1557 La nuova pagina Cgil Frontalieri su “Area”

20060612 19:24:00 webmaster

Unia e CGIL: maggiore informazione anche per combattere il dumping

ZURIGO – Il sindacato svizzero Unia e la CGIL, con il numero del settimanale Area di venerdì 9 giugno 2006, hanno dato inizio ad un’ulteriore collaborazione a favore dei lavoratori frontalieri. A scadenza quindicinale, esclusivamente per i lavoratori frontalieri, pubblicheranno una pagina a loro espressamente dedicata che vuole essere un complemento informativo sui disposti contrattuali, in materia previdenziale e di mobilità. Un contributo che potrà servire ad arginare precarietà e sottocosto salariale, spesso elementi di conflitto per lavoratori e lavoratrici residenti sui due lati della frontiera. Conoscenza significa, infatti, maggiori opportunità di fare valere i propri diritti.

Il 28 novembre 1992 veniva firmata a Lugano una dichiarazione d’azione comune tra il SEI Ticino e Moesa (Sindacato edilizia e industria), la FILLEA (Federazione italiana lavoratori legno edili e affini) e la CGIL Lombardia (Confederazione generale italiana del lavoro). A seguito delle positive esperienze SEI Ticino e Moesa e CGIL Lombardia decisero il 17 febbraio 1998 di sottoscrivere una convenzione protocollare con la quale si offriva la possibilità a tutti gli associati frontalieri del SEI di usufruire della doppia affiliazione con la Cgil (un unicum a livello europeo). Con la nascita del nuovo sindacato, nel gennaio 2005, tale convenzione è quindi stata ulteriormente estesa a Unia Ticino e Moesa e CGIL Lombardia.

Già da tempo nelle intenzioni dei promotori dell’iniziativa, a partire da questo numero di AREA, un nuovo tassello si aggiunge ai precedenti: una pagina frontalieri curata direttamente dalla CGIL. “Si tratta – osserva Claudio Pozzetti, responsabile nazionale Cgil frontalieri e consigliere CGIE – oltre che di un ulteriore servizio a favore degli associati, della dimostrazione della dinamicità della collaborazione tra i due sindacati. Un esempio concreto di internazionalismo sindacale che, in presenza dei mutamenti strutturali del mondo del lavoro e di dinamiche di mobilità e precarietà senza precedenti, deve essere considerato un’opportunità per realmente consolidare i rapporti tra lavoratori e lavoratrici provenienti da Paesi diversi ma accomunati dagli stessi problemi negli stessi posti di lavoro. Quindi un servizio che permetterà a tutti gli interessati di migliorare le reciproche conoscenze delle condizioni di lavoro, previdenziali e retributive, in modo da contenere i tentativi di peggioramento delle condizioni lavorative e le spinte quotidiane all’assunzione sottocosto della manodopera.”

 

 

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