1514 Prodi: "Se cado io Unione all'opposizione 60 anni"

20060608 16:33:00 webmaster

Da La Repubblica
Prodi: "Se cado io Unione all’opposizione 60 anni"
La frase sull’ex premier contestata dal centrodestra e, poi, smentita
"Berlusconi postdemocratico ha schiavizzato l’Italia"

di GIOVANNI DI LORENZO e BIRGIT SCHONAU

Romano Prodi
Ecco il testo dell’intervista al presidente del Consiglio Romano Prodi che il settimanale tedesco Die Zeit pubblica oggi.

Onorevole Prodi, a pochi giorni dalla sua imminente visita a Berlino la politica italiana, il suo nuovo governo, sono un enigma per la maggior parte dei tedeschi.
"I tedeschi hanno sempre dell’Italia un’immagine di grande confusione. E’ difficile per loro capire la mia politica e capiscono a fatica anche me".

A partire dal fatto che non sappiamo neanche a quale partito effettivamente appartenga .
"Siamo in procinto di fondare il Partito Democratico e non è affatto un’utopia. Vi confluiranno i due maggiori partiti della mia coalizione, i Democratici di sinistra e la Margherita. Già oggi costituiscono un gruppo parlamentare su cui posso contare in entrambe le camere. Non mi sento parte invece di nessun partito tradizionale".

Una volta fondato il nuovo Partito Democratico avrà finalmente una tessera di partito?
"Ma certo! La tessera numero uno è già in preparazione".

La nostra cancelliera fa già a volte fatica a guidare una coalizione di due soli partner. Ci spieghi come farà a tenerne insieme nove.
"All’interno dei vostri due partiti di coalizione esistono quaranta diverse correnti, non solo nove! I tedeschi, mi perdoni la franchezza, hanno impiegato molto più tempo a stringere il patto di coalizione rispetto a noi. Ci hanno messo due mesi! In un mese io ho fatto eleggere i presidenti delle due Camere, un presidente della repubblica, formato il governo e superato il voto di fiducia. Siamo italiani, ma mi sembra che da voi il tutto proceda con molta più fatica. Noi abbiamo solo più folklore, Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani. Ma a confronto di Lafontaine, è qualcosa di abbastanza innocuo".

Lo scetticismo non si limita ai nomi dei due partiti comunisti irriducibili che fanno parte della sua coalizione di governo ma riguarda soprattutto la loro impostazione statalista. Come intende portare avanti contro queste forze le riforme e i tagli al bilancio necessari?
"Il mio programma di riforma è stato sottoscritto da tutti. Tutti e in tutti i punti fatta eccezione per le coppie di fatto e il sostegno alle scuole private. Che ci si creda o no faremo politica sulla base di questo programma. Tutti hanno chiara la situazione: via io, via il governo. Se il governo cade resteremo i prossimi sessant’anni all’opposizione".

Che cosa ha detto ai suoi 25 ministri lo scorso fine settimana in Umbria?
"Ho illustrato innanzitutto la situazione finanziaria".

E sarebbe?
"Beh… un po’ peggiore di quella tedesca. Ma solo un po’. A parte gli scherzi: il nostro debito si aggira intorno al 4,6 per cento del PIL. Sappiamo ovviamente di dover rispettare i parametri di Maastricht e sappiamo anche che per noi non si chiuderà un occhio come è stato fatto a suo tempo per la Germania, perché allora a Bruxelles c’era un presidente benevolo…".

Le riforme comporteranno però un qualche costo. Ogni anno la giustizia italiana viene richiamata per la sua lentezza dalla corte europea per i diritti dell’uomo. Invece di lavorare con più efficacia il tribunale di Roma ha lamentato di non avere più carta per le sentenze, con 700.000 cause civili pendenti.
"Forse lì manca anche la carta igienica. E’ questa la situazione che ci ha lasciato il governo Berlusconi. Non ha diminuito le imposte e al contempo ha ridotto gli investimenti. Le spese statali sono comunque aumentate vertiginosamente. C’è stato uno spreco incredibile. Ho ridotto la mia scorta dalle 51 persone ingaggiate da Berlusconi a 32 e la considero ancora un’esagerazione. Il nuovo leader dell’opposizione impiega attualmente 31 guardie del corpo a spese dello stato".

E’ vero che in Umbria ha ordinato ai suoi ministri di non attingere al minibar della stanza d’albergo?
"Era per scherzare. Anche noi però dobbiamo dare il buon esempio per arginare anche l’impressionante spreco nelle regioni. Risparmiare sull’armata delle auto blu è importante a livello psicologico per la gente. Già nel 1996 ho preso la guida di un paese dalle finanze disastrate. Le ho rimesse in ordine allora e ci riuscirò anche questa volta. So fare il mio mestiere. E me lo lasci dire: questo paese è stato in passato schiavizzato. Il precedente premier poteva fare e disfare a suo piacimento".

Come definirebbe il berlusconismo? Una forma di governo postdemocratica?
"Sì, postdemocratica. Il berlusconismo ha sistematicamente cambiato il popolo italiano, la mentalità della gente, i loro valori".

Una volta ha definito il movimento politico di Berlusconi, Forza Italia, come il partito di quelli che parcheggiano sempre in seconda fila. Che cosa intendeva dire?
"E’ stata proprio questa la sua propaganda: non c’è nulla di male a frodare il fisco, non c’è nulla di male a parcheggiare in seconda fila. Lo stato è l’antagonista, il nemico. E attraverso i suoi media ha sempre diffuso questa propaganda".

Il giornalista Alexander Stille scrive che Berlusconi si è creato un elettorato con le sue emittenti.
"Proprio così. E’ questa la caratteristica postdemocratica di Berlusconi, convincere la gente non solo parlando di politica ma soprattutto non parlando di politica. In queste elezioni circa il 70 per cento dei laureati hanno votato per me. Il 70 per cento! Tra le donne di età compresa tra i 35 e i 55 anni ho ottenuto meno voti, forse (ride) perché non sono molto sexy. Ma in questa fascia d’età ho ottenuto l’11 per cento dei voti in più tra le donne che lavorano rispetto alle casalinghe".

Che evidentemente guardano di più la TV di Berlusconi.
"Meno ore le persone trascorrono davanti alla TV più sono propense a votare centrosinistra. E’ la legge matematica della postdemocrazia".

Il suo governo avanzerà una legge antitrust che cambierà realmente la situazione in Italia arginando il monopolio di Berlusconi?
"Non voglio punire Berlusconi, ma consentire la libera concorrenza sul mercato italiano dei media".

Anche se lei non ha intenzioni punitive, a seguito di questa legge Berlusconi finirà per veder ridotte le sue proprietà?
"Ha denaro a sufficienza per diversificare".

Una cosa è la legge antitrust, un’altra la legge per regolamentare il conflitto d’interessi. Che genere di regolamentazione ha in mente?
"Esistono numerosi esempi. L’incompatibilità della carica di parlamentare o di membro del governo con determinate professioni, ad esempio".

Sarà una priorità del suo governo?
"Certamente, ma la vera priorità è l’equità sociale. Dobbiamo legare l’imprenditorialità alla giustizia sociale e aiutare coloro che negli ultimi anni si sono impoveriti. Sono tantissimi! Famiglie che ultimamente vivono in condizioni di povertà. E’ chiaro che dobbiamo realizzare l’equità sociale".

Ha in mente anche un’addizionale Irpef per i più ricchi, come in Germania?
"Per ora non ho norme concrete in vista. Ma dato che parliamo di equità: se riusciremo ad arginare l’enorme evasione fiscale saremo già un passo avanti. Quando andai la prima volta al governo, dieci anni fa, il mio ministro delle finanze mi comunicava ogni trimestre un gettito fiscale maggiore senza che avessimo aumentato le imposte. Era solo che la gente pagava regolarmente le tasse perché l’atmosfera generale del paese era cambiata. Su questo serve fermezza. Niente paradisi fiscali. Niente condoni. Semplicemente riscuotere le tasse che spettano allo stato. L’importante è prendere subito le decisioni, se no siamo finiti. Non bisogna indugiare come voi in Germania con l’aumento dell’Iva.. L’Italia non può tollerare altre promesse mancate. O offriamo qualcosa di nuovo o perdiamo la fiducia della gente ".

Nei confronti del governo americano lei ha scelto ultimamente un linguaggio diverso rispetto alla Cancelliera. Ha definito la guerra in Iraq un grave errore e le truppe Usa in Iraq truppe di occupazione.
"Da tedesco anch’io userei un linguaggio diverso. Non avremmo truppe in Iraq. I concetti che ho usato sono stati impiegati a suo tempo anche da una maggioranza di politici americani. Inoltre ho sempre definito un errore la guerra in Iraq pur attribuendo grande valore alla stretta collaborazione con il governo USA. Da parte mia non c’è traccia di antiamericanismo".

Anche il governo Berlusconi voleva il ritiro dei soldati italiani dall’Iraq. Dove sta la differenza?
"Berlusconi auspicava una strana soluzione, una soluzione all’italiana: ritiriamo le truppe, ma lasciamo 800 uomini per proteggere 30 operatori che assistono nella ricostruzione. Noi invece vogliamo un ritiro in piena trasparenza. Deve essere attuato entro l’anno. Ma non faremo come Zapatero, niente annunci a sorpresa".

L’arresto del padrino della mafia Provenzano e il crollo del sistema calcistico corrotto in Italia … è un caso che si siano entrambi verificati dopo la sua vittoria elettorale?
"Lei non sa da quanto tempo ci rifletto sopra. In tutta sincerità , non lo so. Ma quanto alla Juventus sono otto, nove o dieci anni che sento questa barzelletta, la scriva pure: Il calciatore brasiliano Ronaldo, che allora giocava nell’Inter, prega sempre la Madonna. All’improvviso la Madonna gli appare e dice: ‘Dato che sei così pio, ti faccio una grazia, puoi esprimere un desiderio e io lo esaudirò’. Ronaldo risponde: ‘Va bene, vorrei un’autostrada diretta da Milano al Brasile’. La madonna molto imbarazzata esclama: ‘Ronaldo, chiedi troppo! Scatenerei le ire degli ambientalisti. Pensa a qualcos’altro, torno domani mattina’. Il giorno dopo Ronaldo torna a pregare la Madonna, che, come promesso, riappare. ‘Hai pensato a un’altra grazia Ronaldo?’ Ronaldo esprime il suo desiderio: ‘Vorrei una partita contro la Juve con un arbitro imparziale’ . E la Madonna risponde: ‘Ronaldo, a quante corsie la vuoi l’autostrada per il Brasile?’".

(traduzione di Emilia Benghi)

(8 giugno 2006)

 

 

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