1351 DINO NARDI (ITAL-Uil Svizzera): C’era una volta il CGIE ?

20060512 12:27:00 webmaster

È passata la campagna elettorale; si sono concluse le elezioni politiche ed in Parlamento siedono, oggi, 18 nostri rappresentanti diretti; si sono felicemente superati i tre scogli istituzionali con l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato e del Presidente della Repubblica ai quali rinnovo le felicitazioni e gli auguri di buon lavoro!

Adesso siamo in attesa del nuovo Governo di centrosinistra di Romano Prodi ed è cominciato nei media il tradizionale totoministri tra cui, peraltro, non vi è traccia del Ministero per gli Italiani nel Mondo.

Tuttavia le solite, e per noi preziose agenzie di informazione specializzate per la stampa italiana all’estero, riportano le notizie che alcuni colleghi del CGIE (per esempio, Franco Fatiga, Silvana Mangione e lo stesso Segretario Generale, ora onorevole, Franco Narducci), nonché gli on.li Franco Danieli e Gianni Pittella responsabili per gli italiani all’estero, rispettivamente della Margherita e dei DS, si pongono la domanda, dandosi in alcuni casi anche la risposta, di quale sia la soluzione migliore per gli italiani all’estero: riconfermare il Ministero per gli Italiani nel Mondo, magari dotandolo di portafoglio? Oppure ritornare al passato con un Sottosegretario o, addirittura con la novità di un Vice Ministro al Ministero degli Affari Esteri?
Bene, ovviamente sono domande, e possibili indicazioni di soluzione, tutte lecite ma sul “problema” dovrebbe aver titolo ad esprimersi soprattutto il CGIE, o no? Ma come fa il Consiglio Generale ad esprimersi su questo importantissimo problema, la cui soluzione non potrà non aver conseguenze, forti conseguenze, anche sulla funzionalità futura del Consiglio, se il CGIE è “in sonno” (per usare una tipica espressione massonica) dalla scorso mese di dicembre 2005?
È possibile che fosse veramente indispensabile da parte della Presidenza del Consiglio e del MAE ricorrere al Consiglio di Stato per risolvere il problema creato dalla nota sentenza del TAR del Lazio che aveva annullato il decreto di nomina di 29 componenti del CGIE? Ed ora, dopo che la scorsa settimana il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza di sospensione della sentenza del TAR, quanto tempo ancora dovremo attendere prima che il CGIE possa riprendere la sua funzionalità? Non sarà che nel Palazzo della Farnesina, o in qualche altro Palazzo romano, con questa messa “in sonno” del Consiglio, qualcuno abbia voluto dimostrare che l’utilità del CGIE è ormai superata con la presenza alla Camera ed al Senato di 18 parlamentari eletti all’estero? Può essere questo un pensiero cattivo, ma come il senatore Giulio Andreotti docet……

Ho posto troppi quesiti? Forse, ma credo che, vista la situazione paradossale in cui ci si trova, siano tutti interrogativi legittimi per un membro del CGIE!

Dino Nardi
Membro del Comitato di Presidenza del CGIE

Zurigo, 12 maggio 2006

 

 

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