1638 GLI INTERVENTI DEL MINISTRO DANIEI E DEI PARLAMENTARI AL CONGRESSO UIM

20060623 10:04:00 webmaster

La Uim a congresso, Sera: “Identità, coraggio e progetto”
(da 9 Colonne)

Gli interventi del Ministro Danieli e dei parlamentari partecipanti al Congresso UIM
– Danieli: “Dal governo porte aperte alle associazioni”
– Micheloni: “Fondamentale il ruolo dell’associazionismo”
– Cassola (Verdi): “Arduo rilanciare l’immagine del Paese all’estero”
– Narducci: “Occorre ripensare il Cgie”

Danieli: “Dal governo porte aperte alle associazioni”

(9colonne) ROMA – “Andate avanti con il vostro lavoro meritorio sapendo che in questo governo voi trovate interlocuzione e disponibilità, porte sempre aperte e cervelli sempre attenti alle tematiche di cui vi occupate”. Ha esordito così il 21 giugno nel suo intervento al terzo congresso della Uim il viceministro degli Esteri con delega agli Italiani nel mondo Franco Danieli. “Identità, coraggio e progetto – tema centrale dell’incontro – delinea bene la missione che dovete compiere, in uno mondo globalizzato, all’interno di uno scenario multiculturale. Personalmente mi ritrovo appieno nei vostri propositi, sia come tematiche sia come assetto metodologico”. Quindi il viceministro ha sottolineato la “discontinuità” con il suo predecessore Mirko Tremaglia, che amava “un approccio più retorico e simbolico agli accadimenti che riguardano gli italiani nel mondo” precisando come il suo modo di lavoro sia più “pragmatico e pratico”.
“La scelta del viceministro credo che sia stata azzeccata, purché abbia deleghe e risorse. Le deleghe ci sono, per le risorse stiamo verificando la situazione che ci ha lasciato il precedente ministero. Pare che delle dotazioni del dipartimento degli Italiani nel mondo non sia rimasto un granché, visto che hanno raschiato il fondo del barile nei primi quattro mesi di attività. Il ministero senza portafoglio – ci tiene a sottolineare Danieli – aveva un bilancio di circa 5 milioni di euro annui, con spese per il personale di circa 1,5 milioni e spese per convegni e seminari di circa 3,5 milioni. Adesso abbiamo l’obbligo di ricostruire ciò che è successo e riferire alla Corte dei Conti. Quindi le risorse scarseggiano, ma la scelta di radicare le attribuzioni degli italiani nel mondo presso il ministero degli Affari Esteri è senz’altro la migliore”. Sulla metodologia di lavoro Danieli è convinto che ci debba essere “una interlocuzione finalizzata alla realizzazione di progetti che si traducono in disegni di legge elaborati attorno ad un tavolo con governo, parlamentari eletti all’estero, Cgie e le associazioni. Una proposta di legge frutto del lavoro congiunto di tutti questi soggetti ha enorme possibilità di andare in porto”. “E’ il momento della progettualità – ha insistito ancora il vice ministro – da realizzare in tempi ristretti, visto che siamo in condizioni di emergenza”.
E tra le priorità segnalate da Danieli c’è in primo luogo la questione di Rai International, che “deve essere in linea con i tempi rappresentando un’Italia a colori, uno strumento moderno di servizio e di promozione culturale. A tal proposito è stato convocata una conferenza strategica entro il 20 luglio per ridefinire la missione del network”. Non solo, il viceministro ha voluto sottolineare come sia necessaria la realizzazione di una effettiva pluralità dell’informazione. Altra priorità che il governo dovrà affrontare è il rafforzamento della rete consolare che “verte in condizioni disastrose”, e tal proposito Danieli ha proposto di effettuare un “mappatura della situazione reale consolato per consolato”. Rientra nel concetto di “ottimizzazione delle risorse” l’intensificazione del rapporto le regioni per la definizione di “una cornice strategica comune per la realizzazione di progetti che riguardano gli italiani nel mondo”. Infine Danieli ha ricordato che quest’anno per celebrare il 50esimo anniversario della strage di Marcinelle ha intenzione di dare un segnale di discontinuità con il suo predecessore invitando a partecipare anche le organizzazioni sindacali.

Micheloni: “Fondamentale il ruolo dell’associazionismo”

(9colonne) ROMA – Il neo senatore dell’Unione Claudio Micheloni, eletto nella circoscrizione Estero, è intervenuto il 21 giugno al terzo congresso della Uim per portare il saluto della federazione delle colonie libere italiane in svizzere che presiede da anni. “Non sono qui per fare la lista della spesa – ha sottolineato il senatore – Aspetto con interesse i risultati dei vostri lavori e vi assicuro che farò la mia parte anche perché il mio rapporto con la Uim è sempre stato vivace”. Quindi Micheloni ha espresso le sue considerazioni sul mondo dell’associazionismo: “Spesso e volentieri siamo considerati i ‘parenti poveri’ della politica, ma in realtà abbiamo giocato un ruolo nell’emigrazione straordinario, siamo stati gli ammortizzatori sociali per le comunità italiane nel processo di integrazione all’estero. Bisogna ricreare una memoria storica del nostro lavoro per avere uno strumento in più per agganciare le nuove generazioni”. Sugli obiettivi del governo che devono essere perseguiti, Micheloni ha aggiunto che è necessario “certamente affrontare i problemi della nostra gente per i quali siamo stati eletti, ma se non riusciamo ad influenzare anche la politica italiana dell’immigrazione basandoci sulle nostre esperienze noi avremmo fallito”. Sull’obiettivo centrale del congresso, che si propone di rilanciare l’immagine dell’Italia all’estero il senatore ha spiegato: “Credo che adesso da parlamentari abbiamo un ruolo più importante, anche se noi con le nostre associazioni da sempre abbiamo salvato l’immagine dell’Italia all’estero, che ha ispirato rispetto in tutto il mondo. E’ vero che adesso abbiamo la possibilità di portare avanti politiche nei Paesi dove siamo. Poi gli scandali italiani degli ultimi mesi: “Il fatto che in Italia siano scoppiati numerosi scandali forse è anche un pregio, perché queste cose alla fine vengono fuori, mentre in altri Paesi queste cose spesso non vengono a galla. Affrontare in questo modo certi problemi credo sia anche un atto di cultura e di coraggio. I magistrati del mondo devono essere grati ai magistrati italiani perché hanno avuto il coraggio di affrontare certe questioni”. Il senatore ha quindi fatto riferimento alla riforma della legge di attuazione del voto all’estero, “che deve essere una priorità del nuovo governo: dobbiamo agire subito e non aspettare la fine della legislatura, pertanto è necessario aprire un dibattito largo e trasversale”.

Cassola (Verdi): “Arduo rilanciare l’immagine del Paese all’estero”

(9colonne) ROMA – “Rilanciare l’immagine dell’Italia all’estero è un lavoro veramente arduo”. Inizia proprio da una riflessione sul tema centrale del congresso della Uim, in corso a Roma, il suo intervento Arnold Cassola, neo parlamentare dei Verdi, eletto in Europa tra le file dell’Unione. Cassola si riferisce agli scandali che si sono susseguiti in questi mesi, da calciopoli alla più recente inchiesta di Potenza che ha visto coinvolto anche il principe Vittorio Emanuele. “Tutto questo sta nuocendo all’immagine dell’Italia all’estero, dove siamo visti come un paese corrotto, intrallazzone e furbesco. Questa è la grande sfida che dobbiamo affrontare: dimostrare che la vera Italia è quella degli italiani onesti, dei grandi lavoratori che sono emigrati in tutto il mondo a che fanno onore al nostro paese”. Quindi Cassola ha espresso la sua preoccupazione di come i parlamentari romani considerano i parlamentari eletti all’estero, accusati da qualcuno di portare in Parlamento la “lobby” degli italiani nel mondo. “Si tratta di vero e proprio razzismo – ha commentato Cassola – perché non possono dirci di non rappresentare gli interessi dei nostri elettori. Ma se non siamo noi a portare avanti le istanze dei nostri connazionali che vivono all’estero chi lo farà?”.

Narducci: “Occorre ripensare il Cgie”

(9colonne) ROMA – “Dopo una pausa obbligata di sette mesi dovuta a una sentenza del Tar che ha bloccato l’attività del Cgie, finalmente giovedì e venerdì scorsi si è riunito il Consiglio di Presidenza”. Così Franco Narducci, segretario generale del Cgie e neo parlamentare eletto nella circoscrizione Estero con l’Unione, ha fatto il punto sulla situazione del Consiglio degli italiani all’estero in occasione del terzo congresso della Uim a Roma. “E’ stato un incontro che ha rimesso in fila tutte le sfide da affrontare – ha spiegato Narducci – ed è stato fatto alla presenza importante del viceministro, che ringrazio perché in cinque anni di Cgie la battaglia più importante che abbiamo dovuto combattere è stata quella di ottenere un interlocutore politico. Se c’è stato un calo di questo strumento così importante qual è il Cgie, è perché è stato messo in un angolo. Noi infatti non abbiamo avuto l’interlocuzione politica e per questo adesso il Consiglio deve essere ripensato e rivisto, soprattutto adesso in questo nuovo scenario di rappresentanza”. “E’ evidente – ha aggiunto il segretario – che il Cgie deve ripartire come laboratorio di idee, ma anche di progetti, e come tale deve continuare a funzionare. E’ impensabile infatti che possano fare tutto i parlamentari, anche se ora hanno il preciso compito di dare attuazione ai problemi emersi in questi anni. Adesso tocca a noi agire a livello legislativo e non delegare agli altri parlamentari”.

La Uim a congresso, Sera: “Identità, coraggio e progetto”

(9colonne) ROMA – Si sono aperti il 21 giugno al motto di “Dal presente al futuro: l’Unione degli italiani nel mondo”, i lavori del terzo congresso della Uim presso Palazzo Marignoli a Roma. Ad aprire gli interventi è stato il segretario generale Alberto Sera, che nella sua relazione introduttiva ha sottolineato come la “costruzione dei progetti” debba prendere il posto delle valutazioni sul voto, per non correre il rischio “di svuotare la politica dei contenuti”. “Identità, coraggio, progetto”: è questo il trinomio su cui la Uim deve puntare a giudizio di Sera “per essere protagonista di una società globalizzata” all’interno del multiculturalismo insito nella società italiana e proprio degli italiani emigrati. Partendo dal presupposto che le differenze culturali all’interno degli stati non vanno neutralizzate, Sera ha precisato che “occorre rafforzare ovunque la propria identità nazionale”. “Il rispetto per gli altri – ha aggiunto – per le altre identità nasce dal riconoscimento innanzitutto della nostra identità. Solo così ci potrà essere l’interazione della nostra cultura con gli altri”. Quindi Sera ha illustrato quali sono i progetti da attuare per rafforzare la cultura all’estero: potenziare la cultura del sapere (lingua, letteratura, arte, costumi e tradizioni), valorizzare la cultura italiana del lavoro (professionalità, produttività, flessibilità, formazione e orientamento), rafforzare la cultura del sociale e quella della rappresentanza (conoscenza, esperienza, consapevolezza per Comites, Cgie, consulte regionali, il diritto di voto e la situazione politico-sociale dell’Italia). “Ecco il nostro compito – ha spiegato il segretario generale –, diffondere l’importanza della presenza italiana all’estero, del nostro essere primi nel mondo ed essere cosmopoliti, di segnare con la nostra identità l’operare all’estero”. Il cosmopolitismo dell’essere italiani consiste nel “mettere a disposizione in tutti i campi, la nostra operosità, la nostra professionalità, la nostra ingegnosità e la nostra creatività”. Per questo la Uim ha intenzione di istituire un “osservatorio del cosmopolitismo italiano” dove raccogliere notizie, documentazioni, testimonianze, esperienze degli italiani all’estero per cercare, attraverso rapporti periodici, di diffondere, propagandare, affermare la nostra presenza all’estero. “Un impegno – ha concluso il segretario generale – per dare dell’italiano all’estero il valore, la dignità, il prestigio che merita e l’immagine positiva che ha conquistato e che conquista quotidianamente”.

 

 

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