1566 Discriminazioni di trattamento tra i vari impiegati dello Stato!

20060614 21:48:00 webmaster

L’Italia dei Valori/La Patria Grande

E’ sconcertante costatare che, ad oggi, il MAE non abbia ancora dato una soluzione effettiva per un’assunzione a tempo indeterminato dei contrattisti ex Legge 104/2002, nonostante il sostegno in tal senso espresso da piu parti
sociali.

Sin dall’elezione del governo Berlusconi, i vari media hanno enfatizzato il problema del debito pubblico e la necessità di effettuare riforme per contenere la spesa pubblica e rettificare il risultato dei soliti malgoverni
precedenti. Peccato che alle parole non siano seguiti i fatti. Il governo in carica, eletto in conformità ad un contratto con gli italiani che assicurava la gestione dell’azienda stato con un’efficienza imprenditoriale, si sta dimostrando sempre più simile ai precedenti governi di matrice democristiana-socialista della prima Repubblica. Un governo che appare sempre più incapace di adottare misure e riforme che contengano innovazione e progresso, per tenere il Paese al passo con il resto degli altri stati europei avanzati.

E’ un conteggio presto fatto: per consentire la presenza nella rete diplomatica-consolare di quasi 400 impiegati locali, a tempo pieno e indeterminato, occorrono circa 11 milioni di Euro l’anno. Aldilà di quanto questi impiegati potrebbero gravare sulle casse dello Stato, non sembra
esserci una spiegazione logica del perché il Ministero non abbia portato avanti il progetto di riforma avviato della Direzione Generale del MAE con il quale si era cercato di promuovere un provvedimento che allargasse il contingente dei contrattisti temporanei a tempo indeterminato e, abbia, invece, ceduto al ricatto dei sindacati di categoria, facendo bocciare la proposta in Commissione Finanze.

Se sulla base di mancanza dei fondi sventolato dai sindacati di categoria il governo ha ceduto alle rimostranze sindacali allora non ha alcun senso, economicamente parlando, un invio all’estero del personale di ruolo del livello B1, B2 e B3, personale non diplomatico, peraltro non in grado di assolvere banali funzioni istituzionali quali la ricezione del pubblico
poiché incapace di comunicare funzionalmente con il pubblico in generale, ma soprattutto con i connazionali di 2a e 3a generazione. Tale invio comporterebbe una spesa astronomica e ancor più ingiustificata di almeno 40
milioni di Euro l’anno considerando il fatto che le semplici funzioni amministrative svolte da questi dipendenti di ruolo possono essere assolte con miglior efficacia e minor costo dal personale localmente assunto, grazie soprattutto ad una migliore conoscenza della realtà e della lingua locale.

La prova di questo si riscontra in quasi tutte le Sed Consolari ed Ambasciate dove il personale assunto localmente svolge egregiamente le mansioni in seno agli uffici passaporti, pensione e per quanto riguarda
l’aggiornamento dell’AIRE il risultato raggiunto dai contrattisti e’ suffragato anche nel Rapporto Polis 2004 pubblicato dal MAE sul sito https://anagrafe.esteri.it.

L’assunzione del personale locale di cui sopra comporterebbe per le casse dello Stato un risparmio netto in eccesso al 60% rispetto alle attuali indennità di servizio all’estero, esente IRPEF, di circa 6.500 Euro che ogni mese in aggiunta allo stipendio mensile lordo di 1.500 Euro – comprendente i contributi – che lo Stato sborsa ad esempio, per ogni impiegato B2 inviato all’estero (considerando B2 una qualifica media come esempio) con coniuge e un figlio a carico, che ha diritto ad:

(1) Aumenti per situazione di famiglia.
Aumento del 20 per cento dell’indennità di servizio all’estero per il conuige e per ogni figlio a carico un aumento dell’indennità di servizio all’estero commisurata al 5 per cento dell’indennità di servizio che nello
stesso Paese è prevista per il posto di primo segretario o di console (Art. 173)

(2) Indennità di sistemazione.
Nel caso di trasferimento da Roma l’indennità di sistemazione è fissata nella misura di un settimo dell’indennità annua di servizio all’estero spettante per il posto di destinazione (Art. 175).

(3) Contributo spese per abitazione.
Al personale in servizio all’estero che per l’abitazione vuota o mobiliata sopporti una spesa superiore al 21 per cento dell’indennità di servizio all’estero spetta un contributo da parte dello Stato (Art. 178)

(4) Provvidenze scolastiche
Per i figli a carico che frequentino istruzione scolastica primaria o secondaria rimborso delle spese scolastiche relative all’iscrizione e alla frequenza (Art. 179)

(5) Spese per congedo o ferie.
Ogni 18 mesi, ed a quello che si trova in sedi particolarmente disagiate ogni 12 mesi, il parziale pagamento delle spese di viaggio per congedo in Italia anche per i familiari a carico (Art. 181)

(6) Trasporto bagagli, mobili e masserizie.
Per il trasporto degli effetti, comprensivi di bagaglio, mobili e masserizie, spetta al personale trasferito il pagamento delle spese per il trasporto di kg 1000 nonché di kg 500 per ciascun familiare a carico (Art.199)

Calcolatrice alla mano, l’invio all’estero di un contingente di 400 impiegati di ruolo mirato a rimpiazzare i contrattisti a tempo determinato, comporterebbe per lo stato italiano tra stipendio e indennità la spesa
enorme di circa 40 milioni di Euro l’anno. Quindi una maggiorazione di spese del 400%

L’innegabile risparmio per le casse dello Stato unito all’efficienza che gli impiegati locali hanno dimostrato, ai quali, tra l’altro, non compete nulla di quanto sopra elencato, convalida definitivamente la necessità di una tale "riforma".

A questo ragionamento di natura economica si accompagna una situazione di fatto gravissima che vede una politica attuata dal MAE palesemente discriminatoria, stile Aparthaid, che classifica i propri cittadini, in
cittadini di serie A, B, C,D ed E.

Generalmente gli impiegati locali (la maggior parte nati, diplomati e/o laureati in Italia) dopo un brevissimo addestramento apprendono l’iter burocratico nonché le norme amministrativo-contabili che permettono loro di
condurre efficientemente le mansioni assegnate e quindi di colmare una cronica carenza funzionale che puntualmente si riscontra nelle sedi all’estero e che si protrae da anni, grazie anche al non operato (non si capisce se per incapacità o volontà) di un consistente numero di impiegati di ruolo inviati a godersi una villeggiatura all’estero e, per questo, lautamente retribuiti.

Nonostante questo, lo Stato riserva:
ai suoi cittadini di serie A (gli impiegati di ruolo) il trattamento economico ed i benefici sopra elencati con regolare aumento di retribuzione (l’ultima un aumento dell’indennità’ di servizio estero del 4%);

ai suoi cittadini di serie B (gli impiegati locali assunti prima del 31/12/1996) un contratto che riconosce il 68% del trattamento economico riservato ai cittadini di serie A con l’esclusione delle aggiunte elencate dal punto 2 al punto 6;

ai suoi cittadini di serie C (gli impiegati locali assunti a decorrere dal 01/01/1997) nonostante servano il Paese e la collettivita’ italiana nello stesso modo degli altri dipendenti, disconosce ogni forma di beneficio riservato ai cittadini di serie A e B, dimezza la retribuzione, nega il TFR e non li assume alle proprie dipendenze, ma in modo beffardo, l’assunzione viene fatta attraverso la sede consolare di riferimento;

ai suoi cittadini di serie D (gli impiegati temporanei – ex Legge 104/02) ha riservato un trattamento "usa e getta" dove non solo non viene riconosciuto alcun diritto ma nemmeno il diritto acquisito di avere un posto di lavoro sicuro – se non altro per il merito di aver servito il proprio Paese ed i connazionali emigrati nell’esercizio di un loro diritto costituzionale per un periodo continuativo di 2 anni;

ai suoi cittadini di serie E (i digitatori) – mutamento involutivo dei cittadini di serie D – lo Stato per un verso impone che vengano sottomessi ed esposti alla merce’ di "taglieggiatori" stranieri i quali per effetto e
causa di una gestione schizzofrenica dell’Amministrazione pubblica italiana si trovano a ricavare un lauto introito e per l’altro, formalmente disconosce e nega l’esistenza di un rapporto di lavoro con tali cittadini di serie E.

A fronte di un costo di vita analogo a tutti, indipendentemente dallo status di cui ciascuno delle categorie gode, questa discriminazione si traduce nel
fatto che ai figli dei cittadini di serie B, cittadini italiani tanto quanto i figli dei cittadini di serie A, non sia consentita una scolarizzazione di qualità che tenga conto del bilinguismo ne’ un alloggio agiato; ai figli dei cittadini di serie C non solo si nega un’istruzione migliore, ma gli si impone anche che si cibino meno, si vestano meno e abitino in dimore meno
agiate; per quanto riguarda i figli dei cittadini di serie D ed E, qualsivoglia osservazione appare superflua.

Davanti ad un’evidenza del genere non resta altro che soppesare il rendimento, il loro costo e trattamento economico riservato agli uni con quello riservato agli altri ed arrivare alla conclusione che certi impiegati
di ruolo, che fanno istanza di essere inviati nei vari consolati ed ambasciate all’estero, non lo facciano tanto per amor di Patria, per servire la collettività italiana colà presente o per tutelare l’interesse dello Stato quanto, piuttosto, per oziare impuni da qualsivoglia conseguenza e per veder lievitare il proprio conto bancario mentre si godono una "vacanza" di quattro/cinque anni all’estero, con famiglia e masserizie a seguito, a spese dei contribuenti italiani.

Trovandosi di fronte ai risultati positivi raggiunti in breve tempo dai contrattisi ex legge 104/02 e alle loro istanze di assunzione permanente, questi "baroni" della P.A. non hanno fatto altro che agitare la loro coda di
paglia e creare sommosse sindacali quando e’ stata ventilata l’ipotesi dell’assunzione del personale temporaneo, poiché questo provvedimento avrebbe messo a repentaglio la giustificazione dell’invio all’estero di
certi elementi laddove, per contro, e’ facilmente reperibile una forza lavoro d’italiani capace di assolvere le funzioni di un ufficio pubblico italiano. Si e’ cominciato quindi ad usare le armi a disposizione per
tutelare il proprio orticello cercando di far apparire la presenza di questi contrattisti all’interno dei vari consolati ed ambasciate come frutto di una concessione di certi Signor "nessuno", a disprezzo di un decreto del
Parlamentare della Repubblica che ha permesso la loro, seppur temporanea, assunzione.

La fervente resistenza portata avanti dalle OO.SS di categoria affinché non venisse allargato il contingente degli impiegati assunti in loco e’ stata motivata dal fatto che questi "baroni" della P.A., hanno trovato nel MAE non solo un ‘agenzia di viaggio che organizza loro le vacanze all’estero, ma anche la gallina dalle uova d’oro che rende loro circa – beneficio più beneficio meno, non considerando le agevolazioni quali l’acquisto di
autovetture esentasse, le speculazioni immobiliari, ecc. – intorno a Euro 100.000 ciascuno, all’anno.

In attuazione dello spirito di solidarietà e ispirandosi ai principi fondamentali del sindacalismo, la lotta per il mantenimento del posto di lavoro non si fa sulla pelle d’altri lavoratori, ma quando si tratta di proteggere la gallina MAE, altro che la pelle!

Non sorprenderebbe se, a breve, i sindacati di questi "baroni pubblici" presentassero un documento chiedendo il varo di una legge che permettesse di tramandare la dinastia (il posto di lavoro) da padre in figlio.
Se, d’altro canto, l’azienda Stato effettuasse un’azione seria di razionalizzazione economica e calcolasse quindi il costo di un impiegato di ruolo a fronte del suo rendimento, si arriverebbe alla conclusione che e’
più che ragionevole e giustificato non inviare affatto all’estero impiegati B1, B2 e B3, (salvo qualche B3 contabile) poiché la depauperizzazione di queste categorie non comporterebbe affatto, vista l’evidenza dei fatti, la
carestia di "conoscenze professionali particolari". Ci sono poche rimostranze che abbiano un fondo di così comprovata verità.

A questo proposito si legge in rete il documento rilasciato dal Ministro degli Esteri britannico, John Straw, dove si sottolinea come l’esperienza abbia dimostrato la necessità e l’efficacia di impiegare personale in loco presso le sedi diplomatiche e consolari all’estero, poiché tale personale e’ in grado di svolgere funzioni a parita’ di rendimento professionale ed
efficiente, ma a costi minori, sotto la sovrintendenza di un ufficio centrale quale l’Ambasciata (http://bhc.britaus.net/News)

Se, inoltre, gli organi di vigilanza dello Stato portassero avanti indagini in materia come verrebbe a giustificarsi una retribuzione mensile di 8.000 Euro, spettante ad un dipendente pubblico del livello B2 a cui non si chiede ne’ una laurea ne’ una responsabilità dirigenziale? Appare evidente che è ingiustificabile una proporzione costo vita locale/ rendimento giornaliero
che valga Euro 370, qualcosa come Euro 52.00 all’ora, ben oltre la parcella di un Medico specialista.

Ce ne sarebbe abbastanza per "attivare" l’istinto da manager d’azienda del Premier Berlusconi in modo che, per il bene pubblico, siano apportate modifiche correttive sul capitolo di spese riguardanti le indennità di servizio all’estero del personale MAE, inviato in Sedi realmente disagiate o di difficile copertura.

L’incarico affidato agli ex-contrattisti ex legge 104/2002 riguarda la bonificare e l’aggiornamento dell’anagrafe consolare, compito che ha rilevato nel corso degli ultimi due anni la necessità di un intervento a carattere permanente. Quando lo Stato prenderà atto di questo e deciderà di conferire a tali lavoratori una sicurezza del lavoro meritata sul campo, questi continueranno a fare il loro dovere all’interno dell’amministrazione pubblica, di tutti quindi.

www.lapatriagrande.net

 

 

1566-discriminazioni-di-trattamento-tra-i-vari-impiegati-dello-stato

2351

2006-2

Views: 14

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.