1482 Voto all’estero. Tra faziosità esasperata e scandalismi strumentali

20060601 16:11:00 webmaster

Inas Cisl: editoriale di “Corrispondenza Italia” n. 605 del 1° giugno 2006

ROMA – Dispiace davvero che lo spirito di fazione esasperato, che dai tempi descritti da “padre Dante” in poi, non ha fatto che crescere come una metastasi distruttiva nel corpo della comunità degli italiani, abbia avuto e stia avendo, nella vicenda del voto degli italiani all’estero, una manifestazione di estremismo parossistico. E’ in corso infatti una campagna scandalistica alimentata da “il Giornale”, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, a base di denunce di brogli, intercettazioni, spiate, rivelazioni e testimonianze che mirano al risultato massimo dell’invalidazione e ripetizione del voto, magari soltanto in Sud-America; oppure, come risultato minimo, a una ulteriore delegittimazione della maggioranza che, pur di stretta misura, ha avuto i numeri per dare la fiducia al nuovo governo, dopo aver avviato la XV legislatura che si è confrontata “ab initio” col delicatissimo compito della elezione del nuovo Capo dello Stato, nella persona di Giorgio Napolitano:

Che la prova elettorale nella circoscrizione – mondo si sia svolta in un contesto fortunoso e accidentato, è fuori di dubbio. Quante volte infatti l’associazionismo in emigrazione, il patronato, tanti esponenti della cultura, della politica, dei mass-media, dell’amministrazione e insomma, ogni voce assennata e responsabile, avevano denunciato contraddittorietà e farraginosità di normative e prassi burocratiche, scarsità e avarizia di risorse assegnate per questo scopo e non solo ad ambasciate e reti

consolari, comportamenti inadeguati a tutti i livelli?

Eppure, a dispetto di tutto, miracolosamente, 42 connazionali su cento si sono coinvolti in un’operazione di grande valenza morale, sentimentale e civile ed hanno pensato di poter esercitare i loro diritti di cittadini, non solo in una prospettiva di promozione identitaria ma anche di più efficace tutela di interessi e diritti.

I 18 parlamentari della Repubblica mandati a Roma dall’altra Italia in emigrazione, sono la manifestazione innanzitutto di un fenomeno vitale di grande rilievo. E alla fin fine, si sono dimostrato, tutti, consapevoli dell’essenza del mandato ricevuto, comportandosi con esemplare dignità ed accortezza, nonostante ironie e snobismi, quando non veri e propri sberleffi, di cui sono stati fatti segno dalle fazioni contingenti deluse dalle loro scelte politiche.

Noi del patronato Inas, come (riteniamo) qualsiasi connazionale che sappia sottrarsi allo spirito di faziosità, speriamo che presto la tempesta scandalistica si plachi e venga dimenticata. E non perché ci faccia difetto il senso della legalità o perché vogliamo coprire, per mal riposta “carità di patria”, malefatte, truffe o imbrogli che, se commessi, vanno condannati e puniti. E neppure perché nello sforzo che ha portato al voto quei 42 connazionali su 100 c’è il sudore e l’impegno generoso di tanti nostri operatori di patronato. Ma perché non si può e non si deve scherzare con le aspettative suscitate tra la nostra gente, vanificandole e ributtandole al punto di partenza, in un crudele gioco dell’oca. Piuttosto, adesso, si pensi al futuro. Si faccia tesoro di ogni errore e manchevolezza. E si operi da subito, in modo che la prossima volta, tra 5 anni, il voto degli italiani nel mondo si confermi davvero come una “storia di successo” per il sistema Italia. (Corrispondenza Italia/Eminotizie)

 

 

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