1706 CILE: Il record di Michelle Bachelet

20060708 16:37:00 webmaster

Notiziola nascosta: la popolarità della presidentessa cilena Michelle Bachelet, a quattro mesi dall’entrata in carica, cade già in picchiata.

di Gennaro Carotenuto

Quando entrò in carica come presidentessa costituzionale a Santiago del
Cile l’11 marzo, Michelle Bachelet aveva circa l’80% di approvazione e
poco più di zero di disapprovazione. Tutti sembravano orgogliosi della
presidenta. Ma il voto è una cosa e il consenso ben altra, soprattutto
quando si è promesso di fare delle cose pensando di fare (e facendo poi)
esattamente l’opposto. Se Bachelet, dopo tre giorni (3) da presidente
eletta con i voti degli elettori di sinistra, fa bastonare
selvaggiamente dai carabinieri, con metodi pinochetisti e tanto di
guanaco (il mitico idrante dei "pacos"), il popolo dei senzatetto, si
capisce subito dove vuole andare a parare.

E quindi, in aprile, l’indice di approvazione era già sceso al 62.1%
mentre quello di disapprovazione faceva capolino in doppia cifra,
all’11.5%. Passava un mese ed in maggio l’approvazione era scesa al
54.5% e la disapprovazione raddoppiava al 20.9%.

Arriviamo a giugno. Il mese nel quale centinaia di migliaia di studenti
medi (ma in minima parte gli universitari, una banda di privilegiati in
Cile) scendono in piazza per la prima volta da 33 anni reclamando cose
semplici ma essenziali. Vogliono il biglietto dell’autobus, poter
studiare in scuole pubbliche ridotte in macerie dal neoliberismo. La
presidenta, impegnata a comprare l’ultimo sottomarino da guerra,
risponde che "no se puede", fa una commissione, elude e tergiversa.

L’Adimark, la casa di sondaggi, anche in giugno ha effettuato il suo
sondaggio mensile. E non è più un caso che la presidenta continui a
perdere la stima di un cileno ogni 10 ogni mese che passa. Adesso è già
sotto il 50%. Oggi la approvano appena il 44.2% dei cileni, praticamente
la metà di quanti la approvassero l’11 marzo. Quelli che le si
dichiarano apertamente contrari sono già saliti al 34.8%, il triplo in
tre mesi. Un disastro, in democrazia. Un disastro, ma in democrazia, se
il Cile fosse una democrazia. Se il Cile fosse una vera democrazia e non
una oligarchia dove il potere e il consenso sono riservati a chi con il
conto in banca di papà si è preso un PhD a Chicago negli SU o a Lovanio
in Belgio.

Tranquilli dunque. La presidenta socialista non rischia nulla. Al più
potrebbe battere il record del suo omologo peruviano Alejandro Toledo,
che durante tutto il suo mandato girò intorno ad un indice di
approvazione del 10%. Bachelet ha una maggioranza blindatissima in
parlamento e la destra come ruota di scorta. E poi continua ad avere
l’approvazione di chi veramente conta nel paese, i grandi magazzini
Falabella, la destra economica, i PhD di cui sopra e Condoleeza Rice.
Soprattutto.

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