1640 L’INAS IN BELGIO RICORDA LA TRAGEDIA DI MARCINELLE

20060623 10:10:00 webmaster

E RIFLETTE SUL TEMA DELLA TUTELA DEI LAVORATORI IN EUROPA

CHARLEROI aiseEminotizie – "È importante che, al centro del lavoro, ci sia sempre l’uomo e che il lavoro sia funzionale alla sua esistenza". Così il presidente dell’Inas-Cisl, Giancarlo Panero, ha aperto il proprio intervento nel corso del seminario "Da Roma a Marcinelle: salute e sicurezza ieri, oggi e ancor più domani", organizzato dal sindacato cristiano-sociale belga CSC-ACV, insieme all’Inas Cisl e alla Femca Cisl, e con la collaborazione dell’Università Cattolica di Lovanio. Il seminario si inserisce nell’ambito di un’iniziativa svoltasi a Charleroi e al Bois du Cazier (Belgio), dall’8 al 10 giugno scorsi.

Una indicazione forte, sulla base della quale è necessario orientare l’intero intervento per porre fine ad un sistema che, nel lavoro, produce ancora cifre preoccupanti nell’ambito degli infortuni e delle malattie professionali.
"A questo punto – ha spiegato il presidente dell’Inas – è evidente la necessità di un sindacato globale che faccia valere diritti e tutele, anche quelle legate ai nuovi lavori, in modo da evitare che la flessibilità si trasformi in precarietà. Solo così, potremo evitare che, per essere pagati di più, si possa scendere a compromessi, accettando la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, con il risultato di veder raddoppiati gli infortuni. Il raggiungimento di questi obiettivi è legato a tre fasi: la prevenzione, che impone un ruolo attivo e che rappresenta il vero punto debole in Europa; il risarcimento e la tutela, in cui il lavoratore è più passivo, perché l’intervento si attiva solo dopo che l’incidente è avvenuto, ma che è nondimeno importante; il reinserimento al lavoro. Serve un sistema che garantisca in tutti e tre le fasi, a livello comunitario, la portabilità dei diritti per tutti coloro che lavorano e si spostano in Europa. L’Inas cesserà di esistere solo quando sarà raggiunto questo obiettivo".
"Oltre all’impegno del patronato sul fronte dell’informazione e della formazione, in rete con gli sportelli 626 della Cisl, le sue categorie e i suoi delegati – ha aggiunto Panero – anche lo Stato deve intervenire con un adeguato ed efficiente sistema ispettivo e fare della salute uno dei temi-chiave della politica del lavoro, a partire dalla legge 626 e dal testo unico che regola la materia. Un aspetto ripreso anche nell’intervento del vicepresidente dell’Inas-Cisl Gianni Tiburzi: "In un contesto partecipativo di tutti i soggetti istituzionali – ha detto – dell’impresa, del sociale e del mondo della scuola, riteniamo che si possa elaborare e realizzare quel clima culturale e operativo finalizzato alla qualità e alla sicurezza dei sistemi lavorativi, a partire dalla prevenzione, per la quale manca ancora un’adeguata campagna d’azione, che si intenda come vera scelta strategica di programmazione dei vari governi e delle varie regioni". Un’ottica applicabile anche a livello comunitario attraverso il progetto del "Patronato europeo", "per aiutare i connazionali affinché possano lavorare in condizioni di sicurezza", con l’obiettivo che le giovani generazioni possano "trovare in ogni Paese libertà di lavoro, qualità di assistenza, diritti e tutele di carattere universale".
Dunque, come ha spiegato Valeria Picchio, responsabile del dipartimento Politiche Sociali dell’Inas, "l’azione richiesta alle parti sociali deve svilupparsi sia a livello di sensibilizzazione e pressione sul legislatore comunitario e nazionale, sia sul piano della concreta realtà di lavoro". Da parte sua, l’Istituto, come ricorda Gianluca Lodetti, responsabile del Dipartimento Emigrazione/Immigrazione, testimonia attraverso questa iniziativa, che riprende il filo del seminario internazionale tenuto a Padova nel marzo scorso, lo sforzo per tornare ad affrontare l’argomento infortuni e malattie professionali al massimo livello, in relazione ai crescenti sviluppi della normativa europea al riguardo.
La toccante cerimonia che ha posto il sigillo alla "tre giorni" belga ha visto la partecipazione di oltre 500 tra quadri sindacali italiani e belgi, rappresentanti istituzionali, tra cui il Console italiano a Charleroi, Francesco Ercolano, e tanti nostri connazionali. La visita ha fatto tappa dapprima al Bois du Cazier, dove il segretario della Femca, Sergio Gigli, ha apposto una targa commemorativa e che oggi, grazie al forte impegno dei sindacati e delle associazioni coinvolte, è un museo della memoria del lavoro nelle miniere e di chi vi perse la vita, e ancor più lo diventerà con la futura destinazione a centro culturale. Quindi, nel cimitero di Marcinelle, ai piedi del monumento alle vittime dominato dalla figura bronzea del minatore, il presidente dell’Inas ha posato una corona, ricordando commosso tutti i caduti sul lavoro e l’impegno che deriva dalla memoria del loro sacrificio, affinché il tema della salute e sicurezza sia posto sempre più al centro delle politiche del lavoro e della sensibilità di tutti gli attori sociali.

 

 

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