associazioni e la pubblica amministrazione, e quello di Giandomenico Magliano, direttore generale del Mae per la Cooperazione economica e finanziaria multilaterale, che ha apprezzato la messa in rete dei sette enti e le caratteristiche di emancipazione di questa nuova collaborazione. Una sinergia che ora andrà armonizzata nel lavoro da compiere e che fornirà un valido aiuto alla galassia italiana composta de oltre 180.000 aziende esportatrici e da 200.000 imprese importatrici. Magliano ha segnalato anche la necessità, al fine di vincere la sfida internazionale dei "sistemi paese", di promuovere una maggiore coesione fra pubblico e privato .(Goffredo Morgia-InformEminotizie)

 

 

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