1582 L'UGL DICE NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE DEL 25 GIUGNO 2006

20060616 14:36:00 webmaster

L’UGL invita i lavoratori a votare NO al referendum
popolare confermativo indetto per il prossimo 25 giugno
per l’approvazione della riforma della Costituzione
approvata dal Parlamento il 16 novembre 2005.

L’UGL, rammentando che analoga decisione fu assunta
anche in relazione al referendum del 18 ottobre 2001
sulla precedente riforma costituzionale, rileva come
tale determinazione sia coerente e conseguente alle
posizioni a suo tempo assunte dalla Confederazione in
sede di audizione parlamentare ed ai commenti pubblicati
sulla stampa confederale al momento dell’approvazione
della legge da parte del Parlamento, in cui venivano
espresse riserve all’impianto costituzionale proposto,
principalmente per due ordini di motivi.

Il primo motivo concerne l’ulteriore revisione dell’art.
117 Cost., quello che stabilisce le competenze
attribuite alle Regioni.
Dal nuovo testo si sottolinea come siano considerate
materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni
quelle relative alla "tutela del lavoro" (indicata così,
in modo estremamente generico ed omnicomprensivo);
l’istruzione; la ricerca scientifica e tecnologica a
sostegno dell’innovazione per i settori produttivi;
l’alimentazione; la previdenza complementare ed
integrativa. Spetta invece alle Regioni la potestà
legislativa esclusiva, tra l’altro, anche per quanto
concerne l’assistenza e l’organizzazione sanitaria, e
l’organizzazione scolastica.
E’ prevista inoltre l’autonomia finanziaria di entrata e
di spesa a favore delle Regioni.
Da quanto sopra esposto, si evince chiaramente il
pericolo che, con il passare del tempo, ci siano
legislazioni differenti tra Regione e Regione nelle
questioni più delicate attinenti al lavoro ed in tutte
quelle materie che interessano la vita dei lavoratori e
dei pensionati. Vi potranno inoltre anche esservi
imposte, tasse, trattamenti sociali e prestazioni
economiche che interesseranno i lavoratori, i pensionati
ed i soggetti deboli della società in maniera
differenziata tra Regione e Regione.
Tutto ciò lede profondamente il principio
dell’eguaglianza di trattamento dei cittadini previsto
dall’articolo 3 della Costituzione, e potrebbe
ulteriormente accrescere il già forte divario di qualità
della vita dei cittadini esistente tra le diverse
Regioni, che già assume, a Costituzione invariata,
livelli drammatici in diverse aree del nostro
Mezzogiorno.
Cosa, questa, che il Sindacato non può certamente
accettare, perché intaccherebbe anche il principio
morale dell’unità nazionale che va intesa in senso
sociale, oltreché politico e territoriale.
Né l’uguaglianza di condizioni e di prestazioni appare
sufficientemente garantita dalle indicazioni in materia
di "fondo perequativo" e di "sussidiarietà" dello Stato
in caso di inadempienza delle Regioni, indicate all’art.
120 Cost., perché il meccanismo giuridico e finanziario
stabilito consente un elevato contenzioso innanzi alla
Corte Costituzionale, peraltro già in atto: così come la
Conferenza permanente Stato-Regioni non appare in grado
di dirimere preventivamente conflitti di competenza o
realizzare accordi di programma economico-finanziari.

L’altro motivo di insanabile dissenso risiede nel
processo legislativo previsto nell’articolo 70, a
seguito dell’istituzione del cosiddetto "Senato delle
Regioni", che può rallentare e rendere conflittuale
l’approvazione delle leggi per l’emergere di conflitti
di competenza sulle materie oggetto della discussione,
creando così ulteriori problemi indiretti alla
cittadinanza.

L’UGL manifesta, quindi, ancora una volta la sua
coerente difesa dell’unicità della legislazione
costituzionale in materia di tutela del lavoro e delle
prestazioni sociali, prescindendo dalla coalizione
governativa o dalla maggioranza parlamentare che di
volta in volta governa il Paese.

Documento approvato all’unanimità nelle riunioni della
Segreteria Confederale della UGL del 1° e 12 maggio 2006
e del Comitato Confederale del 12 maggio 2006.

 

 

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