1650 Amato , Bindi e Ferrero a Padoa Schioppa: “Lasciare il bonus bebè alle famiglie immigrate”

20060623 14:08:00 webmaster

Le Acli sostengono la proposta dei tre Ministri. Olivero: “Segno che si scommette sull’integrazione”

ROMA – I Ministri Giuliano Amato (Interno), Rosy Bindi ( Politiche per la Famiglia) e Paolo Ferrero (Solidarietà Sociale) chiedono al Ministro all’Economia Tommaso Padoa Schioppa di bloccare la restituzione del “bonus bebè” da parte delle famiglie di immigrati extracomunitari. Sono tremila gli stranieri che nella primavera 2005, formalmente invitati da una comunicazione del Ministero dell’Economia e dell’Inps, avevano ritirato il bonus da circa 1000 euro per figli nati in quell’anno. Gli stessi, solo poche settimane dopo erano stati invitati dall’Esecutivo Berlusconi alla "restituzione" del denaro, perché quella comunicazione era stata "un errore". Ora Amato, Bindi e Ferrero chiedono al Ministro all’Economia Padoa Schioppa di bloccare la restituzione di 1001,81 euro – con tanto di piccola sovrattassa – richieste dal precedente governo.

In una dichiarazione congiunta i tre Ministri sottolineano che “non vanno fatti pagare alle famiglie dei bambini immigrati, nati in Italia, gli errori e le scelte discriminanti provocati dalla demagogia del governo precedente". "Queste famiglie, molte delle quali vivono in condizioni economiche difficili – proseguono – non avevano chiesto nulla e non avevano avanzato pretese".
La proposta dei tre Ministri dell’Unione piace alle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli) che la “apprezzano e sostengono”. “Una soluzione giusta e di buon senso – commenta il Presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero –. Il segnale, cui dovranno certo seguire altri fatti, che finalmente si scommette sull’integrazione delle persone e delle famiglie immigrate”. “Le famiglie immigrate che nei mesi scorsi avevano impropriamente incassato i mille euro del Governo per i figli nati nel 2005, avrebbero dovuto restituire l’assegno ricevuto al ministero dell’Economia, con il rischio di compromettere la loro permanenza in Italia a seguito di eventuali conseguenze giudiziarie. Per questo le Acli – ricorda una nota – che avevano giudicato discriminatoria la norma che assegnava il bonus ai soli figli di italiani, avevano subito offerto la difesa legale del proprio Patronato agli immigrati coinvolti che ne avessero fatto richiesta”.
“L’iniziativa dei ministri – commenta Andrea Olivero – se troverà un riscontro positivo da parte del Ministro dell’Economia, provvederà a sanare una situazione paradossale oltre che ingiusta, con le famiglie di immigrati tratte in inganno dallo stesso Governo di allora che le invitava, tramite una lettera confidenziale firmata dal presidente del Consiglio, a ritirare il proprio bonus. Ma, soprattutto, questa decisione potrebbe costituire il segnale importante che finalmente in Italia si scommette sull’integrazione degli immigrati piuttosto che assecondare o alimentare un clima di insofferenza o di criminalizzazione nei loro confronti. Come Acli – sottolinea Olivero – lo abbiamo sempre detto, insieme alle tante associazioni, molte cattoliche, che si spendono per l’accoglienza di queste persone e delle loro famiglie: l’integrazione di quelli che saranno i futuri cittadini italiani avviene attraverso la parificazione dei diritti, oltre che dei doveri”. (Inform)

 

 

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