1464 Luzzatto (Comunità ebraica italiana): "è riduzionismo io mi ribello"

20060530 10:55:00 webmaster

di Umberto De Giovannangeli (da l’Unità del 30 maggio 2006)

Un imbarazzo che tracima nello sconcerto. Per il «riduzionismo» della responsabilità collettiva del popolo tedesco nell´Olocausto, per aver usato solo due volte la parola Shoah nel suo discorso. Imbarazzo e sconcerto per «un nome che il Papa tedesco non pronuncia mai: quello di Hitler». Così Amos Luzzatto, già presidente dell´Unione delle Comunità ebraiche italiane commenta il discorso pronunciato ad Auschwitz da Benedetto XVI.

Come valuta il discorso pronunciato da Papa Benedetto XVI ad Auschwitz-Birkenau?

«Inizierei con la visita del Papa in Polonia, con la quale Benedetto XVI ha inteso segnare una continuità con il suo predecessore Giovanni Paolo II, e questo va apprezzato, perchè recarsi in particolare ad Auschwitz dove ancora per un po´ di tempo si vedono gli ultimi sopravvissuti ai lager nazisti è un segno abbastanza chiaro di una volontà precisa di contrastare altre tentazioni del genere e di andare in un´altra direzione. Quanto al discorso, beh, non posso che dirmi imbarazzato».

Da cosa nasce il suo imbarazzo?
«Da vari motivi. Il primo è il modo come il Papa si presenta in quanto figlio del popolo tedesco. Questo mi lascia molto imbarazzato perchè le parole che io leggo nel testo mi sconcertano. Leggo testualmente: "…un gruppo di criminali raggiunse il potere mediante promesse bugiarde, in nome di prospettive di grandezza, di recupero dell´onore della Nazione e della sua rilevanza con previsione del benessere e anche con la forza del terrore e dell´intimidazione cosicchè il nostro popolo potè essere usato e abusato come strumento della loro smania di distruzione e di dominio…". Questa, con tutto il rispetto per Benedetto XVI,è una descrizione che lascia molto a desiderare. Innanzitutto perchè non c´è una parola una sul razzismo e sul fatto della predominanza di una razza sulle altre razze. Senza riconoscere questo, che ha portato in realtà una grande maggioranza del popolo tedesco a sostenere un regime e senza quel sostegno di massa quel regime non avrebbe potuto reggere così a lungo, fino alla fine della guerra. I motivi, storici, politici, culturali, che sono alla base di quel sostegno andrebbero indagati e non ridotti a un gruppo di criminali che manipola la coscienza di un popolo. Contro questo riduzionismo io mi ribello. Il vero problema è quello di disinnescare il collegamento fra altri gruppi di criminali che ci posso essere in tutti i tempi e altri popoli che possono essere portati a sostenere quelli che Benedetto XVI definisce "un gruppo di criminali". Questa descrizione è molto riduttiva e soprattutto non offre una prospettiva di un lavoro in profondità perchè queste immani tragedie non possano ripetersi. C´è poi un altro e non meno importante motivo di imbarazzo…».

Quale, professor Luzzatto?
«Il popolo ebraico è appena menzionato. La Shoah è menzionata solo due volte nel discorso papale, troppo poco per una tragedia così grande. Io non sono d´accordo che si possa dire "il luogo (Auschwitz, ndr.) in cui ci troviamo è anche il luogo della Shoah..» È uno dei luoghi della Shoah, il più terribile se vogliamo, ma i luoghi della Shoah sono tutti i luoghi in cui gli ebrei sono stati perseguitati, cacciati, ricercati ovunque si nascondessero per essere consegnati ai treni dei deportati per portarli ad Auschwitz. La Shoah comincia molto prima di arrivare ad Auschwitz. Inizia con le razzie, comincia con l´emarginazione,si invera con i monumenti che troviamo a Berlino, persecuzione sistematica e crudele degli ebrei. Il tentativo di annientamento totale degli ebrei non può essere definito solo un episodio criminale, per quanto esecrabile, e tanto meno diluito in un lungo e indistinto elenco di lapidi da leggere: in cieko, bielorusso, tedesco, francese, greco, ebraico (meno male), croato, italiano, yiddish (meno male), ungherese, irlandese, norvegese, polacco, russo, rom, rumeno, slovacco, serbo, ucraino, giudeo-espanico, inglese. È vero che c´è scritto, nel discorso del Papa, che i potentati del Terzo Reich volevano schiacciare il popolo ebraico nella sua totalità, ma là è iniziata al Shoah, quella è la dottrina della Shoah, non altra. Certo che l´uomo ha sofferto ed è stato degradato ad Auschwitz, ma diciamo le cose come sono. Sostanzialmente due tipi di uomini sono stati schiacciati, degradati, annientati nei lager nazisti. l´uomo- ebreo e l´uomo- zingaro. Questi due tipi di uomini erano mandati là per ucciderli; quei lager erano la fabbrica della morte per loro in maniera specifica. Gli altri sono state certamente vittime di una persecuzione di un regime crudele ma non è la stessa cosa come organizzazione ideologica, dottrinaria ancora viva perchè si sente ancora negare che ci sia stata qualsiasi specificità nella Shoah, si sente addirittura negare che queste cose siano avvenute e ancora qualcuno dicendo di se stesso non sono un antisemita afferma che gli Ebrei disprezzano gli altri popoli. Questo è una cosa che a grandi lettere deve essere dichiarata falsa in un viaggio ad Auschwitz».

www.unita.it

 

 

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