1426 Gino Bucchino spiega lo stop a Danieli

20060524 13:07:00 webmaster

Dal “Corriere Canadese” del 23 maggio 2006
“Non è una pregiudiziale sulla persona ma un discorso di metodo”

TORONTO – Sul nome di Danieli nel ruolo di viceministro per gli Italiani nel mondo non c’è nessun veto, ma sul metodo della scelta non si transige: le consultazioni svolte dal governo non devono escludere nessuno. È questo il senso del messaggio che cinque parlamentari diessini (il senatore Micheloni e i quattro deputati Bafile, Bucchino, Farina e Fedi) hanno voluto inviare al neoministro degli Esteri D’Alema, proprio a cavallo tra i voti di fiducia alle due Camere.

Il gruppetto dei cinque aveva battuto i pugni sul tavolo dopo che giovedì il vicepremier si era incontrato solo con i senatori dell’Unione (incluso lo stesso Micheloni), per ricevere le loro indicazioni sull’affidamento della delega per gli italiani all’estero.

Un dissenso sul metodo, il loro, manifestato attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio Romano Prodi e al ministro D’Alema.

Che si era però aggiunto all’altra protesta dell’Italia dei valori, a sua volta delusa per la cancellazione del ministero per gli Italiani nel mondo quando pareva ormai assegnato a Leoluca Orlando. Diciamo la verità: per la rappresentanza al Parlamento italiano delle nostre comunità, come inizio non sembrava davvero un granché. Ed è pur vero che il governo Prodi è completo da quasi una settimana, con tanto di giuramento di ministri, vice e sottosegretari, tranne che alla casella riguardante proprio gli italiani nel mondo. Ma, secondo le parole di Bucchino, sentito ieri sera al termine di una cena alla quale era stato invitato insieme agli altri undici deputati “esteri” dal presidente della Camera Bertinotti, tutte le incomprensioni dovrebbero essere state superate.

«Il ministro D‚Alema – ha spiegato l’onorevole – ha completato oggi pomeriggio (ieri, ndr) le consultazioni sentendo noi cinque firmatari della lettera e gli altri deputati “esteri” dell’Unione. Ribadisco ancora una volta che la nostra iniziativa era volta a contestare il metodo usato e non certo i singoli nomi proposti per la delega agli Italiani nel mondo. Vale a dire Danieli, Orlando e Intini».

Il colloquio con il vicepremier, durato circa un’ora, è stato secondo Bucchino più che proficuo anche nell’ottica di quella che sarà la futura collaborazione fra parlamentari e governo.

«Per noi l’incidente è chiuso – ha spiegato il deputato Ds – Ma è valsa la pena di rischiare di esporsi alle strumentalizzazioni da parte del Centrodestra su nostre presunte divisioni: è stato meglio fare subito chiarezza nei rapporti con l’esecutivo e non rinunciare alla dignità di parlamentari».

Nel vertice D’Alema ha riassunto la rosa dei tre nomi sul tavolo, ricordando che fra essi resta in pole position Danieli. Ma i cinque firmatari della lettera hanno comunque voluto provare a riproporre l’ipotesi di una scelta che ricada direttamente su uno degli eletti all’estero.

«Il vicepremier – ha precisato Bucchino – ci ha assicurato che al Consiglio dei ministri di venerdì aggiungerà questa nostra proposta a quelle dei tre nomi. Qualunque esito ne scaturirà, noi non opporremo alcuna critica. Ma certamente saremo pronti in futuro a ricorrere ad ogni forma di controllo sull’operato del viceministro: con le interpellanze parlamentari o con ogni altra arma politica a nostra disposizione».

 

 

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