1623 Iraq, il Giappone annuncia il ritiro delle truppe entro «una decina di giorni»

20060620 17:28:00 webmaster

Il premier giapponese Junichiro Koizumi ha ufficialmente annunciato il ritiro del contingente nipponico dall’Iraq: le operazioni di disimpegno saranno completate, in accordo con gli altri contingenti internazionali. Il premier non ha indicato la tabella di marcia del rientro, ma il capo dell’agenzia di difesa, Fukushiro Nukaga, ha immediatamente impartito l’ordine di ritiro.

Tuttavia, per il ritiro delle truppe nipponiche occorreranno ancora «diverse decine di giorni», ha detto il responsabile. La decisione del governo giapponese era nell’aria da tempo. Da diversi mesi infatti stampa e televisioni davano per imminente l’annuncio ufficiale, anche se Koizumi, più volte interrogato sulla questione, aveva sempre risposto di non voler prendere decisioni unilaterali ma di operare in accordo con gli altri Paesi impegnati sul territorio, Gran Bretagna e Australia.

La missione in Iraq è per il Giappone il primo e controverso impegno militare del dopoguerra all´estero. La Costituzione pacifista nata dalle rovine della seconda guerra mondiale vieta infatti la formazione di un vero e proprio esercito e impegni militari di ogni sorta, soprattutto fuori dal Paese. Koizumi era stato costretto a modificare la Costituzione, aggiungendo la clausola che escludeva dal divieto le missioni umanitarie. L’opposizione ha più volte considerato l’impegno in Iraq come una chiara violazione della Costituzione. Il governo da parte sua ha sempre sottolineato la chiara impronta umanitaria della missione, confortato molto fortunatamente nei fatti dall´assenza di caduti o episodi di guerriglia ai danni delle proprie truppe. Il contingente giapponese non ha mai dovuto affrontare operazioni di attacco o difesa, potendo rimanere fedele al suo ingaggio umanitario.

L’unico momento di crisi per Koizumi si è registrato nel 2004, quando 3 civili furono presi in ostaggio da un gruppo di insorti, per poi essere liberati subito dopo. In totale, sono state sette le vittime civili, tra cui un diplomatico e tre giornalisti, tutti uccisi dopo un sequestro. Il Giappone è attualmente impegnato in Iraq con una missione di 600 uomini nella città di Samawa, a sud del paese. L’altro contingente internazionale nipponico è impegnato nell’oceano Indiano, in supporto alla missione di pace multinazionale in Afghanistan. Koizumi ha confermato più volte che, anche dopo il ritiro delle truppe dall’Iraq, il Giappone intende ampliare anzi il suo appoggio logistico alla presenza aerea alleata nella regione.

 

 

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