1773 Secondo decreto flussi per trecentomila immigrati

20060717 15:01:00 webmaster

ROMA – Un nuovo decreto flussi "utile anche per far emergere la clandestinità e il lavoro sommerso". Lo ha annunciato durante il question time alla Camera il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. "Il 5 giugno – ha spiegato Ferrero – il mio ministero ha fatto partire la procedura per un secondo decreto, in corso di definizione": Sarà pronto con ogni probabilità "entro settembre" questo decreto permetterà l’ingresso in Italia di oltre 300mila lavoratori immigrati extracomunitari. Lo stesso ministro ha sollecitato a non "prendersi in giro.

E’ del tutto evidente, ha continuato, che una parte delle domande arrivate per il decreto flussi 2006 riguardano stranieri che sono già in Italia e lavorano in nero". Il nuovo decreto flussi "potrebbe essere utile – ha detto Ferrero – anche per far emergere la clandestinità e il lavoro sommerso. Uno dei problemi dell’economia del Paese è ripulire il nero e l’illegalità diffusa e farla emergere. Così si pagano anche le tasse e si contribuisce al risanamento del bilancio. E’ necessario un secondo decreto che faccia corrispondere l’azione di governo alla realtà del Paese. Vale a dire, garantire a tutti coloro che hanno diritto di avere un lavoro e una casa di poter entrare regolarmente".
Il secondo decreto flussi è uno degli strumenti che consente di fare politiche di immigrazione in attesa dei tempi istituzionali per poter modificare la legge Bossi-Fini, anche alla luce del fatto che la maggioranza al Senato del centro-sinistra non è grandiosa e che questa è una legge fortemente sostenuta dal centrodestra, per cui si prevede una fortissima battaglia politica. Il primo decreto flussi fatto dal precedente governo prevedeva una quota di 170mila immigrati extracomunitari per cui, continua Ferrero, "l’entità di questo secondo decreto prende atto del numero di domande che sono state presentate da datori di lavoro italiani per avere lavoratori immigrati. L’ordine di grandezza è delle 500mila domande: quindi noi, semplicemente, abbiamo registrato questa quantità di domande facendo un secondo decreto di poco oltre 300 mila persone per far sì che col primo si vada a coprire l’intera domanda". Il ministro ha, inoltre, lamentato la farraginosità delle procedure di gestione dei flussi poste in essere dalla Bossi-Fini, procedure che rendono "lentissime le risposte date ai datori di lavoro che hanno richiesto queste persone: oggi, a circa quattro mesi da quando è stato varato il primo decreto, ci troviamo con poche centinaia di domande già trattate, cui è stata data una risposta".
Quanto proposto dal ministro per la solidarietà sociale è in linea con ciò che più volte hanno asserito lo stesso Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il ministro dell’Interno Giuliano Amato dei temi dell’ immigrazione. Le ultime dichiarazioni del ministro dell’Interno presso la Commissione Affari Costituzionali, infatti, sottolineano la necessità di permessi di soggiorno più lunghi, che decongestionino le famigerate file davanti alle questure, nonché l’assurdità della normativa del richiedere che al momento della presentazione della domanda il lavoratore si trovi all’estero, la possibilità di prolungare la durata del permesso di soggiorno fino all’avvenuto rinnovo: tutte tematiche queste che sollecitano soluzioni in grado di facilitare la vita agli immigrati facendoli uscire dalle zone di ombra gestite dalle reti criminali .

(Francesca Mascellini-InformEminotizie)

 

 

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