1742 Il Sottosegretario agli Esteri Donato Di Santo in Commissione Esteri della Camera

20060712 23:10:00 webmaster

Gli strumenti “per un concreto rilancio della nostra azione in America Latina”. Importante il ruolo delle comunità italiane
“Con i parlamentari italo-latinoamericani dialogo aperto e in piena sinergia con il lavoro del Vice Ministro Danieli”

ROMA – “La volontà del governo è di riprendere ed intensificare con slancio e originalità i rapporti con l’America Latina, un’area vasta e particolarmente significativa per l’Italia, il nostro ‘estremo occidente’”. Lo ha sottolineato il Sottosegretario agli Esteri Donato Di Santo – che ha la delega per l’America Latina – davanti alla Commissione Affari Esteri della Camera, in una audizione dell’11 luglio.
“L’attenzione del Parlamento a questa regione può essere decisiva per sviluppare insieme una fase nuova nei rapporti con l’America Latina ed i Caraibi, che rientra nel programma del Governo, come è stato preannunciato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri” ha ribadito Di Santo, ricordando la recente audizione di D’Alema davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato in seduta comune.
Di Santo è convinto che il nostro Paese “possa ritagliarsi un proprio ruolo”, intervenendo “con serietà, moderazione e spirito di reciprocità in diverse situazioni”, proponendosi di “accompagnare” percorsi già in atto, di “avviarne di nuovi” ricercando anche metodologie innovative “coerenti con gli impegni di contenimento finanziario”, di contribuire “a ridurre le tensioni che spesso si creano in presenza di dinamiche inedite”. Ad esempio, “favorire il nascere e l’evolversi di progetti di integrazione e cooperazione transfrontalieri può essere un valido contributo alla stabilizzazione istituzionale e democratica in diverse realtà latinoamericane e caraibiche”.
Di Santo non ha mancato di sottolineare “l’importante ruolo” degli italiani che vivono in America Latina e ha ricordato che la Farnesina “destina l’85% dei fondi dedicati all’assistenza delle nostre comunità proprio all’America Latina”. “Il dato – ha aggiunto – si presta a una duplice lettura: positiva, quale segno d’attenzione; negativa, perché indica l’esistenza di una comunità con componenti bisognose”. Il Sottosegretario ha inoltre menzionato i corsi di italiano “utili a mantenere il collegamento tra le collettività e il paese di origine”. “Si tratta di uno strumento di grande importanza ma che necessita di un aggiornamento” ha sottolineato. Rilevando anche che “con l’elezione diretta dei parlamentari eletti dagli italiani all’estero, si è determinata una positiva presenza –sia nella Camera dei Deputati che nel Senato della Repubblica- di rappresentanti “italo-latinoamericani”. Sarà mia cura – ha assicurato mantenere con loro un dialogo aperto, in piena sinergia con il lavoro del Vice Ministro Danieli”.
Parlando di strumenti a disposizione “per un concreto rilancio della nostra azione in America Latina” – sia “pur non nascondendo i nostri limiti, soprattutto in termini di risorse finanziarie, che devono tuttavia servire anche da stimolo per una forte innovazione delle metodologie e degli approcci di una nuova politica italiana orientata verso l’America Latina” – il Sottosegretario Di Santo ha citato l’Istituto Italo Latino Americano del quale ricorrono i 40 anni dalla fondazione e “il cui ruolo intendiamo rafforzare”. Di Santo ha informato la Commissione che “per rendere il più fattivo e concreto possibile il difficile sforzo che dovremo fare per trarre l’IILA dalla grave situazione finanziaria in cui è caduto”, D’Alema ha designato delegato del governo italiano nel Consiglio dei Delegati dell’Istituto il Sottosegretario Di Santo, che ha appunto la delega per l’America Latina.
Altro strumento è la Legge 6 febbraio 1992, n.180 che consente all’Italia di contribuire a programmi realizzati da organizzazioni internazionali, Stati esteri ed enti italiani e stranieri nei settori della pace, della sicurezza e della tutela dei diritti umani. Si tratta “di contributi molto limitati sul piano finanziario” ma Di Santo ha ricordato “le tante iniziative di carattere politico-umanitario (diritti umani, sminamento, eccetera) che abbiamo finanziato tramite l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) che hanno avuto ricadute positive per l’immagine del nostro Paese”.
“Un’importante carta da giocare” è poi l’ambito culturale, in quanto “si tratta di un settore nel quale, anche grazie alle affinità con l’America Latina, ma soprattutto in virtù del nostro straordinario patrimonio, abbiamo delle particolari opportunità, che possono rappresentare uno strumento catalizzatore per diversi settori di intervento”. La promozione di azioni in campo culturale “può essere vista infatti come un investimento strategico di capitale simbolico, capace di favorire conoscenze e scambi che possono tradursi, su tempi medio-lunghi, in azioni di sostegno concreto al sistema-Italia con la moltiplicazione di opportunità ed interscambi anche nel campo della cooperazione economica”.
“In particolare – ha sottolineato Di Santo – pensiamo alle seguenti priorità: insegnamento dell’italiano (compresa la formazione, anche a distanza, degli insegnanti), utilizzazione dello strumento televisivo (RAI International), promozione del cinema, del design, dell’arte contemporanea, di progetti di traduzione, eccetera”.
Il Sottosegretario ha evidenziato che con il MAE “che sta sviluppando una crescente capacità di coordinamento interdisciplinare”, andranno coinvolte “tutte le amministrazioni pubbliche interessate e anche la Società Dante Alighieri, oltre alla rete dei Direttori degli Istituti di Cultura”. In tale contesto, ha riferito, “si sta anche valutando il rilievo del settore della cooperazione scientifica ed universitaria, che va sostenuta anche nei confronti dell’America Latina”. Non solo, ma “il terreno della cooperazione scientifico-accademica può trasformarsi in un volano di reciproche utilità”. Di Santo ha anche ricordato che nel 2007 ricorreranno i 200 anni della nascita di Garibaldi: “un anniversario che può essere ricordato in molti Paesi dell’America Latina” e che può diventare “al di là delle circostanze celebrative pure importanti, la piattaforma per un rilancio di nuove politiche culturali”.
Riguardo all’ambito economico esso “può essere importante un ulteriore rafforzamento dell’azione dell’ICE, soprattutto in Brasile, dove invece il locale ufficio si sta ulteriormente riducendo, della SACE e della SIMEST”. In tale contesto Di Santo ha menzionato le rimesse degli emigranti, “risorsa per i paesi d’origine da utilizzare in modo economicamente più efficiente”. Le Banche di credito cooperativo potrebbero rivelarsi un “interessante strumento” in tale ambito. “Come Sistema-Paese –ha detto – non possiamo non presentarci con maggiore efficacia su quei mercati con il sostegno anche del riferimento costituito dalla nostre significative e ben inserite comunità, oltre che da un ricco patrimonio storico e culturale di rapporti e di scambi. In negativo pesano, invece – ha osservato – il ritirarsi di alcuni rilevanti gruppi nazionali e, soprattutto, dei nostri istituti di credito, che potrebbero invece svolgere un ruolo importante a sostegno della nostra piccola e media industria”.
In merito alla cooperazione allo sviluppo l’esponente del Governo rileva “come la limitatezza delle risorse non debba in alcun modo dare l’impressione di un “ritiro” o di un calo d’interesse italiano”. Di Santo si sta attivando proprio a tal fine in sinergia con il Vice Ministro Sentinelli. “Sarà quindi opportuno un segnale di continuata attenzione e migliore impiego dei fondi disponibili, valorizzando i programmi esistenti e l’impegno delle ONG e della cooperazione decentrata” ha osservato Di Santo suggerendo che si potrebbe esaminare la possibilità di un maggior ricorso a credito d’aiuto “avendo peraltro a mente le linee guida internazionali, i limiti dell’impiego dello strumento dei crediti d’aiuto nei confronti di Paesi HIPC (Highly Indebted Poor Country), per evitare il rischio di una loro deriva verso un indebitamento non sostenibile”.
Di Donato ha annunciato l’intenzione di avviare in autunno “forme di coordinamento interministeriale, allargando eventualmente le occasioni di consultazione a rappresentanti degli enti locali, del mondo economico e della società civile ed ispirandoci ad alcuni esempi di costruzione dei rapporti bilaterali recentemente sperimentati per altre realtà geografiche”. E per utilizzare al meglio le conoscenze della società civile italiana, avvalendosi anche della collaborazione degli istituti di ricerca e del mondo accademico, Di Santo ha chiesto al CeSPI, Centro Studi di Politica Internazionale, di predisporre alcuni Seminari di riflessione, di carattere informale: il primo di questi seminari si terrà il 14 luglio, presso l’IILA. (v. Inform n.135 del 10 luglio).
Inoltre, un’occasione per approfondire e valorizzare i nostri legami con i Paesi dell’area potranno anche essere le celebrazioni legate alla ricorrenza del 12 ottobre. L’insieme di queste occasioni di riflessione potrà portare alla definizione di un “Documento di strategia sull’azione italiana verso l’America Latina”. Documento che Di Santo presenterà entro fine 2006 o inizio 2007. Altra importante tappa: la III Conferenza Nazionale sull’America Latina prevista per l’autunno 2007. Di Santo ritiene opportuno si tenga a Roma. “Vorremmo valorizzare quanto fatto fino ad ora – ha spiegato – soprattutto nell’ambito del commercio e dell’economia, allargandolo ad altri aspetti quali il coinvolgimento della società civile, del mondo della cultura e dell’Università, delle comunità latinoamericane in Italia, delle principali istituzioni del paese e dei suoi rappresentanti parlamentari nazionali ed europei”.
In tale contesto rientrano anche le visite, “che sia il Ministro degli Esteri che io vorremmo compiere nella regione in misura maggiore rispetto al passato”. “Vorremmo così raggiungere – ha chiarito Di Santo- i livelli di altri paesi europei, rispondendo a una forte domanda di Italia alla quale negli ultimi anni si è potuta dare una risposta solo parziale”. Il Sottosegretario ha in previsione una articolata serie di contatti e incontri politici, a Roma e nell’area latino americana, “per contribuire a portare i rapporti complessivi Italia–America Latina a livelli che non abbiano più carattere episodico”. Al riguardo la sua prima missione sarà tra pochi giorni in Bolivia, Brasile e Perù. “Nel far ciò possiamo beneficiare, nella regione, di un “capitale” tutto italiano: da un lato, la presenza delle nostre importanti e attive collettività; dall’altro, la percezione , chiaramente diffusa in America Latina, dell’Italia quale Paese per sua natura “non invasivo”, pronto ad ascoltare, disponibile al dialogo politico e portatore di minori condizionalità rispetto ad altri”.
Di Santo ha ricordato poi “il ritorno politico della nostra accentuata azione di sostegno in ambito comunitario, in particolare all’interno del negoziato UE-Mercosud, portatori come siamo di minori diffidenze e restrizioni, a partire dal settore agricolo, rispetto ad altri partner comunitari”.
Con i Paesi dell’America Latina l’Italia può infine sviluppare anche una cooperazione su importati temi politici: lotta al narco-traffico e terrorismo internazionale; diritti umani e democrazia; riduzione delle armi di distruzione di massa; riforma dell’ONU e del Consiglio di Sicurezza. (S.P.-Eminotizie)

 

 

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