1714 Alla Farnesina “Sfide e opportunità per la cooperazione euro-africana”

20060708 17:20:00 webmaster

Sentinelli: "Rendere compatibile e coerente il rapporto fra migrazione e gli obiettivi fondamentali assunti a livello internazionale, come la tutela dei diritti umani"
Deodato: "Gestire le migrazioni partendo dalla centralità della persona e dei suoi diritti"

ROMA – Per cercare di comprendere quanto la cooperazione possa positivamente incidere sulla gestione dei fenomeni migratori ha preso il via alla Farnesina la conferenza internazionale "Migrazioni e sviluppo. Sfide e opportunità per le relazioni euro-africane". L’incontro, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stato organizzato dal Centro studi di politica internazionale (Cespi) e dalla Society for international development (Sid) in collaborazione con la Direzione Generale del Mae per la Cooperazione allo Sviluppo.
L’incontro si è aperto con l’indirizzo di saluto di Patrizia Sentinelli, Vice Ministra degli Affari Esteri per la Cooperazione allo Sviluppo e per i Paesi dell’Africa subsahariana. "Di fronte al fenomeno migratorio – ha affermato la Sentinelli – non possiamo dichiararci indifferenti, né possiamo controllarlo". Vi è comunque la necessità di affrontare la questione migratoria attraverso strade più feconde che consentano di superare una visione dell’immigrazione basata sulla paura e sui soli problemi della sicurezza. La Sentinelli ha inoltre evidenziato come la sfida futura della cooperazione internazionale vada ricercata nella costruzione di un aiuto allo sviluppo paritario, sostenibile da tutti e condiviso dai Paesi beneficiari. "La cooperazione – ha detto ricordando anche come troppo spesso si parli dell’Africa come di un continente marginale da aiutare in modo subalterno – deve rendere compatibile e coerente il rapporto fra migrazione e gli obiettivi fondamentali assunti a livello internazionale, come la tutela dei diritti umani, sociali, civili ed ambientali. Un aspetto, quest’ultimo, che non è stato tenuto in adeguata considerazione. Mi auguro – ha concluso la Sentinelli – che in futuro possano essere intensificati i rapporti con le istituzioni parlamentari africane. Un punto importante che favorisce il rafforzamento della democrazia in questo continente".
Umberto Ranieri, Presidente della Commissione Esteri della Camera, ha letto, sottolineandone la puntualità e la concretezza, il messaggio di buon lavoro inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Collegare sviluppo e migrazioni con riferimento all’Africa – scrive il Capo dello Stato – vuol dire affrontare una delle sfide più complesse e drammatiche del nostro tempo. Una sfida che potrà essere vinta se la comunità internazionale darà attuazione agli impegni di cooperazione e di aiuto assunti in più occasioni. L’Africa non è un continente alla deriva- prosegue Napolitano pur ricordando che la diffusa povertà di questo continente alimenta i flussi migratori – e sta rinnovando la sua identità e il suo ruolo nella nuova geopolitica delle relazioni internazionali". Il messaggio spiega inoltre come ogni migliore conoscenza del fenomeno migratorio possa aiutare la scelta di politiche di gestione sostenibili, volte alla creazione di una reale alternativa alla migrazione verso i paesi del nord, da realizzarsi attraverso il coinvolgimento dell’Italia, dell’Europa e dei paesi africani. Uno sforzo collegiale, basato sulla libera programmazione delle strategie di sviluppo dei paesi africani e sulla cancellazione del debito da parte delle nazioni più industrializzate. Il Presidente della Repubblica ha infine ricordato l’importanza della Conferenza Euro-Africana sulle migrazioni che si terrà l’11 ed il 12 luglio a Rabat in Marocco.
Dell’appuntamento di Rabat ha parlato anche Ferruccio Pastore, coordinatore scientifico del progetto sulla gestione dei flussi migratori africani realizzato dal Cespi e dal Sid, che ha inoltre evidenziato i limiti dell’attuale strategia difensiva adottata dall’Europa nei confronti dei flussi migratori africani. Il 67% degli irregolari non sbarcano infatti sulle spiagge ma sono stranieri che scelgono la clandestinità dopo la scadenza dei permessi di soggiorno. In ogni caso, secondo Pastore, il continente africano rappresenta per la cooperazione italiana una sfida, una scossa e una vera e propria missione. Nouzha Chekrouni, Ministro per le comunità marocchine residenti all’estero, ha sottolineato la necessità di affrontare il fenomeno migratorio attraverso un dialogo regionale che coinvolga i paesi delle due sponde del Mediterraneo. Un’aperta collaborazione, volta alla ricerca di una visione comune e all’armonizzazione delle iniziative di contrasto al traffico dei clandestini e di sviluppo sostenibile, che dovrà avere come protagonisti le nazioni di origine, di transito e di nuova residenza degli immigrati. La Chekrouni ha infine chiesto la rivalutazione e il rilancio della donna nel contesto migratorio. La creazione di una gestione soprannazionale delle politiche migratorie è stata auspicata anche da Aderanti Adepoju, del Centro per lo sviluppo delle risorse umane della Nigeria, che ha sottolineato l’importanza di portare politiche adeguate che stimolino la creatività economica dell’Africa ed offrano, evitando così la fuga in occidente dei migliori "cervelli", nuove opportunità alle giovani generazioni.
"Bisogna portare avanti una nuova politica delle migrazioni che ponga al centro la persona e sia al contempo capace di promuovere accoglienza, presso i Paesi di residenza, e lo sviluppo di un continente come quello africano, già di per se ricco di materie prime", ha detto Luisa Morgantini, Presidente della Commissione sviluppo del Parlamento europeo. Dopo aver sottolineato il ruolo da protagonista svolto dalle donne in Africa e nel contesto delle migrazioni internazionali, la Morgantini ha indicato alcune delle linee guida del rapporto elaborato nel 2005 dalla Commissione per lo Sviluppo: un ruolo di primo piano per la cooperazione decentrata, il coinvolgimento delle Ong locali nei programmi occidentali di sviluppo e una drastica riduzione dei costi bancari per l’invio delle rimesse degli immigrati. Appare infine inaccettabile il dirottamento delle risorse comunitarie per la cooperazione verso i fondi per l’immigrazione.
Fra gli altri interventi, oltre a quello del supervisore dell’Oim per l’Africa subsahariana Meera Sethi che ha chiesto di sviluppare nuove politiche di accoglienza ed un migliore coordinamento delle iniziative portate avanti nel contesto migratorio dalle organizzazioni internazionali, segnaliamo la riflessione di Jean-Michel Debrat, Direttore Generale aggiunto della Agenzia francese per lo sviluppo (Afd) che ha sottolineato come la Francia si stia avviando verso nuove forme di co-sviluppo che puntano al sostegno della piccola e media impresa africana, alla formazione presso i paesi d’origine da parte di docenti immigrati che lavorano in Francia e alla ristrutturazione del sistema sanitario di questo continente.
Giuseppe Deodato, Direttore generale per la Cooperazione del Ministero degli Affari Esteri, ha ricordato la necessità di gestire le migrazioni partendo dalla centralità della persona e dei suoi diritti, e di capire come a tutt’oggi questo fenomeno sia portatore, attraverso il crescente flusso delle rimesse, di concrete istanze di sviluppo dei Paesi d’origine. Una realtà, quella del risparmio dei lavoratori all’estero, che per lungo tempo è stata sottostimata – oggi supera abbondantemente il flusso degli aiuti internazionali – e che presenta enormi potenzialità per quanto riguarda la promozione allo sviluppo e la lotta alla povertà. "Occorre accettare – ha affermato Deodato sottolineando l’esigenza che il migrante diventi attore di sviluppo – la sfida del collegamento fra il circuito del microcredito, che rappresenta un punto fermo della cooperazione italiana, e i canali di intermediazione finanziaria. E’ altresì necessario che i Paesi d’origine pongano in essere opportune politiche nazionali atte a favorire il reinserimento dei migranti. Dobbiamo inoltre aiutare i Paesi di accoglienza – ha concluso Deodato – a vedere nel migrante un partner privilegiato delle loro politiche nazionali di sviluppo". (Goffredo Morgia-InformEminotizie)

 

 

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