1695 La “tragedia dimenticata” di Dawson (USA – New Mexico)

20060705 18:16:00 webmaster

Si tratta del secondo più grave disastro minerario di emigrati italiani all’estero finalmente salvato dall’oblio grazie ad un progetto dell’Universià di Firenze in collaborazione con il Ministero degli Esteri.

Nell’estate del 2003 il Consolato Generale di Los Angeles, consapevole dell’importanza della ricerca documentale sul contributo italiano allo sviluppo degli Stati Uniti, ha avviato un progetto di cooperazione con il Professor Alessandro Trojani dell’Università di Firenze, per studiare dal punto di vista storico e antropologico l’avventura dell’immigrazione italiana nell’Ovest.

Il Professor Trojani negli anni scorsi aveva già rinvenuto interessanti documenti che gettano nuova luce sul ruolo degli esuli politici piemontesi, lombardi e toscani che, dopo l’infelice esito della prima guerra di indipendenza del 1848, parteciparono alla “corsa all’oro” sulla Sierra Nevada, fondando quelle che ora sono delle “ghost town” con nomi di eroi del Risorgimento. È stato poi scoperto il ruolo anche politico di questi esuli (i due cannoni della spedizione dei Mille furono acquistati dagli italiani di California). Nuovi, interessanti elementi sono emersi anche su aspetti meno noti della storia italiana a San Francisco, San Pedro, a Tucson in Arizona, a Los Angeles e nell’Inland Empire. I risultati della ricerca sono disponibili sul sito www.igrb.net .

Di recente il Professor Trojani ha allargato le sue ricerche al Nuovo Messico. E durante l’esplorazione di una zona molto remota nel nord dello Stato, al confine con il Colorado, egli si è imbattuto nella “ghost town” di Dawson, di cui nulla rimane se non il cimitero (l’insediamento urbano, sorto alla fine dell’800 nei pressi di una ricca miniera di carbone, fu completamento smantellato quando la miniera si esaurì, nel 1950). Nel visitare il cimitero si è reso conto che moltissime croci e lapidi riportano nomi di connazionali.

È emerso che nell’ottobre del 1913 si verificò un’esplosione che fece oltre 250 morti, di cui 146 immigrati italiani. Una seconda esplosione si verificò nel 1923, e i morti italiani furono una ventina.

“È indubbiamente una scoperta importante” ha sottolineato il Professor Trojani, “perchè la vicenda è pochissimo nota negli Stati Uniti (solo un piccolo sito web dedicato alle “ghost town” ne accenna, senza peraltro menzionare gli italiani) e del tutto sconosciuta in Italia”.

Eppure si tratta dell’incidente piu’ grave per perdite di vite umane tra i nostri emigrati, secondo solo a Monongah in West Virginia, e superiore alla stessa Marcinelle.

Una possibile spiegazione dell’oblio della tragedia di 93 anni fa è il fatto che Dawson è in un’area molto remota; inoltre è probabile che le famiglie italiane, dopo aver perso praticamente tutti gli uomini adulti (sono stati contati 11 morti di una sola famiglia periti nell’esplosione del 1913), si sono disperse nel resto del paese.

Per illustrare questo episodio finora sconosciuto della storia degli italiani all’estero, è stato aperto un sito web apposito sull’argomento (www.dawson.vps.it).

Inoltre, il 3 settembre prossimo (Labor Day), il console generale d’Italia a Los Angeles, Diego Brasioli, si recherà a Dawson, New Mexico, per deporre una placca commemorativa in onore dei connazionali morti nel disastro minerario. Sarà la prima volta in assoluto che un rappresentante ufficiale italiano renderà omaggio alle vittime.

“Spero” ha affermato il console Brasioli, “che gli organi di informazione italiani e statunitensi diano a questa scoperta il rilievo che merita, per onorare la memoria di questi italiani che coraggiosamente si avventurarno fin nelle aree più remote del Paese per contribuire a svilupparlo con il loro lavoro e sacrificio, purtroppo finora rimasto sottovalutato o addirittura, come nel caso di Dawson, sconosciuto”.

 

 

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