1724 IRAQ LIBERO: Il bollettino dei COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO

20060708 17:58:00 webmaster

Bollettino del 5 luglio 2006
http://www.iraqiresistance.info
iraqlibero@email.it

Questo bollettino contiene:
1. BASTA CON LE MISSIONI DI GUERRA!
2. «UNA SCONFITTA PER LA SINISTRA E I PACIFISTI» – Intervista di Giorgio Cremaschi della Fiom
3. ADESSO E’ ORA, VOGLIAMO ASCOLTARE LA RESISTENZA! – Lettera a D’Alema
4. ELENCO DEI NUOVI FIRMATARI AL 4 LUGLIO
5. UN GOVERNO AL SERVIZIO DELLA COLONIZZAZIONE – Il giudizio dell’Alleanza Patriottica sul nuovo governo iracheno

BASTA CON LE MISSIONI DI GUERRA!

E’ stata questa la parola d’ordine del presidio davanti a Palazzo Chigi che si è tenuto la settimana scorsa. Ma mentre il governo conferma la partecipazione italiana alla guerra infinita di Bush – cos’altro sono le cosiddette “missioni all’estero” delle forze armate italiane? – la sinistra che si vorrebbe alternativa balbetta e approva.

Ieri, davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato, il ministro Parisi ha confermato, con un certa arroganza, che l’Italia di Prodi resta in Afghanistan come e più di Berlusconi. Del resto non c’erano dubbi, questa è la politica dell’Unione: è inutile che gli unionisti di sinistra (vedi le dichiarazioni di Russo Spena e Migliore) continuino a raccontare la favola della “riduzione del danno”.

A proposito, ma costoro non erano “contro la guerra senza sé e senza ma”?

La verità è che la politica estera italiana non è affatto cambiata con le elezioni del 9 aprile. Lo stesso ritiro dall’Iraq avverrà esattamente secondo lo stesso calendario preannunciato da tempo da Berlusconi e concordato con Bush e Blair. Altro che discontinuità!

Ma poiché le esigenze politiche e militari dell’impero cambiano e si evolvono nel tempo, ecco che l’Italia del centrosinistra decide addirittura di raddoppiare i soldi stanziati per “Enduring Freedom” e di inviare altre navi nell’Oceano Indiano. Davvero una bella discontinuità ed un chiaro esempio di “riduzione del danno”!

****************

“Dobbiamo prendere atto che la sinistra radicale sull’Afghanistan non ha ottenuto nulla, che nel centrosinistra l’idea dell’interventismo democratico ha un’egemonia totale. E che il movimento pacifista ha perso la prima sfida di autonomia dal governo e per questo è in profonda crisi”.

Questa non è una nostra affermazione, è invece la significativa apertura dell’intervista di Giorgio Cremaschi della Fiom, uscita sul Manifesto del 2 luglio e che pubblichiamo di seguito.

dal Manifesto del 2 luglio 2006

<>

Giorgio Cremaschi della Fiom: la linea dell’interventismo democratico ha un’egemonia totale nell’Unione. Il movimento è in crisi.

di Angelo Mastrandrea

“Dobbiamo prendere atto che la sinistra radicale sull’Afghanistan non ha ottenuto nulla, che nel centrosinistra l’idea dell’interventismo democratico ha un’egemonia totale. E che il movimento pacifista ha perso la prima sfida di autonomia dal governo e per questo è in profonda crisi”. Giorgio Cremaschi non fa mistero di sentirsi in queste ore più vicino a Casarini che a gran parte del Prc, negli ultimi anni spesso compagni di viaggio. “Penso che abbia colto la sostanza della questione Afghanistan”, dice il sindacalista della Fiom riferendosi all’intervista al leader disobbediente comparsa sul manifesto di ieri.

Cosa vuol dire?

Che siamo tornati ai tempi del Kosovo.

Però ce ne andiamo dall’Iraq.

E’ evidente che qualcosa è cambiato: è stata sconfitta la linea delle guerre unilaterali alla Bush ed è tornato in campo l’interventismo democratico. Ma è bene ricordare che durante il governo delle destre hanno coesistito due culture. La prima che combatteva il centrodestra in nome del ritorno al multilateralismo. La seconda è invece quella del pacifismo radicale. Finché c’era Bwerlusconi questi due modi di pensare stavano insieme. Oggi si ridividono.

Perché?

Perché è finito un percorso comune. Sia chiaro, il ritiro dall’Iraq è un successo di tutti. Ma con il decreto sull’Afghanistan si torna al concetto che una guerra in condizioni di maggior consenso internazionale si può fare. E a me pare che la posizione pacifista viene definitivamente cancellata.

Comunque, le sinistre radicali hanno impedito che venissero inviati in Afghanistan i caccia Amx.

Il punto è che laggiù la guerra continua e basta. E il fatto che l’Italia non mandi gli Amx non è decisivo. Se non li inviamo noi lo faranno altri della coalizione, e se noi finiamo a fare la guardia agli aeroporti non è che lo scenario bellico si modifica. La sostanza non cambia: l’Italia continua a partecipare attivamente a una missione Nato e alla Enduring freedom. Per cui diciamolo con chiarezza: abbiamo detto no all’Iraq e sì a una continuità con il Kosovo.

Dunque dà ragione ai 7 senatori <>.

Mi chiedo: è possibile un’altra posizione nella maggioranza? La risposta è no, perché non è possibile nessun compromesso quando si dice, come ha fatto il ministro Parisi, o votate il decreto o cade il governo. Il ritiro dall’Iraq non era un compromesso ma un punto comune. Sull’Afghanistan assistiamo invece a una chiusura totale.

Il Prc e una parte del movimento pacifista parlano di <>.

Quando c’era il centrodestra al governo, il movimento pacifista non ha avuto dubbi sull’Afghanistan. Se ci fossero stati, capirei le incertezze di oggi. Invece ora, di fronte alla minaccia di far cadere Prodi, accetta la logica del meno peggio. Ciò vuol dire che il problema non è il merito della questione ma il governo. La verità è che sull’Afghanistan non si è ottenuto nulla e il movimento non ha retto alla prima prova di autonomia rispetto al governo. Di questo bisogna discutere, e mi piacerebbe prima del voto. E’ inutile usare slogan reciproci. Bisogna riconoscere che siamo di fronte a una crisi vera.

****************

ADESSO E’ ORA
VOGLIAMO ASCOLTARE LA RESISTENZA!

FIRMA SUBITO LA LETTERA-APPELLO A D’ALEMA

AFFINCHE’ SIANO CONCESSI I VISTI A
IRACHENI E PALESTINESI

DIFFONDI IL TESTO CON OGNI MEZZO!
Invia le firme a vistiora@email.it

Nel 2005 il governo Berlusconi impedì il regolare svolgimento della Conferenza Internazionale “Per una pace giusta in Iraq”.

Ad un anno di distanza le ragioni della Conferenza sono rimaste immutate, mentre la sua importanza è addirittura cresciuta.

L’occupazione continua e con essa continuano le brutalità di ogni tipo: bombardamenti aerei, stragi di civili, arresti di massa, torture. La stessa occupazione brutale, la stessa negazione di ogni diritto la ritroviamo in Palestina.

Per questi motivi abbiamo deciso di riconvocare, col titolo “Per una pace giusta in Iraq e in Palestina”, la Conferenza Internazionale che avrebbe dovuto tenersi nell’autunno scorso a Chianciano Terme.

Vogliamo la Conferenza Internazionale per dare voce a chi si batte per la libertà del popolo iracheno, per il riconoscimento politico della Resistenza, per riunire i suoi rappresentanti e quelli degli altri popoli del Medio Oriente in lotta con le forze del movimento contro la guerra e la globalizzazione.

Una conferenza per dare voce ai legittimi rappresentanti palestinesi, per la fine dell’embargo imposto da Israele, Usa ed Unione Europea nei confronti del governo uscito dalle elezioni del gennaio scorso; un embargo affamatorio che (come fu in Iraq dopo il 1991) colpisce crudelmente l’intero popolo palestinese.

Affinché la Conferenza possa svolgersi regolarmente è necessario superare lo scoglio dei visti, un anno fa negati da Fini.

Chiediamo perciò a tutti coloro che condividono lo spirito e gli scopi della Conferenza, a chi avverte la necessità di impedire che vengano nuovamente calpestati i più elementari diritti democratici, di dare vita ad una vasta campagna di raccolta di firme sul testo che pubblichiamo di seguito.

A tutti chiediamo la firma e la massima diffusione, nei siti internet, attraverso le mailing list, eccetera. Questa è una battaglia che appartiene a tutto il movimento contro la guerra, mobilitiamoci da subito!

LETTERA A MASSIMO D’ALEMA

Al Ministro degli Esteri

On. Massimo D’Alema

Ella sarà certamente venuto a conoscenza che nell’ottobre scorso, a Chianciano Terme, avrebbe dovuto tenersi una Conferenza internazionale “PER UNA PACE GIUSTA IN IRAQ”.

Saprà che detta Conferenza dovette essere annullata dai promotori a causa della gravissima decisione dell’allora Ministro degli Esteri G. Fini di non concedere i visti ai rappresentanti della società civile e della resistenza irachena all’uopo invitati.

Lo stesso Ministro degli Esteri negò addirittura il visto anche ad Haj Ali, l’uomo incappucciato dai carcerieri, diventato in tutto il mondo simbolo dei torturati nella prigione di Abu Ghraib. Con questi atti vennero calpestati non solo i diritti democratici, ma anche i più elementari diritti umani che pure a parole tutti riconoscono.

A fronte di queste decisioni molti furono gli appelli e le proteste in Italia ed all’estero. Tra questi ricordiamo la lettera di 41 parlamentari appartenenti a diverse forze politiche, inviata al ministro Fini nel novembre scorso. In quella lettera i suddetti parlamentari giudicando “immotivata la linea seguita dal Ministero”, chiedevano che venisse garantito l’ingresso agli esponenti iracheni.

Le medesime associazioni di solidarietà coi popoli arabi – tenuto conto della mutata situazione politica del nostro paese, frutto anche della volontà di pace della maggioranza degli italiani -, hanno deciso di riconvocare, col titolo “Per una pace giusta in Iraq e Palestina”, la Conferenza Internazionale che avrebbe dovuto tenersi nell’autunno scorso a Chianciano Terme. Importanti personalità irachene, rappresentative dell’ampio fronte di forze che si oppongono all’occupazione del loro paese, nonché alcuni dei legittimi rappresentanti del popolo palestinese, hanno espresso la loro disponibilità a prendere parte all’incontro, nella speranza che non debbano subire l’umiliante trattamento loro riservato dal governo Berlusconi.

La pace potrà scaturire soltanto dal dialogo. La Conferenza Internazionale sarà un’occasione utile affinché questo dialogo possa svilupparsi, contribuendo alla ricerca di una pace giusta in Iraq ed in Palestina, nel rispetto del diritto all’autodeterminazione dei popoli.

I sottoscritti, considerati l’alto valore della suddetta Conferenza sia sotto il profilo politico che quello del rispetto dei vincoli del nostro dettato Costituzionale, vista la conclamata necessità di gesti che segnino una forte e netta discontinuità rispetto alla politica estera perseguita dal precedente Esecutivo, chiedono quindi a Lei e al governo, affinché la suddetta Conferenza possa svolgersi regolarmente, di garantire il rilascio dei necessari visti d’ingresso alle personalità politiche invitate in Italia.

Primi firmatari:

– Falco Accame – ex Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati

– Giovanni Bacciardi – Docente universitario, Firenze

– Marino Badiale – Professore di matematica, Università di Torino

– Aldo Bernardini – Docente di Diritto internazionale, Università di Teramo

– Massimo Bontempelli – Filosofo, Pisa

– Vainer Burani – Avvocato, Reggio Emilia

– Pino Cacucci – Scrittore

– Franco Cardini – Istituto Studi Umanistici, Firenze

– John Catalinotto – International Action Centre, Usa

– Andrea Catone – Insegnante, Bari

– Luigi Cortesi – Professore emerito università “l’Orientale”, Napoli

– Giorgio Forti – Ordinario Università Statale di Milano e socio Accademia Lincei

– Giovanni Franzoni – Animatore di Comunità Cristiane di Base

– Piero Fumarola – Docente di Sociologia delle Religioni, Università di Lecce

– Don Andrea Gallo – Comunità San Benedetto al Porto, Genova

– Umberto Gay – Giornalista Radio Popolare, Milano

– Roberto Giammanco – Scrittore e americanista

– Ugo Giannangeli – Avvocato, Milano

– Giulio Girardi – Filosofo e teologo della Liberazione

– Massimo Grandi – Docente universitario, Firenze

– Margherita Hack – Astrofisica

– Alessandra Kersevan – Ricercatrice storica

– Gianfranco La Grassa – Economista

– Raniero La Valle – già Parlamentare

– Domenico Losurdo – Filosofo, Università di Urbino

– Roberto Massari – Editore

– Noori al Moradi – Agronomo, Università di Malmö e rappresentante del Partito Comunista Iracheno “al Kader”

– Carlo Oliva – Pubblicista

– Jean Pierre Page – Comitato francese della Prima Conferenza Internazionale per il sostegno della Resistenza del popolo iracheno

– Giuseppe Pelazza – Avvocato, Milano

– Nuccia Pelazza – Insegnante, Milano

– Nico Perrone – Docente Storia dell’America, Università di Bari

– Hamza Roberto Piccardo – Editore e portavoce del Consiglio direttivo dell’UCOII

– Costanzo Preve – Filosofo, Torino

– Edoardo Sanguineti – Poeta e docente di Letteratura italiana, Università di Genova

– Fausto Schiavetto – Università di Padova

– Gabriella Solaro – Responsabile Archivio Storico INSMLI (Ist. naz. per la storia del Movimento di Liberazione in Italia)

– Carlos Varea – Coordinatore Campagna Spagnola contro l’Occupazione e per la Sovranità dell’Iraq

– Gianni Vattimo – Filosofo ed ex parlamentare europeo

****************

ELENCO DEI NUOVI FIRMATARI

Per ragioni di spazio non possiamo pubblicare l’elenco completo dei firmatari che è comunque consultabile all’indirizzo http://www.iraqiresistance.info/index.php?l=it

Pubblichiamo perciò soltanto l’elenco delle ultime adesioni pervenuteci dal 25 giugno al 4 luglio 2006.

Nuove adesioni dall’Italia al 4 luglio 2006:

– Luca Baldelli – Consigliere provinciale Prc, Perugia

– Giulio Aresta – Segretario cittadino Pdci Lecce

– Francesco Basile – Movimento per la costituente del Partito Comunista dei Lavoratori

– Claudia Assirelli – per Associazione Traduttori per la Pace

– Matteo Brumini – Agente di commercio

– Dafer Mbarek – Associazione Comunità islamica Pesaro e Urbino

– Giampaolo Cufino – Impiegato, Roma

– Marco Sacchi – Milano

– Yuri Borgianni – Consigliere comunale Prc, Poggibonsi (SI)

– Paola Cecchi – Psicopedagogista, Firenze

– Enrico Sodacci – Impiegato, Perugia

– Mariano Mingarelli – Associazione di Amicizia Italo Palestinese onlus di Firenze

– Sud Pontino Social Forum

– Silvano Caminato – Operaio, Padova

– Elvio Arancio – Presidente Centro studi europeo Ibn Sina, Torino

– Francesco Scirè – Studente e segretario circolo Giovani Comunisti “Ottobre Rosso” di Pistoia

– Maurizio Tognaccini – Studente, Movimento costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori

– Guido Agresti – Studente

– Paolo Vannucci – Operaio, segretario circolo Prc di Tobbiana (PT)

– Radi Pagani

– Alessia Michetti – Roma

– Michael Leonardi – Insegnante e scrittore, Roma

– Ettore Massaro – Avezzano (Aq)

– Gerd Lombardi Ballerino, cantante, regista di film

– Jacopo Proietti – Studente, Roma

– Davide Zambon – Venezia

– Attilio Zinelli – Camignone, Brescia

– Giuseppe Lippi – Chirurgo, Firenze

– Adolfo Amoroso – Insegnante

– Andrea Spinetti

– Roberto Capizzi – Coordinamento federale Giovani Comunisti Enna

– Dorian Soru – Psicologo

– Simone Esposito – Pistoia

– Wilma Beccaro – Pistoia

– Alessandra Pastore – Pistoia

– Giuseppe Manfré – Quarrata (PT)

– Duccio Soldani – Pistoia

– Dyego Simoni – Pistoia

– Libero Galligani – Pistoia

– Arianna Rafanelli – Pistoia

– Simona Barni – Pistoia

– Mauro Ghignoni – Veterinario e cooperante

– Mirco Panizzi – Genova

– Carlo Grassi – Medico, Lucca

– Ivano Porrino – Vigliano Biellese

– Oronzo Mario Schena – Rappresentante Rdb – CSA Brindisi

– Francesco Casaccio – Informatico, Caserta

– Floriana Balducci – Insegnante, Lucca

– Massimo Quinzi

– Mario Bonica – Scrittore e animatore culturale

– Concetta Rovere – Scenografa

Firme raccolte a Lecce

– Anna Valenzo – Docente di Lettere

– Sergio Verrienti – Docente di Lettere

– Luciano Grazioso – Studente universitario

– Roberto Rizzo – Insegnante

– Mariangela Conte – Impiegata

– Carlo Storace – Pensionato

– Ilaria Storace – Pensionata

– Giovanni Simonetti – Studente

– Franco Tamburretto – Cancelliere

– Enzo Padula – Commerciante

– Viviana Zambrini – Segretaria

– Cosima Bonfrate – Medico

– Salvatore Perrone – Impiegato

– Brisipa Rakipi – Studentessa

– Adriano Liaci – Insegnante

– Luigi Zitano – Studente

– Marcella Morbidi – Insegnante

– Movsa Tarek – Operaio

– Rosaria Baglivo – Casalinga

– Pasquale Liaci – Pensionato

– Aurelia Maci – Casalinga

– Debora Chiarelli – Studentessa

– Silvia Onesti – Insegnante

– Consalvo Dedonno – Impiegato

– Angelo Guerrieri – Disoccupato

– Massimiliano D’Ambrosio – Studentessa

– Letizia Abbracciamento – Studentessa

– Carmine Dell’Aglio – Studente

– Mariella Di Leveranno – Casalinga

– Franco Rizzo – Impiegato

– Giuliana Rollo – Studentessa

– Bimana Cacchione – Studentessa

– Stefano Cortese – Studente

– Luigi Cinquepalmi – Commerciante

– Lenny Stenma – Studente

– Stefania Semeraro – Studentessa

– Alberto Favia – Impiegato

– Marta Scarafice – Impiegata

– Luciana Salerno – Impiegata

– Giuseppe Cosma – Impiegato

– Anita Stanca – Informaticienne

– Gino Ferruccio – Pensionato

– Innocenzo Grazioso – Professore

– Anna Francesca Romanello – Lavoratrice dipendente

– Arturo Storace – Pensionato

– Rosario Attanasio – Operaio

– Filippo Matera – Medico

– Marcello Resta – Archivista

– Maria Grazia Sambuca – Consulente

– Raffaella Zamboni – Educatrice

– Maurizio Festa – Dirigente

– Anna Maria Greco – Casalinga

– Barcoletta Longo – Studente

– Francesco Morello – Studente

– Marina Indaccole – Volontaria S.C.

– Tiziana Ruggiero – Studentessa

– Giuseppe Semeraro – Impiegato

– Angela Stoppello – Impiegata

– Alessandro Stomeo – Avvocato

– Luisa Arciprete – Disoccupata

– Giovanni Cavro – Citologo

– Sandra Giammarruto – Studentessa

– Monica Greco – Impiegata

– Vito Caretto – Operaio

– Maksymilian Vullioniat – ex Soldato

– Dario De Luca – Studente

– Stefano Ciurlia – Studente

– Luca Valentini – Studente

– Viviana Arturo – Impiegata

– Bower Curdo – Studente

– Dario Malorgio – Impiegato

– Luca Mancini – Infermiere

– Eleonora Durante – Studentessa

– Antonella Bleue – Studentessa

– Mbaye Modu – Ambulante

– Giuseppe Greco – Insegnante

– Geremia saracino – Casalinga

– Veneto De Carlo – professionale

– Patrizia Quaiato – Impiegata

– Cosimo Tolomeo – Commercialista

– Stefania Milo – Studentessa

– Diego Sirsi – Studente

– Roberto Paladini – Studente

– Vincenzo Marotta – Manutentore

– Valerio Polimero – Viaggiatore

– Cristina Frigo – Operatrice turistica

– Sabrina De Vita – Casalinga

– Andrea Pascali – Impiegato

– Rossano Lina – Impiegato

– Francesco Margotta – Bracciante agricolo

– Francesca Mastruzzo – Studentessa

– Liliana Perrone – Studentessa

– Guido Maria Addolorata – Casalinga

Nuove adesioni dall’estero al 4 luglio 2006:

– Jan Myrdal – Scrittore, Svezia

– Salah al Mukthar – Scrittore e Presidente Organization of Friendship, Peace and Solidarity in Iraq

– Charlotte Kates – New Jersey Solidarity, attivista per la liberazione della Palestina

– Sven Tarp – Segretario internazionale DKP/ML

– Asa Henriksoon – Free Iraq Commitee, Malmoe, Svezia

– Hasséne Kassar – Università di Tunisi, Comitato di Solidarietà Irak-Palestina

– Chérifa Lakhoua – Università di Tunisi, Comitato di Solidarietà Irak-Palestina

– Mohammed Hazzouri

– Abdul Ila Albayaty

– Keyro Benham – Professore di Relazioni internazionali, Francia

– Ahmed Chahine – Scrittore, Siria

– Elisabeth Gschaider

– Adel Samara

– Peter Nilsson – Metalmeccanico, Svezia

– Butheina Al Nasiri – Scrittrice, Iraq

– Benjamin Merhav – Melbourne, Australia

– Said Zulficar – Network for Colonial Freedom

– Shaykha Maulani Aeisha Muhammad – Membro del clero islamico

– Sarah Ringler

– Herbert Richards

– Doris Krukenberg

– Amina al Akhras – Striscia di Gaza, Palestina

– Winnie Eldrup – Copenaghen

– Rafael Pla-Lopez – Università di Valencia

– Jagat Thoudam – Manipur

– Peter Urban – per International Republican Socialist Network

– Mohammad Basirul Haq Sinha – Presidente We The People United Bangladesh

– Rashid Benissa – Professore universitario

– Malgorzata Swiatek – Attac Mazowsze, Polonia

– Adrian Appley

– Joachim Guilliard – Giornalista, Movimento contro la guerra, Germania

– Fadi Amiren – Giordania

– Ribah Jafer – Medico, Vancouver, Canada

– Ioan Stoica

– Anis Balafres – Ingegnere, Marocco

– Tullon Touriya – Insegnante, Nimes (Francia)

– Sada el Ghayate – Marocco

– Clément Dousset

– Ginette Hess Skandram – Giornalista indipendente, Parigi

– Ahmat Yacoub – Direttore del giornale Alwihda, Consigliere del segretario generale del Fronte Nazionale del Ciad rinnovato

– Marcia Visanji

– Fatima Visanji Speight

– Hassan Speight

– Sajad Speight

– Graham Summers

– Gianluca Di Giacinto

– Frank Johannesen – Danimarca

– Stelios Agoutoglu – KKE-ml, Grecia

– Manolis Arkolakis – KKE-ml, Grecia

– John Mathews

– Paola Battipede – Vienna

– Guerry Hoddersen – Segretario internazionale Freedom Socialist Party, sezione USA

– Alison Thorne – Coordinatore Comitato esecutivo Freedom Socialist Party International

– Jeus Perez Castellanos – Docente di Scienze sociali, Guadalajara, Messico

Aggiungi la tua firma scrivendo a vistiora@email.it

****************

Un governo al servizio della colonizzazione

Il giudizio dell’Alleanza Patriottica sul nuovo governo iracheno

Anche se la saggezza ci impedisce di colpire un morto, considerando ciò un delitto morale e umano, vogliamo ritornare sullo stesso argomento che abbiamo sempre denunciato: cioè il fatto che il colonizzatore americano ha messo in piedi un’istituzione che consacra i suoi interessi, basandosi sull’esperienza imperialista e sionista.

Un’esperienza conosciuta sotto Paul Bremer e Noah Friedman, e su alcune pedine politiche originarie dell’Iraq (almeno come nazionalità), sostenute dai raccomandati che sono seduti nei loro ministeri.
E se prendiamo in considerazione i concetti politici, che riconoscono il governo come il rappresentante fondamentale della sovranità (uno dei tre principi fondamentali dello Stato), ci
rendiamo conto che lo «stato iracheno» è privo di qualunque significato pratico.
L’Iraq oggi è in pratica frammentato, con un protettorato a nord sotto la presidenza di Massoud BARZANI, che adotta la visione sionista e che modella i caratteri dell’Iraq del futuro seguendo lo schema del progetto di Grande Medio Oriente; con zone a sud sotto il controllo dei servizi segreti persiani e delle loro milizie; con un centro sotto il potere di Jawad NOURI, promotore della guerra civile ed eroe dell’assassinio dei cittadini arabi accusati di essere baathisti. Gli atti criminali di quest’ultimo, come già avveniva sotto il suo predecessore JAAFARI, sono resi possibili grazie alla presenza di 150 mila soldati occidentali e di un sofisticatissimo apparato militare.

Se adoperiamo un riferimento normativo per definire in maniera obiettiva la natura della costituzione ministeriale, si vedrà come i capi confessionali siano arrivati assieme alle truppe coloniali americano-britanniche, come la loro missione sia stata agevolata dai sistemi politici arabi commissionari e da un regime confessionale sedicente islamico e pervaso da odio nazionale nutrito da un modo di pensare complottistico.

Si è già analizzata la loro prospettiva politica, che pretende di combattere il "terrorismo", la connotazione che danno alla lotta patriottica irachena; un metodo che hanno adottato per soddisfare il loro padrone americano e per aggirare la crisi politica in cui si dibattono.
La loro strategia mira a minimizzare i costi per il colonizzatore, giocando il ruolo di tampone che riceve per interposta persona i dolorosi colpi degli eroi della lotta patriottica irachena, e a frammentare l’Iraq.

E se guardiamo in maniera più dettagliata la struttura del governo, nonostante la sua scarsa presenza nella società irachena, il sostegno che porta ai criminali e ai ladri delle ricchezze dell’Iraq, e il suo carattere dominante religioso, possiamo dedurre le percentuali confessionali esatte delle componenti religiose ed etniche della società irachena, la base
fondamentale del governo sotto l’egemonia coloniale. In effetti, il colonizzatore ha previsto il 50% per i mercenari che pretendono di rappresentare gli sciiti dell’Iraq, il 17% per la lista che si chiama concordia, che dice di rappresentare gli sciiti, il 17% per la componente separatista filosionista che ha anche un altro governo proprio costituito nel nord dell’Iraq, e il 16% per le rimanenti componenti religiose e nazionali irachene.
La questione che si pone allora è la seguente: qual è il gruppo che rappresenta questi separatisti…?

Malgrado il fatto che essi abbiano avuto nel nuovo governo dei ministri di cui gli imperialisti hanno bisogno, senza dimenticare che il loro principale rappresentante ha avuto l’incarico di Presidente e la sua dichiarazione con cui si è rifiutato di sciogliere le proprie milizie che hanno commesso crimini sul conto della parte curda del popolo iracheno; le percentuali appena citate sono rimaste uguali, per caso…!?, dopo il congresso "patriottico" di Vienna presieduto dall’agente internazionale Ahmed AL-JALABI (che aveva ottenuto appena 600 voti elettorali sull’insieme di diversi milioni di voti elettorali iracheni, nonostante i brogli!) e sostenuto finanziariamente e politicamente dalla CIA. Ci vuole forse un grande sforzo per capire la direzione e l’esito di questo processo politico, o occorre forse una conoscenza politica approfondita per dire che chi ne trae profitto sono i neoconservatori americani, l’AIPAC e lo stato sionista?

È nostro scopo arrivare a conoscere i retroscena politici e le logiche delle cose: parole come "unione patriottica", "l’elogio di certe componenti confessionali", "porre fine al caos nelle questioni di sicurezza" e "l’eliminazione di tutte le milizie" e molte altre sono i motti dei diversi ministeri che sono lì per proteggere gli interessi del colonizzatore americano. Zilmai Khalil ZADA, l´ambasciatore degli USA a Baghdad, è uno dei rappresentanti che ha più influenza nella situazione politica irachena. Si può notarlo facilmente se si vedono i risultati elettorali, che hanno mostrato come una lista abbia avuto una maggioranza tale da permetterle certamente di costituire il governo, ma la volontà del regime coloniale ha vinto sui risultati cosiddetti democratici, e la struttura ministeriale è stata totalmente cambiata…!

La voce del nostro popolo e la sua scelta strategica per ottenere l’indipendenza diventano sempre più chiare, si tratta del cammino della lotta patriottica generale. Le dichiarazioni politiche del colonizzatore e dei suoi collaboratori sono abortite, e i fatti sul terreno annunciano la loro attesa sconfitta. Il nostro popolo ha conosciuto molti tipi di dibattiti politici improduttivi, ma il voto espresso dal sangue dei martiri e dai grandi sacrifici finirà certamente per vincere: l’Iraq rimane e la colonizzazione finirà.

Alleanza Patriottica Irachena

Giugno 2006

http://www.iraqiresistance.info

 

 

1724-iraq-libero-il-bollettino-dei-comitati-per-la-resistenza-del-popolo-iracheno

2509

2006-2

Views: 10

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.