1398 Piero Puddu, Presidente F. Santi su indicazione di Danieli a Vice Ministro Italiani nel mondo

20060519 14:50:00 stefy

Danieli viceministro, un competente per gli Italiani all’estero ma non accettabile il metodo dei partiti per la sua nomina.
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Con tutta la buona volontà è impossibile dar torto al sen Micheloni quando, pur apprezzando la ormai prossima nomina del sen Danieli a viceministro, dissente però a voce alta sulla modalità, e sulla gestione degli apparati di partito.

Davvero non ci siamo se, come ci ricorda Gian Antonio Stella, l’on Prodi dopo averne glorificati i rappresentanti come decisivi per la sua maggioranza parlamentare, si scorda, nel suo discorso d’insediamento, di citare, almeno una volta, gli italiani all’estero.
Quando poi la regola è che non ci sono regole e chi grida più forte ha ragione allora può accadere di tutto.
Può accadere che, l’altro ieri, di pomeriggio i partiti del’Unione riuniti con i propri parlamentari eletti non obiettino nel comunicato di fine riunione sulla candidatura, avanzata dalla Presidenza del Consiglio, dell’on Intini a viceministro con delega per gli italiani all’estero e che a due senatori della Margherita, di sera, sorgano problemi di coscienza qualora il candidato non sia un altro.
I parlamentari Claudio Micheloni, Mariza Bafile, Gino Bucchino, Gianni Farina e Marco Fedi che provengono dalle file della Federazione Italiana Emigrazione e Immigrazione a suo tempo promossa dalla Filef e e dall’Istituto F. Santi a ragione hanno denunciato il metodo della consultazione solo di alcuni degli eletti e non di tutti (“della Camera che gli importa, con decine di seggi di margine”).
I quali, saranno pur vicini ai Ds come scrive Stella ma hanno anche forte il senso del loro ruolo di rappresentanti senza vincolo di mandato e certo non amano delegare le loro responsabilità.
Siamo agli inizi della presenza degli eletti dell’estero, le attese sono tante eppure si seguita a partire con il piede sbagliato.
Se essi dicono di scrivere “con sommo disagio e profondo disgusto” e di essere rimasti «attoniti» nell’assistere “a comportamenti di altri eletti al Senato” e se ricordano di “aver sempre dato disponibilità a ricercare soluzioni condivise”, ed aggiungono che “non è possibile che prevalgano logiche di ricatto che per noi tutti sono semplicemente inaccettabili” vuol dire che qualcosa non ha funzionato e seguita a non funzionare nell’azione e nella prassi comportamentale dei gruppi dirigenti dei partiti dell’Unione e dei due più grandi in primo luogo.
In verità la gestione delle problematiche degli italiani all’estero seguita a mostrare il limite consistente nell’utilizzo del metro nazionale per vicende che meriterebbe modalità d’approccio ben diverse da quelle con le quali si è arrivati agli accordi per la composizione del governo.
I maggiori partiti dell’Unione dovrebbero fare una analisi in profondità del voto espresso all’estero per comprendere che senza le associazioni e senza l’attenzione di molti cittadini impegnati nei patronati e nel sociale in genere non ci sarebbe stato il successo elettorale.
All’estero i voti sono stati chiesti ed ottenuti per l’Unione e non per alcuni partiti della stessa.
All’estero la sinistra, come è noto, è molto forte e copre un articolata realtà che va dai socialisti a rifondazione secondo una geografia e secondo equilibri diversi da quelli che si hanno in Italia.
Dal Nord e Centro America l’industriale Ron Turano è senatore con 11700 , l’operatore sociale Rocco Di Trolio dell’Istituto F. Santi nella sua corsa semisolitaria di candidato dell’Unione indicato dallo SDI è stato votato da 8.030 italiani.
Nei giorni scorsi gli eletti dell’estero e la CNE si sono dati un metodo di confronto per favorire la reralizzazione degli obiettivi che i nostri connazionali all’estero vogliono raggiungere.
Non faremo mancare loro tutto il nostro sostegno perché il loro spazio di azione sia il più ampio possibile e non siano rinchiusi in un ruolo di nicchia o nel ruolo di anonimi votanti dentro gruppi parlamentari.
L’auspicio è che una relazione rispettosa di tutti i protagonisti della presenza italiana all’estero possa instaurarsi al più presto e dare frutti.
A tal fine il ruolo del sen Danieli, le cui competenze in merito sono note, sarà essenziale.
Al viceministro Franco Danieli buon lavoro a nome dell’Istituto Fernando Santi.

www.istitutosanti.org

 

 

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