1423 IACOPO VENIER INTERVIENE ALLA CAMERA SULLA FIDUCIA AL GOVERNO PRODI

20060524 12:50:00 webmaster

Sig. Presidente della Camera
Sig. Presidente del Consiglio
Onorevoli colleghi,

Finalmente! Finalmente in quest’aula si sente da parte del Governo della Repubblica un linguaggio di Pace. Finalmente il nostro Paese torna nell’alveo di quella Costituzione che gli antifascisti hanno voluto proprio per dire basta ad ogni guerra, ad ogni razzismo, ad ogni dittatura.
Questo è il primo, importante, risultato della nostra vittoria.

Milioni di persone hanno lottato per fermare la destra e dare a Lei onorevole Prodi la responsabilità di guidare il nostro Paese fuori dalla crisi e dalla guerra.

E’ importante oggi ricordare e riconoscere che la vittoria elettorale dell’ Unione non ci sarebbe stata senza le mille forme che ha preso la resistenza popolare al Governo Berlusconi.

Dalle mobilitazioni di Genova soffocate nella violenza ai balconi ed alle piazze che chiedevano Pace, dai girotondi a difesa della Democrazia agli scioperi per i Diritti dei lavoratori, il nostro popolo ha reagito, prima della politica, per bloccare una deriva pericolosissima.

La destra in questi anni non è stata ferma. Il Paese è scosso dalle sue politiche hanno alimentato paure, evocato egoismi, disgregato la società, demolito valori sino a renderci corresponsabili, in Iraq, di una guerra di aggressione dai caratteri coloniali.

Noi però abbiamo vinto ed oggi dobbiamo convincere, anche quella parte del Paese che non ci ha votato, che la nostra proposta di governo è all’altezza della sfida e delle domande che salgono dal profondo della società italiana. Per farlo serve una radicale svolta politica e culturale; servono, presto, fatti concreti.

Sig. Presidente del Consiglio

Il gruppo dei Comunisti Italiani sosterrà con determinazione il suo Governo. Lo farà allo scopo di realizzare il programma presentato agli italiani e che costituisce una sintesi tra sensibilità, proposte e progetti non alternativi ma certo differenti tra di loro.

Il ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq è la prima, grande svolta, che il nostro popolo aspetta. Lo abbiamo detto in campagna elettorale ed ora lo faremo!

Noi Comunisti Italiani però, in nome della dignità dell’intero paese, pensiamo che sia dovere di tutto il Parlamento fare chiarezza su ciò che in Iraq è accaduto a partire dalla costituzione di una Commissione di inchiesta su quell’episodio ancora oscuro, che getta nuove ombre sui nostri alleati statunitensi, che è stata l’uccisione di Nicola Calipari.

Sig. Presidente Prodi,

noi apprezziamo particolarmente l’obiettivo da lei indicato di ricollocare il nostro Paese in Europa. Crediamo fortemente nel multipolarismo senza il quale non esiste alternativa al dominio del più forte ed alla guerra preventiva e permanente per l’accaparramento delle risorse del Pianeta. Noi vogliamo, come lei, una Europa più forte, più autonoma, più democratica e sociale.

L’Italia, per noi, non è il sud dell’Europa ma l’Italia è l’Europa al centro del Mediterraneo. Per questo pensiamo che sia nostro compito storico sradicare ogni idea di scontro di civiltà ed affrontare i problemi di fondo che il terrorismo, nostro nemico mortale, strumentalizza. La nascita dello Stato di Palestina, come è scritto nel programma, è un nostro obiettivo primario. Gravissimo sarebbe l’errore di accodarsi all’idea di un nuovo embargo. La storia ci insegna che gli embarghi, dall’Iraq a Cuba, non sono altro che strumenti infami che affamano i popoli senza raggiungere alcuni risultato. Per affrontare i problemi bisogna affermare il diritto internazionale. L’Italia deve quindi battersi contro l’occupazione illegale e crudele che umilia il popolo palestinese e mette a rischio lo sviluppo e la sicurezza a tutta l’area, a partire da quella dello Stato di Israele.

Sig. Presidente Prodi,

Noi, comunisti italiani, siamo federalisti in Europa senza però essere eurocentrici. Per questo spingeremo perché il nostro paese si metta in sintonia con le esperienze politiche più avanzate nei paesi in via di sviluppo. Dobbiamo dialogare profondamente con la nuova America Latina che va integrandosi, con l’Africa che non è solo miseria e fame, con l’India e la Cina. In questo modo si affrontano gli enormi problemi dello sviluppo e le contraddizioni economiche, sociali ed ambientali che rischiano di travolgere il nostro pianeta.

Infine sig. Presidente Prodi,

lei conosce la lealtà e la serietà del Partito dei Comunisti Italiani. E’ la nostra storia che parla. Noi rispetteremo il programma che abbiamo sottoscritto e sosterremo il governo da lei presieduto. Ciò non limita però la possibilità di cercare nella maggioranza e magari anche con l’opposizione intese che amplino, nel consenso, l’azione di governo.

Un esempio per tutti. Noi riteniamo che la questione delle basi straniere sul territorio italiano e dei vincoli, segreti allo stesso Parlamento, che ci legano al Patto Atlantico siano pesanti eredità di un fase della storia definitivamente conclusa. Riconquistare una piena dignità e sovranità al nostro paese non è un modo per allentare i vincoli di alleanza che l’Italia oggi conferma. Al contrario solo un paese fiero di se sesso e sicuro di sé può praticare alla luce del sole, con spirito unitario e nazionale, gli obblighi e le responsabilità che i vincoli internazionali gli impongono.

Grazie signor Presidente e in bocca al lupo!

 

 

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