1578 Staminali, l'Europarlamento dice sì alla ricerca

20060616 12:30:00 webmaster

L’EuroparlamentoIl Parlamento Ue ha detto sì alla ricerca sulle staminali. Riunito in seduta plenaria a Strasburgo, il Parlamento ha votato a favore del finanziamento Ue della ricerca sulle cellule staminali embrionali, senza limitazioni riguardo alla data in cui gli embrioni sono stati prodotti. Un emendamento al settimo programma quadro di ricerca, che era già stato adottato dalla commissione europarlamentare Itre (Industria, trasporti ricerca ed energia), e passato con 284 voti favorevoli, 249 contrari e 32 astensioni.

L’attuale regolamento comunitario prevede inoltre che il finanziamento possa essere concesso solo agli Stati in cui la legge consente l’uso delle staminali. I gruppi erano particolarmente divisi anche al loro interno e in aula ha prevalso il testo già approvato in commissione favorevole al finanziamento di questo tipo di ricerca, sempre solo agli Stati in cui è permessa.

È una piccola vittoria anche per Fabio Mussi. Il ritiro della firma italiana dalla cosiddetta "dichiarazione etica" contro la ricerca europea sulle staminali voluta dal ministro della ricerca aveva incassato anche l´approvazione il consenso del Consiglio dei ministri italiano, perché legittima e non contrasta con l´indirizzo del governo Prodi. «La legge 40 sarà applicata e il programma dell’Unione, che non prevede il suo cambiamento, sarà rispettata» è il commento del ministro diessino.

Bocciati anche due emendamenti sullo stesso argomento, votati in precedenza, e tendenti a vietare l’utilizzo dei finanziamenti Ue per la ricerca sugli embrioni o a limitare la ricerca ammessa ai soli embrioni prodotti prima del 31 dicembre 2001. L’Assemblea ha poi approvato per alzata di mano la relazione sul settimo programma quadro comunitario di ricerca, che finanzierà con 54 miliardi di euro i progetti di ricerca nell’Ue nel periodo 2007-2013.

È vietato il finanziamento con fondi Ue delle «attività di ricerca volte alla clonazione umana a fini riproduttivi», delle attività «volte a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbero rendere ereditabili tali modifiche», e infine di quelle «volte a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per l’approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento di nuclei di cellule somatiche».

www.unita.it

 

 

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