1560 "UCCISIONE AL ZARQAWI, UNA VITTORIA?"

20060612 19:35:00 webmaster

Le considerazioni di Gennaro Sposato (Ds Germania)

Nulla quaestio sulla sua pericolosità e criminosità. Tuttavia è di per sè sufficiente per decretare una pena di morte e di eseguirla “by any means necessary“, senza un procedimento giuridico o una sentenza?"

Pochi giorni fa le agenzie di stampa hanno battuto la notizia dell’uccisione del leader iracheno di Al Qaeda, Abu Musab Al Zarqawi, attraverso un intervento mirato dell’aeronautica statunitense. L’occidente ha gioito e tirato un sospiro di sollievo. Siamo tutti un po’ più sicuri, si dice, e il processo di democratizzazione dell’Iraq ha compiuto un ulteriore importante passo in avanti.

Di fronte a tante ripercussioni positive l’opinione pubblica occidentale non sembra interrogarsi se tale uccisione mirata sia anche compatibile con il diritto internazionale e con i principi dello stato di diritto occidentale. Nulla quaestio sulla pericolosità e criminosità di Al Zarqawi. Tuttavia questa semplice ed evidente circostanza è di per sè sufficiente per decretare una pena di morte e di eseguirla “by any means necessary“, senza un procedimento giuridico o una sentenza?

Certo, la risposta a questa domanda dipende in sostanza da come si intende qualificare lo status quo in Iraq. Se si conviene sul fatto che sia in atto una guerra vera e propria, allora l’intervento rientrerebbe in un "normale“ atto di belligeranza: l’eliminazione di un nemico ad opera di una forza straniera (le forze USA) che aiuta ed assiste le forze irachene ufficiali.

Se, invece, si ritiene che in Iraq non sia in atto una guerra (come costantemente predicato da Bush – che già anni fa festeggiò la fine della guerra in Iraq e la vittoria USA – da Blair, da Berlusconi quando era presidente del consiglio), allora l’eliminazione di Zarqawi mal può essere conciliata con il diritto internazionale e con i principi di stato di diritto che stanno alla base delle civiltà occidentali.

Sconcerta, in questo contesto, la copertina dell’ultima edizione del settimanale Time, di prossima uscita. Il settimanale USA pubblica il fotoritratto del leader iracheno di Al Qaeda, cancellato da una croce rossa. Guerra totale insomma, scontro tra civiltà, uomo contro uomo.

Di fronte a questa totale assenza nell’opinione pubblica occidentale degli interrogativi di cui sopra viene da chiedersi se e quanto l’occidente si stia allontanando (si sia già allontanato) dai principi che pretende di difendere con la forza oggi in Iraq e forse, prospettiva assai pericolosa, domani forse in Iran. La copertina del Time ci induce a rispondere di sì. Sarebbe una sconfitta amara e drammatica.

Gennaro Sposato/Ds Germania

 

 

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