1581 Referendum del 25-26 giugno: istruzioni per l'uso per il voto degli italiani all'estero

20060616 18:45:00 webmaster

Gli Italiani all’estero dovranno far pervenire il proprio voto per posta al Consolato di riferimento entro le ore 16 del 22 giugno

Domenica 25 e lunedì 26 giugno 2006 si svolgerà in Italia la consultazione referendaria per l’approvazione del testo della legge costituzionale recante "Modifiche alla Parte II della Costituzione". La consultazione referendaria deciderà definitivamente se la modifica introdotta dalla legge "sulla devolution e sul premierato forte" potrà entrare in vigore.

All’estero (in base alla Legge 27 dicembre 2001, n. 459 e all’articolo 3 sexies della Legge 27 gennaio 2006 n. 22), i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali della Circoscrizione estero possono VOTARE PER POSTA entro il 22 GIUGNO.

A ciascun elettore il Consolato ha inviato per posta un plico contenente: un foglio informativo, il certificato elettorale, la scheda elettorale, una busta completamente bianca, una busta già affrancata recante l’indirizzo dell’Ufficio consolare stesso, il testo della legge sul voto all’estero. L’elettore, utilizzando la busta già affrancata e seguendo attentamente le istruzioni contenute nel foglio informativo, dovrà spedire la scheda elettorale votata, in modo che arrivi al Consolato entro – e non oltre – le 16, ora locale, del 22 GIUGNO 2006. E’ fatto divieto di inoltrare voti per conto di altre persone. Chiunque contravvenga a tale divieto incorre in sanzioni penali, da uno a tre anni di reclusione, e pecuniarie.

L’elettore che non avesse ancora ricevuto il plico elettorale, potrà rivolgersi al Consolato per verificare la propria posizione elettorale e chiedere un duplicato.

La consultazione popolare del 25 e 26 giugno 2006 costituisce il secondo appuntamento degli Italiani con il voto per un referendum confermativo, dopo quello del 7 ottobre 2001 sulla riforma del Titolo V della Costituzione introdotta dalla legge costituzionale n.3 del 2001. Tutti gli altri referendum che si sono svolti dal 1974 d oggi, sono stati infatti "abrogativi" di leggi ordinarie, in applicazione dell’art. 75 della Costituzione. Il primo fu quello sul divorzio, nel 1974. Il referendum confermativo è invece previsto dall’art.138 della Costituzione che regola la revisione costituzionale. Il secondo comma stabilisce infatti che le leggi costituzionali, qualora non siano approvate al secondo passaggio con una maggioranza dei due terzi dei componenti in ciascuna delle due Camere, "sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto di una Camera o 500mila elettori o cinque Consigli regionali". E precisa: "la legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi". Per questo tipo di referendum, dunque, contrariamente a quello abrogativo, la legge applicativa del 1970 non prevede la necessità di raggiungere un quorum di votanti. Inoltre, non è possibile sottoporre al voto popolare solo una parte della legge.

Qualora la legge ottenga un maggior numero di voti positivi validi, questa viene promulgata con una formula nella quale si specifica che "il referendum indetto in data (…) ha dato risultato favorevole". In caso contrario, il risultato negativo della consultazione viene promulgato sulla Gazzetta Ufficiale.

La legge di modifica costituzionale sul federalismo fu la prima ad essere sottoposta a referendum confermativo, svoltosi il 7 ottobre 2001. In altre occasioni una legge costituzionale non è stata approvata, al secondo passaggio parlamentare, con la maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea, ma non si è proceduto a referendum confermativo. Ricordiamo la legge costituzionale per il voto degli italiani all’ estero, approvata in seconda lettura dalla Camera con 383 voti a favore, 17 no e 15 astensioni e dal Senato con 205 sì, 17 no e 13 astensioni. In entrambi i rami del Parlamento non fu raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti l’assemblea e quindi la legge poteva essere sottoposta a referendum. Lo stesso era successo alla legge costituzionale che fissa il numero dei parlamentari che rappresenteranno gli italiani all’estero, approvata in seconda lettura alla Camera con 406 sì e 49 no, e al Senato con 194 sì, 19 astenuti e 5 contrari. Anche in questo caso nessuno ha chiesto il referendum. Anche la legge costituzionale che prevedeva un nuovo sistema elettorale per le regioni a statuto speciale è stata approvata in seconda lettura dalla Camera a maggioranza di due terzi, ma dal Senato a maggioranza semplice. Anche in questo caso nessuno chiese il referendum.

 

 

1581-referendum-del-25-26-giugno-istruzioni-per-luso-per-il-voto-degli-italiani-allestero

2366

2006-2

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.