1548 LIDIA MENAPACE: DA DOVE COMINCIARE?

20060610 11:10:00 webmaster

[Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace@aliceposta.it) per questo intervento. Lidia Menapace e’ nata a Novara nel 1924, partecipa alla
Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti
della societa’ civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’ dispersa in quotidiani
e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004]

Da dove cominciare? Mi piacerebbe cominciare dal fondo, cioe’ dalle tante lettere di solidarieta’, non solo da chi mi aspettavo, da voi compagne e compagni pacifisti femministe nonviolenti, ma da studenti, madri di ragazzi
e ragazze tenuti in carcere addirittura senza accuse precise, genitori di figli portatori di handicap che temono i tagli morattiani degli insegnanti di sostegno, soldati democratici, che sperano in una democratizzazione e
sindacalizzazione delle forze armate, insomma un vasto mondo non conosciuto che pero’ e’ capace di indignazione, punto di partenza di qualsiasi presa di posizione etica.

*
Pero’ vi devo dare un resoconto e quindi ecco una sommaria cronaca.
Sapete quasi tutto, cioe’ che la mia candidatura, in una commissione di 24
membri, esattamente divisa a meta’ tra maggioranza e opposizione, poteva
essere effettiva alla quarta votazione in quanto tra i due finiti al
ballottaggio passa chi ha piu’ anni e quindi io.
Fino alla seconda votazione tutto e’ filato dritto, anche se le pressioni
dei giornali e le curiosita’ sulle parole dette da me alla manifestazione
pacifista del 2 giugno gia’ facevano baccano.
Alla mattina della terza votazione grande scandalo per l’intervista del
"Corriere" che, non potendo trovare niente di disdicevole nemmeno nei
classici terrenni minati della resistenza in Iraq, del terrorismo e simili,
ha sparato il titolo sulle Frecce tricolori che naturalmente avevo detto
proprio alla manifestazione, ma che del resto ho detto spesso anche in
campagna elettorale in Friuli-Venezia Giulia, e se sono stata eletta la’,
collegio del tutto insicuro e regione dove stanno le Frecce, vuol dire che
anche la’ c’e’ chi non si scandalizza a sentirle criticare.
Si sparge la voce che la destra non si presentera’ alla seduta e facendo
venire meno il numero legale a oltranza rendera’ impossibile la mia elezione
e obblighera’ il presidente del Senato a indire una nuova sessione di voto
con altre candidature. Ma cio’ non si verifica non so se per divisioni tra
An e Cdl o se per non disponibilita’ di Marini.
Arrivano infatti tutti i senatori della destra e si vota, allo scrutinio
inopinatamente compare il nome di De Gregorio dell’Italia dei valori, che
raccoglie oltre il suo, i 12 voti della destra, che fa 13 e passa
presidente.
Segue il lavoro per eleggere i due vicepresidenti e i due segretari e anche
li’ Zanone ottiene 11 voti e il candidato di destra 13, e poi dopo che
generosamente Silvana Pisa senatrice Ds e pacifista ritira la sua
candidatura come segretaria per lasciare spazio a me, sempre con 13 voti al
candidato di destra, e 10 a me, la commissione viene completata. Devo prima
di tutto ringraziare per l’estrema correttezza il vicepresidente Zanone che
dichiara subito di accettare la vicepresidenza con riserva, appunto per
quanto accaduto e – come ho gia’ detto – Silvana Pisa per avere
assolutamente voluto cedermi il suo posto. Sicche’ alla fine di tutto questo
orrendo pasticcio mi ritrovo comunque segretaria della Commissione e quindi
nell’ufficio di presidenza.
*
Seguono agitazioni varie da parte dei giornali e interviste a non finire
(quanto durera’ questa fama drogata? penso pochi giorni, non ci prendero’
gusto, in fin dei conti sono stata eletta in due collegi senatoriali come
capolista senza nemmeno una intervista o un passaggio in tv, un vero
record).
L’operazione e’ stata condotta con spregiudicata rozzezza. Infatti se il
senatore dell’Italia dei valori poteva sostenere che io sono una testa
calda, che ho parlato male di Garibaldi e altre nefandezze, doveva almeno
mantenere la fiducia a Zanone, parlamentare di lunga e limpida tradizione
liberale, persona di grande equilibrio e che del resto e’ stato anche
ministro della Difesa: e’ stato considerato reo di non essersi dissociato da
me? e’ colpevole di reato associativo? mah!
Seguono le piu’ straordinarie dichiarazioni: il neopresidente dichiara di
aver avuto sentore dello sconcerto degli Alti comandi militari,
dichiarazione molto grave, perche’ gli Alti comandi militari se hanno delle
cose da dire le dicono al Ministro della Difesa e non si capisce perche’ al
senatore De Gregorio, o lui fa parte dei servizi segreti? comunque nel caso
e’ uno che parla troppo. Almeno per copertura avrebbe dovuto pubblicamente
sottrarsi a simili improbabili pressioni, dato che avrebbero rappresentato
un tentativo dei militari di influire sul parlamento, una cosa da servizi
segreti, ma quelli deviati.
A sua volta Schifani si vantava di aver impedito la mia elezione e con cio’
quasi salvato la patria: esagerato! nemmeno io che pure ho una buona
opinione di me, avevo mai tanto presunto di me stessa.
Miserevole come quasi sempre La Russa che mi incita a dedicarmi ai nipotini,
che sono ormai grandicelli e a me affettuosissimamente legati, come io a
loro. Se poi i nipotini tengono il posto della calza, cui erano
tradizionalmente rinviate le donne, sappia che sono brava ai ferri e
all’uncinetto, so persino fare il filet e il makrame’, sono anche una buona
cuoca, naturalmente per chi amo invitare alla mia tavola, faccio i lavori di
casa ecc. e la passione politica si e’ accompagnata per tutta la mia vita
con queste incombenze: penso che La Russa non ce la farebbe, ma noi donne ci
siamo abituate e ce la facciamo.
*
Adesso dico qualcosa sulla sfilata. A me le sfilate non piacciono e questa
e’ solo una questione di gusto, non se ne discute, ma nemmeno ci si cava una
qualsiasi ragione di ostracismo. Una sfilata militare a Roma, una per tutto
il paese, mi pare simbolo poco repubblicano, poco capace di fare della
Repubblica davvero la cosa di tutti e tutte. Inoltre far passare mezzi
pesanti e inquinanti da terra e dal cielo in una delle zone archeologiche
piu’ preziose del mondo e’ davvero una follia. Un 2 giugno che si festeggi
con feste popolari in tutte le citta’ e i paesi d’Italia e’ molto piu’
fedele allo spirito della festa e della data, non disturba, non inquina,
valorizza le bellezze naturali e artistiche della nazione, ne celebra e
cementa l’unita’ molto di piu’.
Credere che l’unita’ possa essere rappresentata da una sorta di celebrazione
monarchica, mi pare poco intelligente. C’e’ gran bisogno di fare cose meno
uniformi, meno processionali, piu’ sobrie, piu’ semplici, meno pompose, meno
"petto in fuori e fanfare a gogo’", appunto piu’ repubblicane. Credo fosse
Salvemini che – preso dalla sua nota vis polemica – si era tanto irritato
una volta da definire l’Italia una "repubblica monarchica dei preti". E’
meglio cambiare un po’, un po’ tanto.

 

 

1548-lidia-menapace-da-dove-cominciare

2333

2006-2

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.