1480 Europa, te lo diciamo sul Financial Times: sulla WTO non trattare nel nostro nome!

20060601 16:01:00 webmaster

Oltre 70 ong europee diffidano a mezzo stampa il commissario UE al Commercio Peter Mandelson a continuare a negoziare in nome della solidarietà e dello sviluppo
Roma, 1 giugno – Una insolita pubblicità a pagamento appare oggi primo giugno sul Financial Times: oltre 70 ong e movimenti sociali di tutta Europa diffidano il commissario Europeo Peter Mandelson e i Governi degli Stati membri ad andare avanti con i negoziati WTO nel nome della solidarietà.

La clamorosa iniziativa, che coinvolge per l’Italia Campagna per la riforma della Banca Mondiale, l’organizzazione equosolidale [fair], l’ong Mani Tese e l’Osservatorio sul Commercio Internazionale Tradewatch, all’Unione Europea il continuare a negoziare da cinque anni accordi commerciali a esclusivo vantaggio di grandi gruppi produttivi e finanziari del continente, mascherandoli come un’opportunità di sviluppo per i Paesi più poveri.

"Non nel nostro nome", affermano le organizzazioni di solidarietà al Commissario al commercio, contestando a Mandelson e ai Paesi membri la legittimità di continuare a negoziare questa piattaforma in nome dei valori e delle pratiche solidali che esse rappresentano.

L’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), nonostante l’empasse che stanno subendo tutti i tavoli del negoziato, sta cercando di portare a casa un accordo di massima sulle modalità fondamentali di scambio, tentando di guadagnare il più grande accesso possibile ai mercati in crescita del Sud in particolare per i propri servizi, comprese acqua, energia e grande distribuzione.

Giugno si annuncia come un mese decisivo: con molta probabilità ci sarà un incontro di livello ministeriale (il segretario generale PAscal Lamy ha indicato come data di inizio il giorno 26), perché dopo l’intenso lavoro dei funzionari nelle ultime sei settimane, servono negoziati di alto livello.
Ma nell’ultimo Consiglio generale pare ci sia comunque stato un momento di consenso generale, quando l’ambasciatore dello Zambia Love Mtesa ha proposto che a a partire dal giorno di inizio dei mondiali di calcio tutti gli incontri dei vari comitati terminino alle ore 16 in modo da permettere ai negoziatori di assistere alle partite di calcio. Si tratta dell’unica proposta africana accolta all’unanimità da un Consiglio Generale, da quando il Doha Round è partito!

Il nostro appello "Not in our name" sottolinea che Mandelson e la linea liberista della Commissione non godono del sostegno della società civile di tutta Europa.

"Vogliamo – chiedono i promotori dell’appello tra i quali le organizzazioni del Tradewatch – un accordo che incontri i bisogni e i diritti delle parti sociali più vulmerabili, e che protegga l’ambiente nel Sud del mondo come nelle periferie delle nostre città. Peter Mandelson, usando le parole e i valori a noi cari per giustificare un piano d’attacco commerciale che non tiene in conto alcune di queste preoccupazioni, ci prende in giro ".

Tradewatch (www.tradewatch.it) continua a monitorare in tempo reale i tavoli negoziali, e sarà presente con i suoi esperti in tutti i momenti salienti del negoziato, come al General Council convocato a Ginevra nel luglio prossimo per raccontare opportunità e retroscena delle trattative commerciali in corso, tra le più pericolose per uno sviluppo umano e sostenibile del pianeta.

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Tradewatch (www.tradewatch.it) è l’Osservatorio italiano sul commercio internazionale promosso da Campagna Riforma Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, [Fair], Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Mani Tese, Gruppo d’appoggio italiano al movimento contadino africano, Rete Lilliput

 

 

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