20060519 08:42:00 webmaster
Rodolfo Ricci (Segretario gen. FIEI)
La reazione dei senatori dell’Italia dei Valori di ieri al Senato e quella dei parlamentari della sinistra eletti all’estero, con la loro dura lettera inviata a Prodi, D’Alema, Rutelli e Fassino, riportano improvvisamente alla ribalta la gestione della partita "italiani all’estero".
E insieme pongono la questione dei modi arruffati e superficiali con cui si è affrontata la questione del Ministero e l’indicazione del Viceministro.
Dal che si deduce che la discussione tra i partiti dell’Unione e il coinvolgimento dei parlamentari eletti è stata del tutto insufficiente.
Oltre che insufficiente, ci sembra di capire che qualcuno ha giocato sporco: Perchè nella determinazione del nome del Vice Ministro, non sono stati consultati tutti i parlamentari eletti nelle liste dell’Unione, ma solo i senatori ?
E perchè nella riunione di mercoledì pomeriggio non si sono manifestati i dissensi ricomparsi poco dopo nel comunicato di Randazzo e Turano ?
E infine, perchè la decisione di abolire il Ministero è stata così supinamente e velocemente accettata se su tale decisione non c’era un consenso comune?
Tutte domande che, alla luce degli ultimi eventi, lasciano intravvedere risposte a dir poco preoccupanti.
Intanto, credo che ci si trovi di fronte ad un deficit di attenzione e di interlocuzione seria da parte delle leadership dei partiti sulla questione italiani all’estero; una sottovalutazione che persiste anche dopo il risultato del voto; ciò è manifesto nel fatto che a fronte di una proliferazione incredibile di nuovi Ministeri, proprio quello degli italiani nel mondo sia stato soppresso; poi, è manifesto nel fatto che, nelle consultazioni, si sono concepiti interlocutori di serie A (Senatori) e di serie B (Deputati), cosa di per sè alquanto abominevole.
Infine, visto che i difetti politici e umani travalicano ogni frontiera, qualcuno (anche tra i nostri eletti) sembra aver dato troppo credito alla propria volontà di potenza: il giochino però non ha funzionato.
A questo punto, è d’obbligo ristabilire con la massima celerità, alcuni punti fermi, che avevamo già ricordato in precedenza:
All’estero la vittoria del centrosinistra è stata determinata da una lista che si chiamava UNIONE.
Questa lista era sostenuta da partiti, associazioni, organizzazioni di servizio della società civile.
Se c’è un soggetto politico questo soggetto è proprio questa aggregazione unica nel suo genere e che è risultata vincente. Ad essa si rapportano i parlamentari.
I fatti dimostrano che ogni riduzione al minimo comun denominatore della stanza di compensazione dei partiti in quanto tali, non è sufficiente.
E i fatti dimostrano che è tempo che tutti comprendano questa ed altre specificità importanti (compresa la positiva, scarsa attitudine degli eletti all’estero a conformarsi alla condizione di peones); almeno di buona parte di essi.
Quanto accaduto nelle ultime ore, dunque, non è di per sè negativo: ci troviamo, in effetti di fronte, per la prima volta nella storia del nostro paese, al protagonismo della rappresentanza della nostra emigrazione.
Comprendere questo dato, aiuterà alla soluzione della questione e ad un approccio serio verso il mondo degli "italiani nel mondo".
Rodolfo Ricci
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